Conti Augusto

Professioni: Professore, ispettore, professore universitario, uomo politico, amministratore pubblico
Ambiti di produzione: Filosofia, pedagogia
Luoghi di attività: Toscana

Nato a S. Pietro alle Fonti, piccola frazione di S. Miniato (Pisa), il 6 dicembre 1822 da famiglia molto religiosa, Augusto Conti frequentò il liceo annesso al locale seminario. In seguito seguì corsi giuridici prima presso l'università di Siena e poi in quella di Pisa, ma gli anni universitari si rivelarono per il giovane Augusto alquanto contrastati e difficili a causa del suo carattere ribelle e dei suoi marcati ideali patriottici. Dopo essere stato arrestato e rinchiuso nel carcere di Livorno per aver bastonato un professore, riuscì infine a completare gli studi a Lucca e, a partire dal 1846, cominciò a esercitare la professione forense.

Nel 1848 si unì al battaglione dei volontari fiorentini e combatté a Curtatone, Custoza e Villafranca. L'anno successivo intraprese la carriera di docente, insegnando Filosofia elementare nelle scuole di S. Miniato. Qui restò fino al 1856, quando fu scelto per la cattedra di Filosofia razionale e morale del liceo di Lucca, incarico che lo convinse ad abbandonare definitivamente l'avvocatura.

Tra gli anni '50 e '60 il C. collaborò con il periodico «La Famiglia e la scuola» (SPES, n. 475) e, dietro l'invito di Raffaello Lambruschini, allora ispettore generale degli studi in Toscana, accettò di coadiuvarlo nel ruolo di ispettore per l'insegnamento della Filosofia e delle Lettere nelle scuole classiche della Toscana. Poco dopo fu nominato professore di Filosofia teoretica presso l'Istituto di studi superiori di Firenze dove, eccezion fatta per una parentesi pisana dal 1862 al 1867, insegnò fino alla quiescenza.

Nel primo ventennio post-unitario la vita culturale e politica del C. fu particolarmente intensa e densa di avvenimenti. Dal 1864 al 1867 fece parte del Consiglio superiore della P.I.; nel 1865 fu eletto deputato per la circoscrizione di S. Miniato, sedendo per due legislature nelle file della Destra (fino al novembre 1870). Nel corso della sua esperienza parlamentare aderì al programma moderato de «L'Opinione», si oppose alla legge per la liquidazione dell'asse ecclesiastico e a quella sulla leva dei chierici e si astenne dal voto con il quale il Parlamento si impegnava a risolvere la questione romana con le armi.

Abbandonate le tesi federaliste della giovinezza (Sulla liberazione d'Italia, 1859), condivise l'ideale nazionale unitario e monarchico-sabaudista, biasimando però la coesistenza a Roma della capitale del Regno e della sede del Papato. A lungo, comunque, auspicò la conciliazione tra Chiesa e Stato, che avrebbe posto «la società italiana al riparo della colossale potenza conservatrice del papato». Per realizzare tale accordo, tuttavia, lo Stato avrebbe dovuto abrogare la legislazione «persecutrice», nonché riconoscere solennemente con un concordato il «ruolo sovranazionale e l'indipendenza del pontefice».

Dalla metà degli anni '60, e con vari intervalli sino al 1888, il C. fu anche consigliere e assessore del comune di Firenze nonché membro della giunta provinciale. Nel 1869 fu nominato accademico della Crusca e, dal 1873, eletto «arciconsolo» del sodalizio, carica che, tolta una breve interruzione, tenne fino alla morte. In tale veste diede nuovo impulso ai lavori per la compilazione del Vocabolario, insieme a Nicolò Tommaseo e a Gino Capponi sostenne il dibattito sulla voce «cattolicità» e promosse numerose conferenze sui dialetti della Toscana.

Nel 1887 fondò l'Associazione nazionale per soccorrere i missionari cattolici italiani e cercò di sostenere con discorsi e articoli la ripresa in Africa di una politica di espansione al fine di diffondere la lingua italiana e la civiltà cristiana nelle «terre barbariche».

Considerato importante rappresentante dell'orientamento filosofico spiritualista cristiano, il C. si scontrò con le manifeste riserve di positivisti e neoidealisti. Ebbe un'assoluta predilezione per le dottrine di S. Tommaso ed esplicò palesemente il suo forte legame con il tomismo nell'opera Storia della filosofia. Lezioni (1864, 2 voll.).

In ambito pedagogico riprese e sviluppò molte intuizioni del Tommaseo (L'armonia delle cose, 1878; Nuovi discorsi del tempo, 1896), definendo l'educazione come perfezionamento umano: «L'educazione religiosa – egli scriveva – è l'arte di perfezionare l'uomo nella società religiosa; l'educazione civile è l'arte di perfezionare l'uomo nella civile società; l'educazione privata è l'arte di educare l'uomo verso se stesso». Secondo il C. il perno di tutta l'arte e la scienza pedagogica stava nell'educare la volontà al fine «di vincere le fiacchezze, i temporanei e fuggitivi appetiti, le voglie non considerate».

A tale fondamentale esigenza fu legata l'intera attività del C. come filosofo, pedagogista ed uomo politico, ma anche quale autore di numerose opere minori di pedagogia popolare, religione ed arte, tra le quali si ricordano in particolare I doveri del soldato (1859), I discorsi del tempo in un viaggio d'Italia (1867), Cose di storia e d'arte (1874) e Religione ed arte (1891). Il C. morì a Firenze il 6 marzo 1905.

[Luigiaurelio Pomante]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., fondo Personale (1860-1880), b. 631.

DBI, vol. XXVIII, pp. 367-371; DSMCI, vol. II, pp. 117-121; EIPS, vol. I, p. 568; EP, vol. II, cc. 3186-3188; IBI, vol. III, p. 1037; PE, p. 148; SPES, n. 475.

C. Salotti, Il pensiero e l'anima di Augusto Conti, Roma, Coop. poligrafica editrice, 1905; A. Alfani, Della vita e delle opere di Augusto Conti, Firenze, Alfani e Venturi, 1906; L. Visconti, Due grandi educatori: Augusto Conti e Raffaele Lambruschini, Napoli, Pierro, 1906; G. Barzellotti, Due filosofi italiani: Augusto Conti e Carlo Cantoni, in «Nuova antologia», 1908, pp. 177-192; F. Baroni Guarinoni, Il soggiorno a Lucca di Augusto Conti e la cultura lucchese alla metà del secolo passato. Note e ricordi, Lucca, Tip. Baroni, 1914; G. Gentile, Le origini della filosofia contemporanea in Italia, Messina, Principato, 1917, pp. 355-363; L. Magi, Augusto Conti, Milano, Pro familia, 1924; G. De Felice, Augusto Conti vent'anni dopo la sua morte, in «Rivista internazionale di Scienze sociali», 1925, n. 103, pp. 397-406; A. Lantrua, La filosofia di Augusto Conti, Padova, CEDAM, 1955; G. Tagliero, Il pensiero filosofico di Augusto Conti 1822-1905, in «Salesianum», 1956, pp. 3-47; F. Malgeri, Le riunioni del 1879 in casa Campello, in «Rassegna di politica e storia», 1960, n. 65, pp. 22-32 e n. 68, pp. 6-19; M. Casotti, La neoscolastica e la storia della pedagogia, in «Pedagogia e vita», 1960-1961, n. 4, pp. 292-302; P. Scoppola, Crisi modernista e rinnovamento cattolico in Italia, Bologna, il Mulino, 1969, pp. 95-101.