De Cristoforis Malachia

Professioni: Medico, uomo politico, amministratore locale
Ambiti di produzione: Assistenza, didattica, igiene, massoneria, medicina, politica scolastica
Luoghi di attività: Lombardia

Malachia De Cristoforis nacque a Milano il 9 novembre 1832 in una famiglia di nobile discendenza. Compiuti i primi studi in Milano, si iscrisse alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell'università di Pavia ove si laureò nel 1856. Il D.C. si segnalò subito come una personalità poliedrica, capace di unire agli interessi professionali, clinici e scientifici una forte inclinazione per l'impegno civile e patriottico. Nel 1848 prese parte attiva alle Cinque giornate di Milano e negli anni successivi mantenne vivo l'impegno nella causa risorgimentale e nei temi della vita politica e sociale.

Intraprese una brillante carriera clinica e scientifica, lavorando all'ospedale Maggiore di Milano, dove si dedicò al comparto speciale delle ammalate incinte, partorienti, puerpere e nutrici. Nel 1887 contribuì alla fondazione dell'Opera pia Guardia ostetrica che diede alla città un servizio efficiente e un presidio sicuro per le urgenze specialistiche.

Di sentimenti democratici e affiliato alla massoneria milanese, militò nelle file dei radicali. Fu figura di primo piano nella vita politica meneghina: consigliere provinciale (1876-1889) e comunale (1885-1894), poi deputato (1895-1904), di nuovo consigliere comunale (1899-1910) e assessore all'istruzione primaria durante la Giunta popolare Mussi fino al 9 dicembre 1903. Nel 1905 fu nominato senatore.

Nel consiglio comunale milanese si occupò attivamente di questioni legate all'istruzione dal punto di vista edilizio, igienico, didattico e disciplinare. Raccomandò modifiche all'arredamento, a partire dai banchi inadatti per forma e misura, talora tali da costringere gli scolari a posizioni dannose. Suggerì di creare aule più piccole, capaci di 35-40 alunni al massimo, latrine collocate al centro dell'edificio e prospettanti su un cavedio e corridoi più larghi in considerazione del fatto che nella stagione invernale spesso la ricreazione doveva aver luogo all'interno della scuola.

Sottolineò la necessità di istituire la carica di medico scolastico cui affidare le visite di accettazione all'iscrizione alla prima classe e la vigilanza sulla salute degli allievi. Si fece altresì interprete dell'esigenza di inserire nel sistema scolastico un direttore didattico generale esperto di pedagogia, dato che i sovraintendenti scolastici erano semplici funzionari amministrativi, con compiti disciplinari.

Entrò anche nel merito delle questioni didattiche, consigliando che ogni classe fosse fornita di materiali come il metro, la bilancia, le carte geografiche, raccolte di semi, di frutti e di fiori, necessari all'insegnamento oggettivo. In riferimento all'adempimento dell'obbligo scolastico il D.C. era convinto che la sua evasione fosse da contrastare, utilizzando un sistema simile a quello adottato per il servizio di leva.

Il medico milanese intervenne in consiglio comunale anche sulla questione dell'insegnamento religioso nelle scuole. Egli riteneva che la laicità della scuola, voluta dalla legge Coppino del 1877, fosse un principio irrinunciabile per educare gli italiani alla libertà di pensiero, sottraendoli al controllo della Chiesa. In coerenza con queste tesi durante il suo assessorato sospese l'insegnamento religioso nelle scuole elementari.

In Parlamento presentò alcune proposte di legge in materia d'istruzione: nel 1897 sul riordinamento dell'istruzione media; nel 1902 sul contributo scolastico, che prevedeva il versamento da parte delle famiglie agiate di una tassa annuale, per migliorare le condizioni delle scuole e aumentare gli stipendi degli insegnanti, e sull'avocazione alle province dell'amministrazione delle scuole elementari pubbliche (si veda Proposte di riforma amministrativa per la scuola elementare popolare, 1910).

Il suo nome è legato, inoltre, ad altre iniziative civili: promosse l'Opera pia per la protezione dei fanciulli; fu presidente della Società per la cura climatica gratuita degli alunni poveri della scuole di Milano; fu sostenitore della cremazione dei morti; fu presidente del Comitato centrale di propaganda per la ricerca della paternità e la tutela dei figli illegittimi. Intervenne anche nel campo della medicina del lavoro, contribuendo a fondare la prima clinica del lavoro a Milano.

Negli ultimi anni della sua vita, si ritirò dalla professione medica, ma non cessò di interessarsi dei problemi sociali e politici. Alla vigilia della Grande guerra fu un fervente interventista. Il D.C. morì a Milano il 28 dicembre 1915.

[Anna Comi]

Fonti e bibliografia: DBI, vol. XXXIII, pp. 595-598.

M. Punzo, Socialisti e radicali a Milano: cinque anni di amministrazione democratica (1899-1904), Firenze, Sansoni, 1979, pp. 8, 13-14, 23, 27-28, 75, 85, 103, 111-113 e passim; A. Forti Messina, Malachia De Cristoforis: un medico democratico nell'Italia liberale, Milano, Angeli, 2003.