Errera Rosa

Professioni: Scrittrice, traduttrice
Ambiti di produzione: Assistenza, cultura ebraica, editoria scolastica, educazione giovanile, letteratura per l'infanzia
Luoghi di attività: Veneto, Lombardia

Rosa Errera nacque a Venezia il 13 luglio 1864, primogenita di una famiglia ebrea di origine spagnola. Poco dopo la sua nascita la famiglia si trasferì a Trieste, dove videro la luce i tre fratelli di Rosa: Carlo, Emilia e Anna. Carlo, laureato in lettere, fu insegnante di scuola secondaria e in seguito docente universitario di geografia a Bologna. Alla morte del padre, Cesare, la vedova e i figli si stabilirono presso uno zio paterno a Venezia dove intrattennero relazioni d'amicizia con la famiglia Pascolato e in particolare con Maria, acuta intellettuale e fine traduttrice di opere per ragazzi. A Venezia Rosa conseguì il diploma di scuola normale e, in seguito, si abilitò all'insegnamento di Lettere presso l'Istituto superiore di Magistero di Firenze dove fu allieva di Enrico Nencioni e Pasquale Villari.

Seguirono alcuni anni di docenza in scuole secondarie inferiori. Nel 1888 si trasferì a Milano, dove dal 1892 insegnò presso la scuola normale «Agnesi». Fu inoltre insegnante privata di Laura Cantoni, poi nota scrittrice per l'infanzia al fianco del marito, il poeta Angiolo Orvieto. A Milano entrò in relazione con alcune personalità del mondo intellettuale milanese come, tra gli altri, Giuseppe Antonio Borgese, Silvio Spaventa Filippi, Clemente Rebora. La E. fu attiva anche in campo sociale nel particolare ambito dei ricreatori gratuiti di Scuola e famiglia, istituzione benefica attiva a Milano negli anni '90 del XIX secolo per offrire a bambini e ragazzi di famiglie povere cura, assistenza ed istruzione oltre l'orario scolastico. Negli anni della guerra lasciò l'insegnamento a causa di una grave forma di malattia nervosa.

Rosa operò in vari ambiti della cultura e della pubblicistica educativa. Fu autrice in primo luogo di testi scolastici per le scuole elementari e secondarie (La famiglia Villanti, 1896; Piccoli galantuomini, 1903; Lorenzo De' Medici, Letture scelte, 1906; Come gente che pensa il suo cammino, 1907; Galileo Galilei e la sua scuola. Letture scelte, 1908 e altri tra cui una nuova edizione della famiglia Villanti, 1923-1925), alcuni dei quali compilati insieme all'amica Teresa Trento (Italia, 1911; Verso la nuova scuola, 1933). In questi testi sostenne rigorosamente l'uso corretto della lingua italiana, a proposito del quale scrisse anche un'opera specifica Voci e modi errati (1898), in collaborazione con la sorella Emilia.

Diede poi alle stampe riflessioni sull'educazione basate sulla propria esperienza di docente, in particolare Per la sincerità dei nostri scolari (1922) nella collana «Scuola e vita» diretta da Giuseppe Lombardo Radice. Al suo nome sono inoltre legati svariati volumi di narrativa per fanciulli ed adolescenti nei quali l'intento educativo è espresso attraverso la rappresentazione realistica di vicende quotidiane (Buona Gente, 1891; Michelino, 1892; Nonno nipote e altri racconti, 1899; Senza colazione, 1902; Una storia d'ombrelli, 1902, Un secolo fa, 1903; Tempi difficili, 1920; Filiberto falegname, 1920 e altri).

Svolse infine un'intensa attività come traduttrice e riduttrice per conto di numerosi editori, in specie di opere inglesi e tedesche (tra cui H. Heine, Poesie, 1925 e J. M. Barrie, La storia di Peter Pan, 1932 con illustrazioni di Gustavino, al secolo Gustavo Rosso) e di classici come L'Orlando furioso (1933). Collaborò a molte riviste e giornali per bambini e ragazze come «Il Giornale dei bambini», «L'Omettino», «Il Piccolo italiano», «Rivista per le signorine», «Vita femminile italiana», «Cordelia», «Il Giornalino della domenica».

Agli inizi degli anni '30, come la sorella Anna, si rifiutò di modificare i propri testi per rendere omaggio al fascismo e per questo migliaia di copie furono distrutte e non più ristampate. In quanto ebrea, a partire dal 1938, venne vietata la vendita e la consultazione dei suoi libri. Dagli ultimi mesi del 1943, fino al termine del conflitto la E., per salvarsi dalle deportazioni, rimase nascosta presso l'abitazione della Trento. Morì a Milano il 13 febbraio 1946.

[Daniela Pellegrini]

Fonti e bibliografia: DBDL, pp. 421-422; DBI, vol. XLIII, pp. 253-254; M. Bandini Buti (ed.), Poetesse e scrittrici, Roma, Tosi, 1947, vol. I, p. 238; M.P. Casalena, Scritti storici di donne italiane. Bibliografia (1800-1945), Firenze, Olschki, 2003, p. 275.

A. Norsa, Tre donne che hanno onorato l'ebraismo italiano: le sorelle Errera, in «La Rassegna mensile d'Israel», 1975, pp. 42-55 e 108-121; T. Poggi Salani, Italiano a Milano a fine Ottocento: a proposito del volumetto delle sorelle Errera, in Studi di lingua e letteratura lombarda offerti a Maurizio Vitale, Pisa, Giardini, 1983, vol. II, pp. 925-998; G. Fabre, L'elenco. Censura fascista, editoria e autori ebrei, Torino, Zamorani, 1998, p. 209, 218, 307, 309-310 e 434; S. Fava, Percorsi critici di letteratura per l'infanzia tra le due guerre, Milano, Vita e pensiero, 2004, pp. 257-261.