Compagnoni Giuseppe

Professioni: Sacerdote, scrittore, uomo politico
Ambiti di produzione: Istruzione militare, istruzione popolare, politica scolastica
Luoghi di attività: Emilia Romagna, Lombardia

Giuseppe Compagnoni nacque a Lugo di Romagna il 3 marzo 1754. Fu indirizzato dal padre alla carriera ecclesiastica, ma si dedicò contemporaneamente anche agli studi di giurisprudenza, alternando la lettura di Grozio, Pufendorf, Montesquieu, Beccaria e Filangieri. Nel 1778, dopo essere stato ordinato sacerdote, si laureò in Teologia. Nel 1785 accettò l'invito di Ristori di recarsi a Bologna a dirigere le Memorie enciclopediche: iniziò così l'attività di letterato e poligrafo, che rappresentò la sua principale attività per tutta la vita.

Nel 1786, in seguito all'intervento del card. Francesco Carafa, venne nominato segretario presso i Bentivoglio d'Aragona. Al seguito della potente famiglia si recò a Torino e a Venezia ed entrò in contatto con numerosi personaggi illustri, in particolare il chimico Vincenzo Dandolo, con il quale strinse una duratura amicizia. Alla fine del 1788 lasciò i Bentivoglio, smise l'abito talare e iniziò a dirigere la gazzetta politica «Notizie del mondo», incarico ricoperto fino al 1794. Nel 1796 diede vita a un suo giornale, il «Mercurio d'oro» e nello stesso anno si trasferì da Venezia a Ferrara ove, dopo aver contribuito alla redazione della Costituzione della Repubblica Cispadana, fu nominato professore di Diritto presso la locale università.

L'11 novembre 1797, però, avendo ottenuto da Bonaparte la nomina a iuniore nell'Assemblea Cisalpina, lasciò l'insegnamento e si trasferì a Milano. Durante la restaurazione austro-russa riparò in Francia. Rientrato a Milano, rifiutò la cattedra di Economia politica all'università di Pavia e il 18 novembre 1800 fu nominato «promotore della pubblica istruzione» nella seconda Cisalpina. Con questo ruolo elaborò un progetto di riforme nel quale suggeriva di imprimere il massimo sviluppo alle scuole popolari. Il C. attribuiva infatti – come si rileva dalle Considerazioni sulle relazioni politico-diplomatiche della Repubblica italiana, indirizzate al Melzi d'Eril nell'aprile 1802 – all'educazione pubblica e all'esercito un ruolo determinante per la creazione di un nuovo Stato nazionale.

Il progetto di C. non venne approvato perché considerato utopico dagli esponenti moderati, contrari all'apertura del sistema scolastico ai ceti popolari; la difficoltà inoltre di reperire maestri abili e di trovare fondi sufficienti impedì concretamente l'attuazione. Dal 1803 al 1810 il C. fu segretario del Consiglio legislativo poi denominato di Stato. Dopo la caduta del Regno abbandonò la politica e riprese l'attività di giornalista e poligrafo. Fu autore di numerose opere che spaziarono dai trattati di giurisprudenza, grammatica e morale, alle compilazioni erudite ai compendi e libri stranieri. Il C. morì a Milano il 29 dicembre 1833.

[Elisa Mazzella]

Fonti e bibliografia: documenti sul C. sono conservati in AS, Milano, fondo Autografi, sezione Uomini celebri delle scienze e delle lettere, c. 122, f. 27; AS, Venezia, Inquisitori di Stato, c. 1252/1391.

DBI, vol. XXVII, pp. 654-661.

L. Mannori, Giuseppe Compagnoni, costituzionalista rousseaviano, in «Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno», 1986, pp. 621-636; E. Camerlo, E. Savino (edd.), I libri di Giuseppe Compagnoni, Bologna, Analisi, 1990; R. Ellero, Giuseppe Compagnoni e gli ultimi anni della Repubblica di Venezia, Roma, Jouvence, 1991; U. Marcelli, Costituzionalismo e utopia in Giuseppe Compagnoni, Faenza, F.lli Lega, 1991; S. Medri, (edd.), Giuseppe Compagnoni: un intellettuale tra giacobinismo e restaurazione, Bologna, Analisi, 1993; G. Armani, Giuseppe Compagnoni nei congressi della Repubblica Cispadana, Firenze, Le Monnier, 1998; M. Savini, La condizione umana di Giuseppe Compagnoni nei primi tempi della restaurazione, Bologna, La Fotocromo emiliana, 2001; S. Polenghi, Fanciulli soldati. La militarizzazione dell'infanzia abbandonata nell'Europa moderna, Roma, Carocci, 2003, pp. 144-148.