Fornari Pasquale

Professioni: Educatore, direttore
Ambiti di produzione: Editoria scolastica, letteratura per l'infanzia, pedagogia speciale
Luoghi di attività: Piemonte, Lombardia

Nato l'8 agosto 1837 a Borgomanero (Novara), Pasquale Fornari seguì studi linguistici e letterari nel capoluogo lombardo e fu poi accolto come allievo nella scuola di metodo «Girolamo Cardano» annessa all'Istituto per sordomuti di Milano. Conseguita nel 1863 l'abilitazione prescritta, fu chiamato dal direttore dell'istituto, don Eliseo Ghislandi, a insegnare presso le scuole interne per i sordomuti. Tra i primi e più apprezzati seguaci di Heinicke e di Hill, ossia dei teorici dell'insegnamento orale per i sordomuti, il F. ne divulgò le teorie in Italia e fu tra i pionieri dell'abbandono del vecchio metodo mimico e dell'adozione del metodo orale puro come già accadeva nelle scuole per i sordomuti tedesche e austriache.

Le sue notevoli competenze sul versante metodologico e didattico ne fecero presto l'esponente di punta dell'istituto milanese, all'interno del quale egli si dedicò a una profonda riforma modernizzatrice. Insoddisfatto dei manuali e testi di lettura per le scuole speciali allora in commercio, egli diede alle stampe abbecedari, raccolte di letture graduate, manualetti di storia, geografia e scienze appositamente pensati per gli alunni sordomuti. Destinati originariamente agli allievi dell'Istituto di Milano, furono adottati anche in numerose scuole elementari. Per gli alunni delle scuole speciali dei sordomuti, inoltre, il F. pubblicò dal 1875 al 1877, il periodico di novelle, esercizi e racconti graduati «L'Amico del sordomuto», che riscosse un notevole successo anche al di fuori delle mura scolastiche.

Al principio degli anni '70 divenne uno dei più stretti collaboratori del Ghislandi e fu da questi nominato docente nella scuola di metodo ove aveva studiato. Si colloca in questa fase la pubblicazione, da parte sua, di fortunati trattati e manuali per gli istitutori (La chiave per far parlare i sordo-muti italiani, 1872 cui fecero seguito, più tardi, il Corso teorico e pratico di pedagogia e didattica speciale per l'istruzione dei sordomuti, 1894; Il sordomuto e la sua istruzione, 1897 e le Lezioni di metodica speciale per l'istruzione dei sordomuti, 1900). Fu autore anche di scritti volti a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di promuovere l'educazione e istruzione dei sordomuti (Il sordomuto non istruito. Suo stato psicologico e sociale e suo diritto, 1894).

Nel 1880 fu chiamato, assieme a Giulio Tarra e a Serafino Balestra, a far parte della delegazione italiana incaricata di partecipare al congresso internazionale degli istitutori dei sordomuti di Milano, nel corso del quale fu deliberato di accantonare definitivamente il metodo mimico e di adottare in tutte le scuole speciali il cosiddetto «metodo orale puro». Il F., che di quel congresso fu segretario, ebbe una parte importante nell'assunzione della «svolta oralista» a livello internazionale, tanto che, tre anni più tardi, egli fu chiamato nuovamente a ricoprire l'incarico di segretario al congresso internazionale di Bruxelles (1883). Nel corso del viaggio in Belgio egli compì una serie di visite di studio ai principali istituti per l'educazione e istruzione dei sordomuti dell'Europa continentale di cui rese conto in Sordus bene loquens (1883).

Dopo la morte dell'abate Ghislandi, il F. fu nominato direttore dell'Istituto dei sordomuti di Milano e dell'annessa scuola di metodo, incarichi che esercitò dal 1892 al 1898. Nel 1900, per motivi di salute, abbandonò l'insegnamento attivo, pur continuando a contribuire con i suoi studi e le sue pubblicazioni al progresso dell'educazione dei sordomuti in Italia.

Accanto all'attività educativa in favore dei sordomuti, il nome del F. fu presto noto anche come giornalista scolastico e, soprattutto, come fortunato autore di testi scolastici (Tomaso o il Galantuomo istruito, 1868; Il buon Giannetto educato ed istruito, 1874; La buona Giannina educata ed istruita, 1876 ed altri), di guide per i maestri e di operette di letteratura infantile. Legato agli ambienti pedagogici e educativi milanesi di matrice cattolico-liberale, fu socio dell'Istituto di mutuo soccorso fra gl'istruttori ed educatori d'Italia e svolse per lungo tempo l'incarico di redattore del bollettino del sodalizio, «L'Educatore italiano» (1861-1885, SPES, n. 411) alla cui direzione fu chiamato nell'aprile 1879. In tale incarico (tenuto fino al 1883) impresse un nuovo indirizzo al periodico fondato da Ignazio Cantù, facendone una delle riviste scolastiche e magistrali di maggior spicco del tempo, tra le più attive nella polemica contro i nuovi orientamenti pedagogici e didattici di stampo positivista.

Il F. si cimentò infine nella stesura di testi ispirati al filone self-helpista (Virtù e lavoro, o racconti storici italiani esposti per buon esempio ai giovanetti, 1890; Lotte e vittorie. Dal polo artico a Marsala, 1907), e fu un vero e proprio pioniere, in Italia, della divulgazione scientifica tra la gioventù e nelle scuole elementari, come dimostrano le numerose operette da lui pubblicate in materia. Il F. morì a Varese il 10 luglio 1923

[Roberto Sani]

Fonti e bibliografia: MC, pp. 694-699; PE, p. 207; SPES, n. 411.

P. Fornari, Il R. Istituto Nazionale pei sordomuti in Milano e la R. Scuola normale «Girolamo Cardano» per allievi maestri e maestre. Cenni storico-critici sull'istruzione, dalla fondazione dell'Istituto fino ad oggi, 1805-1900, Milano, Tip. S. Giuseppe, 1900; F. Montorzi, Pasquale Fornari nel primo centenario della sua nascita, in «Contributi pedagogico-didattici della R. Scuola di metodo Girolamo Cardano», 1937, n. 12, pp. 9-11; R. Sani (ed.), L'educazione dei sordomuti nell'Italia dell'800. Istituzioni, metodi, proposte formative, Torino, SEI, 2007, pp. 17-18, 28-30 e passim.