Fabbricatore Bruto

Professioni: Professore, direttore
Ambiti di produzione: Editoria scolastica, grammatica, insegnamento libero, letteratura italiana
Luoghi di attività: Campania

Nato a Sarno (Salerno) nel 1824 da Antonio e Niccolina Teodonna, Bruto Fabbricatore crebbe in un ambiente familiare nutrito di sentimenti liberali (il padre aveva partecipato ai moti del 1820). Compì i primi studi presso il seminario di Sarno. Nel 1839 si trasferì a Napoli dove frequentò l'università, conseguendo la laurea in Ingegneria.

Acquisì nel contempo anche un'approfondita formazione umanistico-letteraria: studiò il latino con il canonico Lucignano, il greco con il prof. Eutimiades e l'italiano con il marchese Basilio Puoti, che esercitò su di lui una notevole influenza, in specie per la capacità di coniugare il sentimento dell'«italianità» con il rinnovato rapporto con i testi classici.

L'interesse per gli studi letterari prese il sopravvento nel F., tanto da indurlo a rinunciare alla carriera d'ingegnere a favore dell'incarico di insegnante di Lingua e letteratura italiana nell'istituto del Puoti. Alla sua morte, nel 1847, egli ne assunse la direzione. Nel 1851, per ragioni politiche, l'istituto interruppe l'attività. Sebbene gli fosse stata tolta la licenza di insegnamento, il F. continuò ad impartire privatamente lezioni ai giovani. Nel 1859 i controlli e i provvedimenti messi in atto dal regime borbonico condussero sia alla chiusura della stamperia del Vaglio (TESEO, n. 575) da lui diretta, sia alla soppressione de «L'Antologia contemporanea», rivista curata sin dal 1855. Anche i fratelli del F. furono oggetto di persecuzioni per il loro impegno patriottico.

Solo nell'anno successivo Bruto poté riprendere la sua attività d'insegnamento e, in seguito all'arrivo di Garibaldi a Napoli, riaprire la tipografia.

Nel 1861 il collegio di Angri lo elesse deputato nel Parlamento italiano. Il F. partecipò, in più occasioni, ai dibattiti parlamentari anche su questioni non scolastiche. L'attività di insegnamento e uno spiccato interesse per il rinnovamento delle istituzioni scolastiche rimasero, però, gli impegni principali del F. che accettò la docenza e la direzione letteraria dell'educatorio «Principessa Clotilde» di Napoli, nonché la direzione del liceo-ginnasio comunale di S. Maria Capua Vetere.

Il F. affiancò l'attività di insegnamento con un'intensa attività editoriale che si concretò nella preparazione di numerose edizioni di classici ad uso scolastico (tra cui una pluriedita Crestomazia del Leopardi) e di libri di testo; in particolare fu autore di due apprezzate grammatiche italiana e greca. Per conto dell'editore Morano (TESEO, n. 360) diresse la collana «Biblioteca per la gioventù» articolata in tre parti, italiana, straniera ed elementare. Il F. morì a Sarno il 14 febbraio 1891.

[Francesco Celentano]

Fonti e bibliografia: A. De Gubernatis, Dizionario biografico degli scrittori contemporanei, Firenze, Le Monnier, 1879-1880, pp. 424-425; T. Sarti, I rappresentanti del Piemonte e d'Italia nelle tredici legislature del regno, Roma, Adolfo Paolini, 1880, pp. 369-370.

TESEO, nn. 360 e 575.

M.L. Chirico, Basilio Puoti, in M. Gigante (ed.), La cultura classica a Napoli nell'Ottocento, Napoli, Dipartimento di Filologia classica dell'Università degli studi di Napoli, 1987, pp. 321-337; F. De Sanctis, Un viaggio elettorale seguito da discorsi biografici, dal taccuino parlamentare e da scritti politici vari, a cura di N. Cortese, Torino, Einaudi, 1968, p. 349; M. Catricalà, L'italiano tra grammaticalità e testualizzazione, Firenze, Accademia della Crusca, 1995, pp. 51, 77, 93, 96, 98 e 109; L. Mascilli Migliorini, Una famiglia di editori. I Morano e la cultura napoletana tra Otto e Novecento, Milano, Angeli, 1999, pp. 32-34, 46-47, 52 e 55; V. Trombetta, Libri per gli educatori: l'istituzione della Biblioteca magistrale nella Napoli postunitaria, in «History of Education Ï children's Literature», 2007, n. 2, pp. 127-156.