Amoretti Carlo

Professioni: Sacerdote, professore, professore universitario
Ambiti di produzione: Arte, divulgazione agraria, economia, politica scolastica, scienze
Luoghi di attività: Emilia Romagna, Lombardia

Carlo Amoretti nacque a Oneglia (Imperia) il 16 marzo 1741 da una ricca famiglia di commercianti. Studiò presso il collegio degli Scolopi di Oneglia e nel 1756 entrò nell'ordine agostiniano. Per completare e approfondire gli studi di teologia, lettere moderne e fisica si recò nel 1757 a Pavia e in seguito nel 1762 a Parma, dove fu nominato professore di Teologia dogmatica e morale e direttore delle scuole di Borgo Sandonnino.

Nel 1769 fu chiamato a insegnare Diritto canonico all'università di Parma. Nello stesso anno, con il consenso dell'autorità ecclesiastica, si secolarizzò. L'A. fece parte del gruppo riformatore del ministro Du Tillot e sostenne in particolar modo i progetti di rinnovamento scolastico. L'allontanamento della Compagnia di Gesù con l'esigenza di sostituire i padri gesuiti fornì al governo ducale l'occasione per procedere al riordino delle loro scuole. Esso si rivelò di notevole ampiezza, ben oltre la semplice sostituzione di insegnanti.

Le Costituzioni per i nuovi Regi Studi, emanate nel febbraio 1768, delinearono infatti un ordinamento degli studi imperniato su un sistema organico di scuole, dalle elementari all'università, sorvegliate dallo Stato e rinnovate nei metodi e nei programmi di insegnamento.

Nel 1772, in seguito alla caduta del Du Tillot, l'A. lasciò Parma e si trasferì a Milano, dove divenne istitutore dei figli del marchese Cusani. Nella città lombarda si affermò soprattutto come erudito enciclopedico e poligrafo, occupandosi non solo del sapere umanistico e religioso, ma anche di discipline scientifiche (chimica, botanica, geologia) ed economiche.

L'insofferenza per tutti gli ostacoli che ancora ritardavano la piena integrazione culturale dell'Italia con l'Europa e l'avvertita necessità di moltiplicare i canali attraverso cui potessero circolare le nuove idee e di superare il disagio della diversità delle lingue, lo condussero, nel 1775, a dar vita insieme al padre Francesco Soave, di cui era stato collega a Parma, al periodico «Scelta di opuscoli interessanti tradotti da varie lingue», poi «Opuscoli scelti», pubblicato fino al 1803. L'obiettivo era quello di realizzare un costante aggiornamento rispetto alla cultura degli altri paesi europei.

La durata dell'opera, lo spazio che essa si conquistò e il fatto che ancora in età napoleonica venisse utilizzata, dimostrano l'interesse che suscitò e la sua capacità di assolvere il compito assegnatole. L'A., insieme al Soave, continuò il lavoro di direzione e compilazione degli «Opuscoli» fino alla loro chiusura, dando il proprio contributo di traduzioni, di comunicazioni oltre a qualche breve saggio originale. Pubblicò anche un'edizione italiana della Storia delle arti del disegno presso gli antichi, di Johan Joachim Winckelmann (1799).

Il maggiore interesse dell'A. in questo periodo si rivolse tuttavia alle scienze agrarie e all'economia: partecipò alle iniziative volte a sviluppare l'attività economica della Lombardia e fu membro della Società patriottica milanese, della quale, nel 1783 divenne segretario. In seguito l'A. tradusse molti studi stranieri di agricoltura e ne scrisse di propri.

Quando nel 1796 Milano venne occupata dai francesi, non sposò la causa repubblicana e venne allontanato dalla Società patriottica. La sua opposizione al governo repubblicano non dovette essere tuttavia molto forte, poiché già nel 1797 venne nominato bibliotecario dell'Ambrosiana. Subentrato il moderato governo napoleonico, l'A. vide subito riconosciute le sue capacità: nel 1803 fu nominato membro dell'Istituto nazionale e nel 1808 consigliere delle miniere; fu inoltre esponente di diverse Accademie e Istituti locali.

All'A. si devono, oltre a quelle già citate, altre numerose pubblicazioni, dai resoconti di viaggi al Trattato della pittura di Leonardo da Vinci (1804), a cui aggiunse in premessa una memoria sulla vita, sugli studi e sulle opere di Leonardo, che rinnovarono completamente la biografia dell'artista; dal Codice diplomatico sant'ambrosiano delle carte dell'ottavo e nono secolo (1805) a una Guida di Milano pubblicata in francese (1805). L'A. morì a Milano il 24 marzo 1816.

[Elisa Mazzella]

Fonti e bibliografia: documentazione sull'A. è conservata presso la Biblioteca del collegio «Alberoni», Piacenza e nella Biblioteca civica di Bassano del Grappa; le opere inedite dell'A. si trovano in gran parte all'Istituto Lombardo di scienze e lettere, Milano; AS, Milano, Autografi, c. 107, f. 42; Studi, p.m., c. 43; Commercio, p.m., c. 204.

DBI, vol. III, pp. 9-10.

C. Rossi Ichino, Francesco Soave e le prime scuole elementari tra il '700 e l'800, in P. Brotto, V. Mazzucchelli (edd.), Problemi scolastici ed educativi nella Lombardia del primo Ottocento, Milano, SugarCo, 1977, vol. I, pp. 104-118; G.P. Brizzi (ed.), Il catechismo e la grammatica. II. Istituzioni scolastiche e riforme nell'area emiliana e romagnola nel '700, Bologna, Il Mulino, 1986, pp. 165-194; R. Sani (ed.), Educazione e istituzioni scolastiche nell'Italia moderna (secoli XV-XIX), Milano, Isu-Università Cattolica, 1999, pp. 646-650 e 685-686; F. Della Peruta, Cultura e organizzazione del sapere nella Lombardia dell'Ottocento. L'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere dalla fondazione all'Unità d'Italia, in A. Robbiati Bianchi (ed.), L'Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere (secoli XIX-XX). Storia istituzionale, Milano, Libri Scheiwiller, 2007, pp. 3-161; E. Brambilla, C. Capra, A. Scotti, Istituzioni e cultura in età napoleonica, Milano, Angeli, 2008, pp. 23-24, 41-42, 67, 87-88 e passim.