Fazio-Allmayer Vito

Professioni: Professore, professore universitario
Ambiti di produzione: Editoria scolastica, fascismo, filosofia, pedagogia, politica scolastica
Luoghi di attività: Sicilia, Toscana

Figlio di Giuseppe Fazio (garibaldino, di origine alcamese) e di Carola Alberta Allmayer (di famiglia ligure originaria della Germania), Vito Fazio-Allmayer nacque a Palermo il 21 novembre 1885. Dopo aver terminato gli studi secondari nel capoluogo siciliano, si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza, laureandosi nel 1908 con una tesi di Storia del diritto e nel 1910 anche in Filosofia.

A Palermo seguì le lezioni ed entrò in stretta relazione con Giovanni Gentile, allora docente presso l'ateneo palermitano. Ebbe inoltre consuetudine con l'attività della Biblioteca filosofica di Palermo fondata nel 1910 da Giuseppe Amato Pojero e promotrice della rinascita del neoidealismo, intorno alla quale ruotavano altri giovani studiosi destinati a brillante futuro come Adolfo Omodeo e Giuseppe De Ruggiero.

Si dedicò subito all'insegnamento come docente di Filosofia dapprima nei licei di Matera, di Agrigento e, dal 1913 al 1922, nel liceo «Umberto I» di Palermo, mettendo a punto il suo attualismo filosofico inteso non come sistema filosofico compiuto «ma un'apertura di pensiero verso la vita e l'avvenire che vuole che le soluzioni siano sempre posizione di condizioni perché si possa vivere pensanti sempre di più».

Dopo aver dato alle stampe numerosi scritti, tra cui Materia e sensazioni del 1913, ottenne nel 1918 la libera docenza universitaria, cominciando a tenere corsi a Palermo e a Roma ove per qualche tempo avrebbe poi insegnato anche Pedagogia. Nel 1914-1915 fu aperto sostenitore, anche con conferenze, delle ragioni dell'intervento. Riformato per miopia, durante il conflitto fu assegnato a servizi sedentari.

Negli anni prima della guerra, l'interesse speculativo del F-A. si era saldato con quello pedagogico e politico di cui sono testimonianza gli scritti raccolti in Saggi di filosofia dell'educazione (1912, usciti nell'Annuario della Biblioteca filosofica) e le riflessioni e proposte in La scuola popolare e altri discorsi ai maestri (1914). Il volumetto era apparso nella collana «Scuola e vita» diretta da Giuseppe Lombardo Radice alla quale nel 1921 il F.-A. consegnò un altro testo, Lezioni di didattica cui fece seguito, l'anno successivo, una nuova edizione dei Saggi.

Quando nel 1922 il F.-A. fu chiamato dal Gentile, nominato frattanto ministro della P.I., a collaborare alla riforma della scuola media, il docente palermitano aveva maturato, dunque, una preparazione pedagogica e un'esperienza scolastica di prim'ordine e a buona ragione fece parte del ristretto numero di studiosi che posero mano al provvedimento ( Ernesto Codignola, Ugo Spirito, Giuseppe Lombardo Radice e pochi altri). Con l'incarico di ispettore centrale degli istituti medi, Gentile gli affidò la redazione dei programmi della scuola media.

Nel 1925 vinse il concorso per la cattedra di Storia della filosofia a Palermo e ivi insegnò, fino al 1950. Prima dell'assegnazione della cattedra universitaria aveva dato vita, insieme a Giuseppe Ernesto Nuccio, alla sezione palermitana della Federazione nazionale insegnanti scuole medie, rimanendo nel consiglio direttivo fino al 1922. Sempre a fianco del Nuccio promosse il Sindacato fascista autori e scrittori siciliani.

L'impegno politico del F.-A. nella sua terra d'origine non fece venire meno quello universitario e scientifico, come dimostrano le numerose pubblicazioni apparse tra gli anni '30 e '40 (in particolare Il problema morale come problema della costituzione del soggetto, 1942) e quello scolastico-didattico (Avviamento allo studio della pedagogia, 1942 e altri manuali per le scuole secondarie, compresi testi commentati di classici della filosofia).

Negli anni del secondo dopoguerra fecero seguito Moralità dell'arte (1953) e Il significato della vita (1954) nei quali andò via via delineando e precisando la sua prospettiva etica che, secondo numerosi studiosi, costituirebbe la parte più originale della sua riflessione filosofica, con evidenti ricadute di tipo educativo.

Lasciò anche scritti di carattere storico-filosofico su Galilei, Bacone, Hegel ed un ulteriore saggio di contenuto pedagogico Divagazioni e capricci su Pinocchio del 1958.

Dopo il doloroso periodo dell'epurazione e della sospensione dall'insegnamento, nel quale fu poi reintegrato (di cui si ha eco in Commento a Pinocchio, 1945), il F.-A. nel 1951 venne chiamato all'università di Pisa dove insegnò Storia della filosofia fino alla morte. Negli anni '50 riprese anche la molteplice attività di saggista e critico, con la collaborazione al «Giornale critico della filosofia italiana» (di cui era stato negli anni '20 condirettore con Gentile), a «Belfagor», a «Il Pensiero» di G.E. Bariè, suo fraterno amico e con la pubblicazione di saggi di pedagogia e di estetica.

Dopo la sua scomparsa, avvenuta a Pisa il 14 aprile 1958, la moglie in seconde nozze Bruna Boldrini istituì in Palermo la fondazione a suo nome, ancora attiva e impegnata nell'edizione dell'opera omnia.

[Raffaele Tumino]

Fonti e bibliografia: AS, Palermo, fondo Questura, Atti di Gabinetto, Serie Società apolitiche, cat. A, 3b, anni 1926-1943, b. 13; «Annuario della Biblioteca filosofica», Palermo, 1912-1914.

DBI, vol. XLV, pp. 500-503, EP, vol. III, pp. 4810-1812; PE, p. 194; TESEO, nn. 47, 438 e 569; TESEO '900: nn. 69, 83, 235 e 302; G. Vaccaro, Panorama biografico degli italiani d'oggi, Roma, Curcio, 1956, p. 114; F. Armetta (ed.), Luce del pensiero. Dizionario di filosofi, pedagogisti e liberi pensatori siciliani, Palermo, Istituto magistrale statale «Regina Margherita», Palermo, 2005, p. 74.

B. Fazio-Allmayer, Vita e pensiero di Vito Fazio-Allmayer, Firenze, Sansoni, 1950; «Giornale critico della filosofia italiana», 1958, pp. 425-465 (scritti di S. Caramella, F. Albeggiani e altri); T. Tomasi, L'idea laica nell'Italia contemporanea (1870-1970), Firenze, La Nuova Italia, 1971, p. 138; Atti del 1° Congresso nazionale di filosofia: Vito Fazio-Allmayer oggi, Palermo, Centro siciliano di studi filosofici «Fazio Allmayer», 1975; G. Spadafora (ed.), Giovanni Gentile. La pedagogia, la scuola, Roma, Armando, 1997, pp. 190, 344, 396, 423, 471 e 543-545; E. Giambalvo, La Biblioteca Filosofica di Palermo, Palermo, Fondazione Vito Fazio-Allmayer, 2002, pp. 96-97.