Errante Vincenzo

Professioni: Professore universitario, scrittore, traduttore
Ambiti di produzione: Editoria scolastica, letteratura per l'infanzia, tedesco
Luoghi di attività: Lazio, Lombardia, Italia

Vincenzo Errante nacque a Roma il 12 febbraio 1890 in una famiglia aristocratica, da Celidonio e Maria Rosmini, parente del noto filosofo. La consuetudine familiare con la cultura classica e la conoscenza del tedesco, che la madre Maria insegnò al figlio sin dall'infanzia, avvicinarono molto presto Vincenzo alla vita letteraria e alla cultura mitteleuropea.

Risalgono già alla fine del liceo i suoi primi scritti: il saggio sulla poesia siciliana dal titolo Giovanni Meli e i suoi tempi (1908) e il romanzo rimasto inedito La colomba nel turbine. In essi era riconoscibile una traccia della concezione estetica di Gabriele D'Annunzio al quale l'E. sarebbe rimasto legato anche in seguito, come mostra L'orazione in vita eterna di Gabriele D'Annunzio (1938).

Il percorso universitario in Lettere, prima nella capitale e poi a Padova, si concluse nel 1912. Durante gli studi nell'ateneo patavino gli insegnamenti di Vittorio Rossi e di Ciro Trabalza avvicinarono il giovane alla conoscenza delle tesi crociane in materia di estetica, mentre Ettore Romagnoli lo appassionò al teatro greco e al settore della traduzione.

L'attività teatrale intrapresa dal 1911 al 1913 nel «Teatro greco» ideato dal Romagnoli e la contemporanea passione per la poesia tedesca avviarono il giovane E. verso gli studi di germanistica che lo accompagnarono nella sua intensa attività di raffinato traduttore e di poeta cui si associarono l'interesse per la musicalità della poesia di Heine (Il mare del Nord, 1920) e più tardi quello per Wagner (Tristano e Isotta, 1938).

Dopo aver preso parte alla Grande guerra come capitano di complemento, si aprì un periodo di intenso lavoro anche come collaboratore e organizzatore editoriale, prima presso la casa editrice Zanichelli (1921), poi, dal 1925, come direttore generale dell'Unitas e membro del comitato direttivo della «Rivista d'Italia» insieme a Carlo Pascal, Tommaso Gallarati Scotti e il Romagnoli. Fu probabilmente quest'ultimo ad avvicinarlo all'ambito accademico. Nel 1922 divenne infatti libero docente di Letteratura tedesca all'università di Pavia, dove insegnava anche il celebre grecista. Il passaggio all'Unitas e il crescente impegno di lavoro, interruppero dal 1925 al 1927 l'insegnamento universitario, poi ripreso nella sede pavese solo per la durata dell'anno accademico 1927-1928.

Nel 1926 l'E. entrò in Mondadori come condirettore editoriale, svolgendo un ruolo fondamentale nell'orientare le strategie editoriali del catalogo scolastico per la scuola media. In questo settore, meno soggetto al controllo diretto da parte del regime, intravedeva uno spazio di possibile espansione, di qualità della proposta culturale e di profitto editoriale. Avvicinò al terreno della scolastica, tradizionalmente poco considerato dalla cultura ufficiale, autori importanti come Alfredo Panzini, Piero Rebora, Aldo Ferrabino, Antonio Banfi e Guido Edoardo Mottini.

Riuscì così a potenziare l'originario nucleo di testi di letteratura italiana e straniera, arricchendolo con antologie di classici latini e greci oltre a manuali di storia, di pedagogia, di storia dell'arte e testi scientifici. Si consolidò in questo periodo l'importante sodalizio con Fernando Palazzi che l'E. aveva in precedenza chiamato a collaborare all'Unitas e che in casa Mondadori fu un collaboratore assiduo.

L'entrata di Luigi Rusca in Mondadori (1928) portò gradualmente a ridimensionare gli spazi decisionali dell'E. anche per quanto riguardava il settore della letteratura per l'infanzia, dove egli pensava di dare un apporto significativo, mentre in questo settore gli venne preferita Olga Visentini. Lo strappo decisivo avvenne nel 1933 dopo la proposta alla Utet della collana di libri per ragazzi «La scala d'oro» che l'E. e il Palazzi avevano inizialmente messo a disposizione di Mondadori senza tuttavia ricevere risposta.

Nel frattempo l'E. delineò con sensibilità straordinaria il profilo critico su Rilke. Storia di un'anima e di una poesia (1930) e ottenne l'ordinariato in Lingua e letteratura tedesca, succedendo nell'università di Milano a Giulio Antonio Borgese, emigrato negli Stati Uniti per non giurare fedeltà al fascismo. Il traguardo universitario dell'E., pur segnato dall'adesione al fascismo, ma anche dal confronto con il valore simbolico che l'allontanamento di Borgese rappresentava nella cultura del tempo, lo indussero a orientare gli studi altresì verso la poesia simbolista francese e a prendere le distanze dalle derive nelle quali andava cadendo la cultura e la politica nazista.

Dopo il successo ottenuto dalla collana «La Scala d'oro», l'E. e il Palazzi diressero per la Utet la fortunata enciclopedia Il tesoro del ragazzo italiano (1939). Dal 1940 l'E. trascorse lunghi periodi a Villa Betta a Riva del Garda dove portò a termine la traduzione integrale del Faust (1941-1942) di Goethe. Lì si ritirò nel 1943 dopo la parentesi del forzato distacco dall'università (1941-1942) come traduttore dal tedesco per l'Ufficio storico dello Stato maggiore dell'Esercito a Roma.

Iniziò per l'E. una profonda crisi esistenziale per la perdita di sicurezze materiali (la casa milanese distrutta dai bombardamenti, i proventi dai diritti d'autore compromessi per gli incendi subiti dagli editori) e con gli eventi storici il dilaniarsi del mondo ideale e spirituale della cultura nella quale aveva da sempre creduto. Al termine della guerra fu amareggiato dal procedimento avanzato nei suoi riguardi dalla Commissione di epurazione dell'università di Milano. Avvertiva la diffusa ostilità per la letteratura tedesca ritenuta da ignorare in quanto espressione del nemico vinto e non si avvicinò alle emergenti suggestioni neorealiste.

Negli ultimi anni di vita sposò l'attrice teatrale Mary Martello Maluta, tradusse le più importanti tragedie di Shakespeare e preparò, insieme all'allievo Emilio Mariano, l'antologia di liriche Orfeo (1949). L'E. si spense a Riva del Garda il 25 agosto 1951.

[Sabrina Fava]

Fonti e bibliografia: Fondazione «Arnoldo e Alberto Mondadori», Milano, Archivio editoriale Arnoldo Mondadori editore/Vincenzo Errante; Biblioteca Estense, Modena, fondo Editoriale Formìggini, carteggio A.F. Formìggini/V. Errante; V. Errante, Vincenzo Errante. Testimonianze con una scelta dalle lettere e dagli inediti, Milano, Colonnello, 1955.

DBI, vol. XLIII, pp. 242-246; TESEO '900, n. 275.

F. Cercignani, E. Mariano (edd.), Vincenzo Errante. La traduzione di poesia ieri e oggi, Milano, Cisalpino, 1993; S. Fava, Percorsi critici di letteratura per l'infanzia tra le due guerre, Milano, Vita e pensiero, 2004, pp. 216-221; M. Galfré, Il regime degli editori, Roma-Bari, Laterza, 2005, pp. 120-130; E. Rebellato, Vincenzo Errante, Fernando Palazzi e la «Scala d'oro»: due letterati-editori all'origine di una collana per ragazzi negli anni Trenta, in «Società e storia», 2012, n. 135, pp. 86-116.