Faà Di Bruno Francesco

Professioni: Sacerdote, professore universitario, educatore
Ambiti di produzione: Cultura religiosa, educazione femminile, educazione popolare, matematica, scienze
Luoghi di attività: Piemonte

Francesco Faà Di Bruno nacque ad Alessandria il 29 marzo 1825 da nobile famiglia piemontese. Nel 1840, dopo aver frequentato i corsi secondari presso il collegio «S. Giorgio» dei padri Somaschi di Novi Ligure, entrò nell'Accademia militare di Torino dove manifestò una forte propensione per le materie scientifiche.

Uscito nel 1846 con il grado di luogotenente, partecipò alla prima guerra d'indipendenza; promosso capitano nel 1849, dopo l'armistizio si recò a Parigi per perfezionarsi negli studi matematici. Ritornato a Torino nel 1851 dopo aver ottenuto la licenza in Scienze matematiche alla Sorbona, fu vittima di una progressiva emarginazione nel mondo politico-istituzionale piemontese egemonizzato dalle fazioni massoniche e anticlericali per via delle sue convinzioni religiose, situazione che, a seguito anche di un'offesa ricevuta da un commilitone, lo indusse nel 1853 a dimettersi dall'esercito.

L'anno successivo tornò a Parigi dove ebbe come insegnanti matematici di primo livello, fra cui Augustin Cauchy, Michel Chasles, Gabriel Lamé, Joseph Liouville e qui si laureò in Matematica con una tesi di analisi matematica e una di astronomia (1856). Nel 1857 iniziò a tenere corsi liberi all'università di Torino, dove fu nominato prima dottore aggregato (1861), poi professore incaricato di Analisi e di Geometria superiore (1871) e infine professore straordinario (1876). Nei suoi studi scientifici il F. cercò di dimostrare come non esista contrasto tra religione, filosofia e scienza, modi diversi di raggiungere l'unica verità (Piccolo omaggio della scienza alla divina Eucarestia, 1872).

Nonostante le numerose pubblicazioni e, in particolare, i pregevoli trattati apprezzati anche all'estero (Théorie générale de l'élimination, 1859 e Théorie des formes binaires, 1876) e alcuni contributi originali (la sua formula per il calcolo della derivata parziale n-esima di una funzione composta è ancora oggi utilizzata in campo matematico e informatico), non divenne mai professore ordinario. I documenti d'archivio dimostrano che il mancato raggiungimento di questo traguardo non fu solo dovuto alle sue dichiarate posizioni in materia religiosa, ma anche a fattori interni alla ricerca matematica che all'epoca privilegiava l'impostazione data da Weierstrass alla trattazione dell'analisi reale e complessa, per cui l'opera del F. appariva limitata alla fine degli anni '70.

Nel 1876, a 51 anni, il F. venne ordinato sacerdote a Roma, dopo una rapida preparazione patrocinata da don Giovanni Bosco presso il pontefice Pio IX. Nel corso dei suoi soggiorni a Parigi entrò in contatto con gli ambienti e gli esponenti più significativi del cattolicesimo sociale francese, come il già citato Augustin Cauchy (1789-1857) e Frédéric Antoine Ozanam (1813-1853), fondatore delle Conferenze di S. Vincenzo, prendendo sempre più coscienza del problema del pauperismo e delle opere caritative e sociali.

Dopo aver fondato nel 1853 ad Alessandria una prima conferenza di S. Vincenzo, il F. promosse e realizzò a Torino una serie di opere destinate alle persone di umile condizione, in particolare donne. Fra le più significative vanno ricordate: i Fornelli economici per i lavoratori poveri (1857); la Pia opera di S. Zita (1859) per il ricovero e il collocamento delle donne di servizio disoccupate o in cerca di prima occupazione sull'esempio dell'Oeuvre des Servantes di Parigi; l'Infermeria di S. Giuseppe (1860) per donne inferme e convalescenti; il Pensionato-ospizio per donne invalide e anziane (1862); la Pia casa di preservazione (1878) per ragazze madri.

Nel 1881, a Benevello d'Alba, diede vita all'istituto di S. Giuseppe per la formazione professionale delle giovani contadine. Lo stesso anno fondò la congregazione delle Suore minime di Nostra Signora del suffragio, per porle al servizio delle sue opere assistenziali ed educative.

A partire dal 1863 progettò e collaborò alla costruzione di una chiesa per i caduti di tutte le guerre, intitolata a Nostra Signora del suffragio. La chiesa fu aperta al culto nel 1876.

La sua prima opera con principale finalità educativa fu la Scuola di canto istituita nel 1853, trasformata nel 1857 in oratorio festivo femminile, destinato alle giovani lavoratrici. Sull'esempio delle iniziative che si svolgevano a Parigi presso la parrocchia di Saint-Sulpice, il F. si propose di educare e istruire le giovani attraverso la musica e la partecipazione alle funzioni religiose. Come sussidio a questa attività pubblicò nel 1854 una raccolta di canti e di musiche religiose, in parte da lui composte, La Lira Cattolica, testo adottato per tutto l'800 in numerosi collegi, scuole ed oratori.

Nel 1862 aprì un liceo per arginare in città il crescente monopolio scolastico statale e l'anno successivo inaugurò una Biblioteca mutua circolante per diffondere la cultura religiosa, ma anche per «moltiplicare la lettura di buoni libri scientifici». Nel 1868 aprì, presso l'Opera di S. Zita, una scuola per allieve maestre e istitutrici.

Dagli scritti destinati alle allieve maestre e alle ragazze ospiti dell'Opera (Tutta di Gesù. Ricordi pratici alla giovinetta di lavoro, di servizio e di campagna, 1862; Sunti di morale, 1870; Saggio di catechismo ragionato, 1875) e dai regolamenti da lui redatti per la Pia opera di S. Zita e per le suore emerge un modello educativo finalizzato alla formazione globale della persona attraverso la preparazione intellettuale unita a quella religiosa, morale, scientifica e professionale. In un periodo di progressiva laicizzazione della scuola italiana, il F. difese l'importanza della formazione religiosa, concependola non in contrasto con la promozione culturale, scientifica ed economica della società, in particolare delle donne e dei ceti popolari.

Nel manuale che scrisse per i corsi di scienze da lui tenuti nella sua scuola, Sunti di fisica, meteorologia e chimica con tavole ad uso delle scuole maschili e femminili (1870), egli afferma: «E poi gli è tempo che oggigiorno, a petto della erudizione sempre più vasta che si largisce al forte sesso, l'istruzione della donna salga pur relativamente di qualche grado, sicché essa non rimanga avvilita nell'autorità e nel prestigio, e non veggasi condannata a non trovare un pasto alla sua intelligenza, se non in frivole e talvolta immorali letture». Per facilitare l'apprendimento delle sue allieve inventò anche vari strumenti didattici (il fasiscopio, un apparecchio dimostrativo del movimento dei nodi e del perigeo della luna, il barometro differenziale e l'ellipsigrafo) premiati al congresso pedagogico italiano tenutosi a Torino nel 1869.

Il F. morì a Torino il 27 marzo 1888. Il 25 settembre 1988, nel centenario della morte, è stato proclamato beato da Giovanni Paolo II.

[Redi Sante Di Pol]

Fonti e bibliografia: documentazione sul F. è conservata nell'Archivio annesso al Museo «Francesco Faà Di Bruno» di Torino e presso l'Archivio del castello di famiglia Di Bruno, Alessandria; Lettere del nostro fondatore ven. Francesco Faà di Bruno, Roma, Casa generalizia, 1981, 3 voll.

DBI, vol. XLIII, pp. 600-601; DIP, vol. III, cc. 1375-1376; EP, vol. III, cc. 4719-4722.

A. Berteu, Vita dell'abate Francesco Faà di Bruno fondatore del conservatorio di N.S. del Suffragio in Torino, Torino, Tip. Suffragio, 1897; L. Condio, Il cav. abate Francesco Faà di Bruno, fondatore del conservatorio di N.S. del Suffragio e di S. Zita in Torino: soldato, scienziato, sacerdote, Torino, Tip. del Conservatorio, 1932; C. De Ambrogio, Scienziato e militare, Torino, Elledici, 1963; G. Brachet Contol, M. Cecchetto, I. Innaurato, Francesco Faà Di Bruno (1825-1888). Miscellanea, Torino, Bottega d'Erasmo, 1977; P. Palazzini, Francesco Faà di Bruno: scienziato e prete, Roma, Città nuova, 1980, 2 voll.; V. Messori, Un italiano serio: il beato Francesco Faà di Bruno, Cinisello Balsamo, Edizioni Paoline, 1990; Id., Il beato Faà di Bruno: un cristiano in un mondo ostile, Milano, Rizzoli, 1998; I cardini della felicità: Francesco Faà di Bruno nella Torino del XIX secolo, Torino, Centro studi «Faà Di Bruno», 2003; L. Giacardi (ed.), Francesco Faà di Bruno: ricerca scientifica insegnamento e divulgazione, Torino, Deputazione subalpina di storia patria, 2004; A. De Pasquale, Conoscere per amare: editoria e biblioteche nell'opera di Francesco Faà di Bruno, Torino, Centro studi «Faà Di Bruno», 2005; M.V. Pucci, Una vita per gli altri: Francesco Faà di Bruno, Torino, F.lli Scaravaglio Ï C., 2008.