Amorosa Berengario Galileo

Professioni: Maestro, ispettore, funzionario ministeriale
Ambiti di produzione: Antropologia, cultura locale e folclore, editoria scolastica, geografia, stampa scolastica
Luoghi di attività: Molise, Abruzzo

Berengario Galileo Amorosa nacque a Riccia (Campobasso) il 10 settembre 1865. Sostenuto negli studi dal padre, educatore benemerito della comunità riccese, fu alunno in vari convitti (Assisi nel 1875 e poi dal 1879 a Napoli, e dall'anno successivo a Campobasso). Nel 1885 conseguì la licenza liceale a Napoli cui affiancò la patente magistrale di grado superiore.

Subito dopo si dedicò all'insegnamento elementare nel paese d'origine (1884-1889). In seguito fu inviato a Montenero di Bisaccia ove restò fino al 1891. Nel febbraio di quell'anno, infatti, risultò vincitore del concorso a ispettore scolastico, con destinazione Conegliano Veneto ove prese servizio il 27 marzo del 1891, restandovi per un anno. Peregrinò in seguito in varie altre sedi (Pieve di Cadore, 1892-1893; Sulmona, 1893-1895; Penne, 1895-1897; Sassari, 1897-1898 e infine per un periodo più ampio a Lanciano, 1898-1905), collaborando al «Bollettino magistrale» locale con articoli d'indole didattica e di politica scolastica.

Oratore eloquente, storico, letterato e scrittore, unì la personalità di intellettuale incline allo studio e al multiforme impegno culturale, ai tratti di figura eminente del mondo scolastico. Nel 1903 assunse la carica di provveditore agli studi, toccando anche in questa veste svariate sedi di servizio (Catanzaro, 1905-1908; Chieti, 1908-1913; Caserta, fino al 1919). Fu poi chiamato alla Direzione generale delle scuole italiane all'estero, ma rinunciò per motivi familiari a trasferirsi in America latina (restando al Ministero fino al 1920).

Nuovamente provveditore a Chieti, qui andò in pensione nel dicembre del 1923, dopo essere stato chiamato a far parte della Commissione centrale per la revisione dei libri di testo, presieduta nella prima tornata da Giuseppe Lombardo Radice.

L'ampia produzione dell'A. spazia dalle esperienze poetiche giovanili alla successiva pubblicistica, storica ed erudita interessata al materiale demologico sulle tradizioni molisane (Riccia nella storia e nel folklore, 1903), fino a quella destinata espressamente alla scuola.

L'attenzione riservata ai temi educativi è attestata dalla varietà e continuità dei suoi scritti: articoli apparsi in importanti riviste magistrali (l'«Avvenire educativo», SPES, n. 80; «Il Rinnovamento scolastico», ivi, n. 895 e «Il Risveglio educativo», ivi, n. 910); gli interventi dedicati alle questioni scolastiche e pedagogiche nei primi vent'anni del '900 (Note didattiche e di politica scolastica: saggi critici, 1903; La scuola in provincia di Terra di Lavoro nei primi tre anni di guerra: note ed appunti, 1918); le memorie sul mondo scolastico ed i suoi principali protagonisti, attinte dalle diverse esperienze vissute nei molti luoghi con cui l'autore venne in contatto e raccolte sotto la forma narrativa breve del medaglione biografico, del saggio e del bozzetto.

Nel volume Paria moderno. Documenti umani (1895), in particolare, l'A. riportò storie vere di vita, di tanti maestri e maestre «paria», vittime di discriminazioni e ingiustizie sociali nell'Italia postunitaria; nei ricordi de Il duro calle. Memorie d'un ispettore scolastico (1912) si pose ancora quale narratore esterno e allo stesso tempo personaggio interno del mondo narrato.

All'A. si devono inoltre due volumi di cultura locale (Molise e Abruzzo, 1924 e 1925) all'interno della collezione Mondadori degli almanacchi regionali. I due sussidiari si connotarono in senso segnatamente antropo-geografico, lasciando un ampio spazio agli usi locali, ai costumi, alla poesia dialettale, ai rituali tipici, accanto all'accumulo dei materiali eruditi cari all'autore. Ritorna in queste pagine quella sorta di compromesso rinvenibile nella pratica scrittoria dell'autore, tra la tendenza all'invenzione e le ricerche storico-erudite, una tensione contrapposta tra la disponibilità alla scrittura in sé letteraria e l'inclinazione all'osservazione diretta della realtà sociale, scolastica o folklorica. L'A. morì a Roma il 5 maggio 1937.

[Michela D'Alessio]

Fonti e bibliografia: SPES, nn. 80, 895 e 910; A. Tirabasso, Breve dizionario biografico del Molise, Oratino, Tip. «La Squilla del Molise», 1932, p. 14; A. Santoriello, Riccia tra biografie e storia. Ricerche su personaggi illustri dell'Ottocento e del Novecento, Riccia, Associazione culturale «P. Vignola», 1997, pp. 125-136 e 196-197; B. Bertolini, R. Frattolillo, Molisani, milleuno profili e biografie, Campobasso, Edizioni Enne, 1998, pp. 15-16.

B.G. Amorosa, Autobiografia, in In memoria del G. Uff. Dottor Berengario Galileo Amorosa Provveditore agli studi, s.e., s.d. [1938], pp. 11-23; G. Palmieri, A. Santoriello (edd.), Berengario Galileo Amorosa, Riccia, Associazione culturale «P. Vignola», 1989; G. Palmieri, Il contributo della «Rivista abruzzese agli studi del Molise», in «Rivista storica del Sannio», 2000, n. 13, pp. 305-323; M. D'Alessio, Scuola e lingua nel Molise di fine Ottocento, Napoli, ESI, 2005, pp. 130-166; A. Barausse, M. D'Alessio, «Dalla piccola alla grande patria». Libri dialettali e almanacchi regionali per la scuola elementare, in TESEO '900, p. XLIII.