Durante Antonio

Professioni: Maestro, direttore, amministratore pubblico
Ambiti di produzione: Associazionismo magistrale, comunismo, educazione popolare, politica scolastica, socialismo
Luoghi di attività: Molise, Abruzzo, Lazio, Italia

Nato a Pietracupa (Campobasso) il 16 marzo 1891 in una famiglia di modeste condizioni, Antonio Durante studiò presso la scuola normale di Velletri e si diplomò maestro nel 1909. Iniziò a insegnare nel comune di Frosolone (Campobasso), per poi passare a Balsorano (L'Aquila) nel 1910. Qui animò la realtà locale con un ricreatorio-biblioteca, rappresentazioni teatrali, giochi sportivi, gite, feste nella convinzione della responsabilità educativa anche sociale del maestro.

Vinto il concorso magistrale, rinunciò a trasferirsi a Roma, sentendo di poter essere più utile se fosse restato nella realtà rurale della Marsica. In breve si dedicò all'attività associativa professionale, diventando il rappresentante dei maestri per il circondario di Avezzano. Nel 1916 sposò Violetta De Blasis, anch'ella maestra, e dal matrimonio nacquero i figli Mario, Bruno e Faustino. Iscritto al Partito socialista dal 1918, fondò e diresse sezioni di partito e cooperative di lavoro e consumo e operò a livello amministrativo nel Comune di Balsorano.

Dopo la marcia su Roma, il D. cominciò a essere vittima della persecuzione fascista, a seguito della quale l'amministrazione comunale di Balsorano, prima, e le cooperative di lavoro e consumo, poi, furono costrette allo scioglimento. Dopo un tentativo non riuscito di purgarlo, fu costretto infine a lasciare la Marsica e a trasferirsi a Roma.

Nel 1925 superò il concorso nazionale per direttori didattici e nel 1927 fu assegnato alla sede di Carsoli, al confine tra la provincia aquilana e romana. Trascorsi i mesi di prova, non fu confermato nel ruolo, a causa del suo irriducibile antifascismo (nel frattempo aveva aderito al Partito comunista). Tornò a Roma dove insegnò presso la scuola «Enrico Toti». Pur vittima di incessanti inchieste e perquisizioni, poté proseguire comunque nell'esercizio della professione, grazie a una condotta inattaccabile e alla stima di cui era circondato.

Negli anni della guerra, si diede all'attività clandestina e insieme a Fausta Petri e a Gemma Russo, esponenti del Partito d'azione, animò il Comitato di liberazione nazionale della scuola. La sua famiglia pagò un altro tributo nella lotta partigiana: due figli, Mario e Bruno, furono catturati dai tedeschi e uccisi nei pressi di Tagliacozzo e i loro corpi mai ritrovati; il più giovane dei tre, Faustino, riuscì invece a salvarsi, fuggendo dal campo di concentramento di Cinecittà.

Dopo la Liberazione, il D. si rituffò nell'impegno associativo e soprattutto sindacale. Al primo congresso nazionale della CGIL (Napoli, 1945) fu eletto segretario nazionale dell'appena costituito Sindacato nazionale scuola elementare (SINASCEL), conservando tale incarico fino al 1947, al momento della separazione sindacale. Fece inoltre parte del direttivo dell'Associazione per la difesa della scuola di stato, sodalizio sorto per la tutela della scuola pubblica.

Il D. continuò a militare anche tra le file del Partito comunista per il quale fu eletto consigliere comunale a Roma nel 1956. Nel frattempo, era stato reintegrato nel ruolo di direttore didattico e dopo vari trasferimenti assunse infine la direzione del 72° circolo didattico di Roma. Nel 1960, alle soglie della pensione, venne promosso ispettore e assegnato alla circoscrizione di Breno (Brescia). Il D. morì ultranovantenne a Roma il 13 ottobre 1986.

[Irene Palombo]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione Generale Pubblica Sicurezza, Casellario politico centrale, b. 1871, f. 69621; Biblioteca «E. Ragionieri», Sesto Fiorentino (Firenze), fondo Ragionieri; Fondazione istituto «Gramsci», Roma, archivio Partito comunista italiano; A. Durante, Memorie di un maestro, Roma, Editori Riuniti, 1974.

Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, Milano, La Pietra, 1971, vol. II, p. 152; F. Pruneri, La politica scolastica del Partito comunista italiano, Brescia, La Scuola, 1999, pp. 12, 78-79, 317, 319, 326 e passim; M. Musu, E. Polito, Roma ribelle: la Resistenza nella capitale, 1943-1944, Milano, Teti, 1999, p. 199.