De Angelis Filippo

Professioni: Sacerdote, vescovo, benefattore
Ambiti di produzione: Assistenza, educazione femminile, istruzione popolare
Luoghi di attività: Marche

Filippo De Angelis nacque in Ascoli Piceno il 16 aprile 1792, figlio di un ricco possidente, Vincenzo, e della marchesa Maria Alvitreti. Studiò presso il seminario di Ascoli e venne ordinato sacerdote nel 1815, diventando poi canonico della cattedrale ascolana. A Roma conseguì la laurea in Diritto nel 1818 e quella in Teologia l'anno successivo. Promosso prelato domestico nel 1823, don Filippo divenne vescovo titolare di Leuca, in Tracia, dal luglio 1826 e, inoltre, visitatore apostolico della diocesi di Forlì. Qui diede vita a vari istituti di beneficenza e si adoperò per ristabilire maggiore disciplina ecclesiale e migliorare l'organizzazione degli studi.

Nel 1830 fu nominato da Pio VIII arcivescovo di Cartagine e nunzio pontificio in Svizzera, dove difese strenuamente i diritti della Chiesa, minacciata da diversi focolai di ribellione. Fu poi vescovo di Montefiascone e Corneto ove cercò di migliorare la vita del seminario e riordinarne gli studi. Gregorio XVI lo elevò infine al rango di cardinale nel concistoro del 13 settembre 1838.

Nel 1842 fu assegnato alla sede arcivescovile di Fermo. Le sue preoccupazioni pastorali furono dirette prima di tutto, anche qui, al seminario e all'istruzione catechistica dei fanciulli, cui pare si dedicasse personalmente in occasione delle periodiche visite pastorali. Promosse l'apertura della Casa delle fanciulle povere e dell'orfanotrofio femminile, la cui gestione venne affidata alle Figlie della carità di S. Vincenzo, fortemente volute dal presule nella propria diocesi.

Intransigente oppositore dello Stato liberale e strenuo difensore del potere temporale, dopo la proclamazione della repubblica a Roma e la fuga di Pio IX a Gaeta, la notte dell'11 marzo 1849, fu arrestato per ordine dello stesso Giuseppe Mazzini e rinchiuso nella fortezza di Ancona fino al 18 giugno, quando la città tornò in mano degli Austriaci.

All'ingresso delle truppe piemontesi a Fermo, nel 1860, fu nuovamente arrestato e deportato a Torino. Poté fare ritorno nella sua diocesi solo nel 1866. Nel 1870 esercitò le funzioni di presidente del Concilio Vaticano I. Per le sue benemerenze, fu nominato camerlengo di S. Romana Chiesa nel 1873. Mons. D.A. morì a Fermo l'8 luglio 1877.

[Irene Palombo]

Fonti e bibliografia: documentazione sul D.A. è conservata presso l'Archivio storico arcivescovile, Fermo, fondi Corrispondenza, Visite pastorali e Sinodi e presso la Biblioteca dell'ex Facoltà di Scienze Politiche, Università di Teramo, carte De Angelis; C. Tomassini, Lettere inedite di Pio IX al card. De Angelis di Fermo, in «Studi maceratesi», 1973, n. 9, pp. 424-434.

DBI, vol. XXXIII, pp. 277-281; E. Tassi, Gli arcivescovi di Fermo nei secoli XIX e XX, Fermo, Andrea Livi, 2006, pp. 101-124; G. Leti, Fermo e il cardinale Filippo de Angelis, Roma, Dante Alighieri, 1902; R. Illuminati, Il card. Filippo De Angelis arcivescovo di Fermo. 1842-1877, tesi di dottorato, Pontificia Università Gregoriana, Roma, 1968; G. Piergallina, Il giornale del card. Filippo De Angelis della sua deportazione e dell'assedio del forte di Ancona (1849), in «Atti e memorie», serie 8, vol. V (1966-1967), Ancona, Deputazione di storia patria per le Marche, 1969, pp. 119-154; P. Petruzzi, Gli inizi dell'episcopato fermano del card. Filippo Maria De Angelis: il sinodo diocesano del 1845, in «Studia Picena», 1997, n. 62, pp. 317-362.