Amati Amato

Professioni: Professore, preside, funzionario ministeriale, amministratore pubblico
Ambiti di produzione: Assistenza, geografia, politica scolastica, storia della pedagogia
Luoghi di attività: Lombardia, Lazio

Amato Amati nacque a Monza il 24 gennaio 1831. Studente a Pavia, di sentimenti liberali, dopo il 1848 si rifugiò a Torino, poi si trasferì in Francia e qui completò gli studi, laureandosi in Lettere. Rientrato in Italia, iniziò nel 1852 la sua attività di insegnante che esercitò tra Torino, Padova e Milano. In quest'ultima città affiancò, dal 1870, l'impegno di docente con quello di consigliere comunale, occupandosi in tale veste soprattutto di questioni scolastiche. Appoggiò, in particolare, il sostegno dell'amministrazione meneghina in favore della scuola «Manzoni» e della scuola professionale promossa da Laura Solera Mantegazza. Fu inoltre tra i fondatori, e poi segretario e vicesegretario, della casa di ricovero «Umberto di Turate per i veterani invalidi.

Nominato preside, peregrinò in varie città (Bergamo, 1873; Lodi, 1874; Como, 1875) e infine Cagliari (1879) dove fu chiamato a ricoprire l'incarico di provveditore agli studi. In questo periodo l'A. pubblicò, oltre a un volume sul Beccaria e soprattutto al Dizionario Corografico d'Italia (1875-1885, 8 voll.) parecchi scritti, molti dei quali apparsi nei «Rendiconti» dell'Istituto Lombardo, del quale era membro corrispondente, su tematiche educative e scolastiche (Del nesso fra l'istruzione primaria e secondaria e fra i vari rami dell'una e dell'altra secondo i vigenti programmi, 1872; Intorno alle cause che impediscono il progresso dell'istruzione secondaria, 1873 e altri). Nella nota L'istruzione e la delinquenza in Italia dal 1871 al 1884, l'A. confutò, dati statistici alla mano, la tesi secondo cui la crescente conflittualità della società italiana e l'aumento della delinquenza nell'Italia del tempo erano da collegare alla diffusione dell'istruzione, preferendo ricondurle alla miseria sociale ed economica delle plebi. L'A. accompagnò l'attività di studioso con un'intensa attività in favore della creazione d'istituti d'istruzione e di assistenza.

Nel 1871 presentò al ministro della P.I. un dettagliato progetto di riforma dell'istruzione secondaria. Dedicò attenzione anche ad alcune figure significative di pedagogisti e educatori (Aristide Gabelli, 1893 e lo studio biografico su Carlo Ravizza, 1896) e alle principali vicende scolastiche prima e dopo l'Unità (Del movimento delle scuole elementari, classiche e tecniche in Milano e nella Lombardia dal 1857 al 1870, 1870 e L'educazione e l'istruzione privata patriottica in Italia dal 1815 al 1859, 1902).

Sul versante dei suoi interessi geografici vanno segnalati contributi sull'importanza dello studio della geografia (nel 1902 partecipò al Congresso geografico italiano dove intervenne sul tema Dell'insegnamento della geografia nei nostri ginnasi e licei dal 1860 ad oggi) e testi ad uso scolastico (Avviamento alla studio della geografia, 1858). Fu favorevole alla cremazione (Sulla cremazione dei cadaveri, in «Annali di chimica applicata alla medicina», 1873, pp. 210-216). L'A. morì a Roma il 26 marzo 1904.

[Luisa Lombardi]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., fondo Personale (1860-1880), b. 48.

DBI, vol. II, pp. 668-669; EP, vol. I, c. 404; PE, pp. 26-27; A. De Gubernatis, Piccolo dizionario dei contemporanei italiani, Roma, Forzani e C., 1895, ad nomen; necrologio in «Rendiconti del R. Istituto Lombardo di scienze e lettere», 1904, n. 8, pp. 379-380.

G.B. Gerini, Gli scrittori pedagogici italiani del secolo decimonono, Torino, Paravia, 1910, p. 475; E. Scaramuzza, La santa e la spudorata: Alessandrina Ravizza e Sibilla Aleramo. Amicizia, politica e scrittura, Napoli, Liguori, 2007, p. 51.