Curci Carlo Maria

Professioni: Sacerdote
Ambiti di produzione: Cultura religiosa, Gesuiti, movimento cattolico
Luoghi di attività: Campania, Italia

Carlo Maria Curci nacque a Napoli il 4 settembre 1809 ed entrò nella Compagnia di Gesù nel settembre 1826, rinunciando agli studi di Giurisprudenza ai quali lo aveva avviato il padre avvocato. Ordinato sacerdote nel 1836, insegnò Ebraico e Sacra Scrittura nel collegio del «Gesù nuovo» di Napoli, quindi si trasferì nel collegio di Lecce (1838-1840). Già vicino alle idee del Primato di Vincenzo Gioberti, si misurò poi con questi in una violenta polemica in seguito alla sua successiva polemica antigesuitica.

Difensore del potere temporale dei pontefici, durante l'esilio parigino dopo l'allontanamento dei Gesuiti da Napoli nel 1848 pubblicò diversi scritti in proposito e fu nel 1850, prima a Napoli e poco dopo a Roma, il primo direttore de «La Civiltà cattolica», sostenendo le posizioni del più rigoroso intransigentismo. Secondo il C. il liberalismo era la fonte di tutti i mali del tempo, culturali e religiosi, nonché dell'attacco all'indipendenza del pontefice.

Numerosi furono i suoi interventi di natura educativa, soprattutto fra il 1853 e il 1855, in cui criticò l'idea stessa di una scuola aperta a tutti, preferendole la tradizionale istruzione catechistica per il popolo; avanzò altresì riserve nei confronti degli asili d'infanzia. Alla luce di quella che comunque restava una viva sensibilità sociale e di un'attenzione al dibattito pedagogico, si occupò inoltre delle case di correzione per i minori, mentre più tardi, negli anni '70, si sarebbe adoperato per la nascita a Pisa di una «pensione universitaria».

Le posizioni del C. in merito all'unità nazionale erano tuttavia destinate a mutare dopo il 1870, fino a sostenere una prospettiva apertamente conciliatorista e ad abbandonare la stessa Compagnia nel 1877, poco dopo la pubblicazione delle Lezioni esegetiche e morali sopra i Quattro Evangeli (1874).

In esse la fine del potere temporale era vista quale evento non solo provvidenziale, ma anche utile a una rinnovata presenza della Chiesa come poi sarebbe emerso dal carteggio con padre Giovanni Piamarta e a un diverso rapporto con la modernità, in termini assai lontani da quella delineata nel Sillabo.

Le opere nettamente antitemporaliste e assai polemiche del C., soprattutto Il Vaticano regio, tarlo superstite della Chiesa cattolica (1884), furono messe all'Indice ed egli stesso sospeso a divinis. Si sottomise però alla condanna e indirizzò la sua riflessione verso nuovi temi, pubblicando nel 1885 lo scritto Di un socialismo cristiano nella quistione operaia, originale sintesi fra ispirazione conciliatorista e problema sociale. Il C. morì a Firenze, dopo essere stato riammesso da qualche mese nella Compagnia di Gesù, l'8 giugno 1891.

[Edoardo Bressan]

Fonti e bibliografia: DBI, vol. XXXI, pp. 417-422; DSMCI, vol. II, pp. 142-146; EP, vol. II, c. 3427; PE, pp. 155-156.

R. Aubert, A.M. Ghisalberti, E. Passerin d'Entrèves (edd.), Chiesa e Stato nell'800, Padova, Antenore, 1962, vol. II, pp. 609-645; A.C. Jemolo, Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni, Torino, Einaudi, 1971, pp. 290-295; G. De Rosa, Il movimento cattolico in Italia. Dalla Restaurazione all'età giolittiana, Roma-Bari, Laterza, 1972, pp. 65-68; G. Mucci, Il primo direttore de «La Civiltà cattolica»: Carlo Maria Curci tra cultura dell'immobilismo e cultura della storicità, Roma, La Civiltà cattolica, 1986; F. Molinari (ed.), Giovanni Piamarta e il suo tempo (1841-1913), Brescia, Queriniana, 1987, pp. 140-152; G. Mucci, Carlo Maria Curci. Il fondatore de «La Civiltà cattolica», Roma, Studium, 1988; L. Pazzaglia (ed.), Chiesa e prospettive educative in Italia tra Restaurazione e unificazione, Brescia, La Scuola, 1994, pp. 123-124 e 831-832; P. Vismara, La Chiesa nella storia. Note su alcune critiche di Carlo Maria Curci al «Gesuita moderno», in «Rivista di storia della chiesa in Italia», 2010, n. 1, pp. 55-69.