Coari Adelaide

Professioni: Maestra, direttrice
Ambiti di produzione: Associazionismo magistrale, cultura religiosa, educazione femminile, emancipazionismo, insegnamento religioso, movimento cattolico
Luoghi di attività: Lombardia

Nata a Milano il 4 novembre 1881, Adelaide Coari ricevette in seno alla famiglia una solida formazione religiosa. Conseguita la patente di scuola normale nel 1899, dal 1901 fu maestra di scuole rurali e dal 1905 insegnò nelle elementari comunali di Milano.

A fianco dell'impegno professionale, fu una delle protagoniste del movimento emancipazionista cattolico in Milano: nel 1901 divenne segretaria del periodico «L'Azione muliebre», rivista volta alla formazione di una soda religiosità nelle donne e l'anno successivo, sotto la guida di don Carlo Grugni, insieme a altre giovani, diede vita al Fascio femminile democratico-cristiano.

Nel 1903 fece parte del ristretto gruppo che doveva redigere lo statuto della Sezione femminile dell'Opera dei congressi su incarico di mons. Giacomo Radini Tedeschi al quale Adelaide guardava come guida della sua azione sociale e religiosa. Poco dopo lasciò la redazione di «L'Azione muliebre» (ritenuta su posizioni troppo conservatrici) e alla fine del 1904, fondò «Pensiero e azione», periodico imperniato su due principali temi: l'educazione delle donne e l'organizzazione delle lavoratrici. Il primo tema, in particolare, fu trattato da più angolature: dalla preparazione professionale delle operaie all'educazione della donna come persona, al di là del suo destino naturale di moglie e di madre, alla formazione religiosa.

Anche il tema dell'insegnamento religioso fu al centro degli interessi del periodico e in specie della C. Nel quadro del coevo dibattito sulla laicità della scuola, la maestra milanese ne sottolineò il valore fondante, rilevando però l'urgenza di un suo ripensamento sul piano metodologico e della preparazione dei docenti.

L'attivismo della C. non conobbe in quegli anni sosta. Nel 1905 promosse la Federazione femminile milanese che nel 1907 animò un importante convegno a Milano con lo scopo di affrontare il problema organizzativo delle donne cattoliche e di aprire un confronto con i movimenti femminili laici e socialisti per elaborare un «programma minimo femminista», impegno assunto dalla stessa C. Nel 1908 partecipò a Roma al congresso nazionale delle donne italiane dove, tra l'altro, si oppose all'ordine del giorno (proposto da Linda Malnati e approvato a maggioranza) contro la presenza della religione cattolica nelle elementari.

La diffidenza, ancor più forte dopo l'esito dell'assise romana, di una parte del mondo cattolico nei confronti del gruppo della C. per l'apertura del dialogo con il femminismo laico, le denunce e i sospetti della campagna antimodernista, critica nei confronti di «Pensiero e azione» per l'istanza di rinnovamento religioso avanzata, costrinsero la redazione a sospendere le pubblicazioni della rivista nel 1908.

Mentre si batteva per la causa emancipazionista, la C. collaborò alla fondazione (1906) della Lega magistrale milanese (di cui fu segretaria), sorta per volere degli insegnanti elementari cattolici di Milano in seno all'Unione magistrale per contrastarne l'orientamento laicista. La sua collaborazione con l'associazionismo magistrale cattolico si interruppe però polemicamente alla fine del 1907, non condividendo la decisione della Lega milanese di separarsi dall'Unione magistrale, convinta che la divisione avrebbe indebolito la classe magistrale e che fosse dovere dei credenti restare all'interno dell'Unione. Tale convinzione fu espressa nell'opera Nicolò Tommaseo (1909, con premessa di Antonio Fogazzaro).

Se questo libro, che suscitò perplessità nella gerarchia ecclesiastica, documenta l'iniziale volontà di affermare le proprie convinzioni dopo l'accusa di modernismo, va detto che negli anni successivi Adelaide visse un periodo di isolamento anche spirituale dal quale lentamente uscì grazie alla guida di mons. Radini Tedeschi, che nel 1913 accettò di essere il suo direttore spirituale.

Contribuì al superamento della crisi anche il coinvolgimento nelle iniziative avviate dall'Associazione nazionale per gli interessi del mezzogiorno all'indomani del terremoto del 1908 in Italia meridionale. In aspettativa dalla scuola per l'anno scolastico 1911-1912, su incarico di Leopoldo Franchetti, cui era stata presentata da Tommaso Gallarati Scotti, si dedicò all'istituzione in Calabria e in Sicilia di asili secondo il metodo montessoriano. Poté così conoscere esperienze e protagonisti del rinnovamento pedagogico in atto in quegli anni in Italia, come la Montesca di Leopoldo ed Alice Franchetti e le Case dei bambini di Maria Montessori, ai quali guardò con interesse, non privo però di accenti critici.

Anche la guerra la vide attiva nell'aiuto alle persone sofferenti: in congedo dalla scuola, passò il primo anno di guerra al fronte, lì chiamata dal padre Giovanni Semeria. Sul finire del conflitto la dimensione educativa assorbì tutte le energie della maestra milanese, trovando alimento nella sua spiritualità e nelle riflessioni seguite agli incontri di quegli anni con educatori, intellettuali e uomini di scuola.

Coinvolta, già prima della fine della guerra, nelle attività svolte a Milano dalla Biblioteca circolante dei maestri, nel 1919 la C. contribuì alla fondazione del Gruppo d'azione per le scuole del popolo, collaborando anche con il «Bollettino» del sodalizio (SPES, n. 146). Tra il 1926 e il 1934 ebbe incarichi direttivi presso le scuole gestite dal Gruppo in Lombardia contro l'analfabetismo. In particolare si batté affinché la formazione spirituale, ritenuta inscindibile dal tradizionale compito della scuola, avesse una connotazione cristiana. A Lentate sul Seveso (Milano) la C. organizzò appositi corsi di aggiornamento per maestri su questioni pedagogiche e religiose con la partecipazione di mons. Enrico Montalbetti.

A causa della scarsa presenza di riferimenti al regime, i corsi destarono sospetti nelle autorità scolastiche locali. In seguito all'assunzione da parte dell'Opera nazionale balilla della gestione delle scuole del Gruppo d'azione a partire dall'anno scolastico 1934-1935, la C. tornò a svolgere il proprio compito di maestra nelle elementari di Milano fino al pensionamento nel 1939.

Lasciata la scuola collaborò con l'Opera dei figli di don Luigi Orione. Guardò con fiducia al rinnovamento della Chiesa impresso dal pontificato di Giovanni XXIII, cui la legava «un'amicizia spirituale» iniziata negli anni della frequentazione di mons. Radini Tedeschi, e dal Concilio Vaticano II.

Nell'ultima fase della vita, avviò una riflessione sulla sua attività di maestra nel tentativo di enucleare le peculiarità del suo approccio educativo da lei definito «integrale», in quanto fondato sull'unità di natura e grazia. Tali riflessioni, insieme a scritti e appunti, sono raccolti in Ho cercato la Sua scuola. Spirito e tecnica (1962, 1979, 2a ediz.), dedicato a mons. Radini Tedeschi e a Clemente Rebora, alla cui conversione al cattolicesimo alla fine degli anni '20 aveva dato un significativo contributo. La C. morì a Milano il 16 febbraio 1966.

[Carla Ghizzoni]

Fonti e bibliografia: Fondazione per le Scienze religiose «Giovanni XXIII», Bologna, fondo Coari; altra documentazione in Archivio storico del Comune di Milano, Delibere podestarili e fondo Scuole comunali di Milano. Docenti; S. Zampa, Fonti per la storia della Chiesa in Italia. Il fondo Adelaide Coari, in «Cristianesimo nella storia», 1983, pp. 173-203; Ead., Obbedienza e esperienza di fede. Il carteggio Coari-Radini Tedeschi nella crisi del primo Novecento, ivi, 1985, pp. 299-380.

DBDL, pp. 316-319; DBI, vol. XXVI, pp. 421-424; DSMCI, vol. II, pp. 109-112; SPES, n. 146; necrologio in «Scuola italiana moderna», 1965-1966, n. 13, pp. 10-11.

A. Cimini, Adelaide Coari e il movimento femminile cattolico, in «Studia picena», 1975, n. 1-2, pp. 132-200; S. Zampa, A.G. Roncalli ed Adelaide Coari: una amicizia spirituale, in G. Alberigo (ed.), Giovanni XXIII transizione del Papato e della Chiesa, Roma, Borla, 1988, pp. 30-50; R. Lollo, Clemente Rebora fra scuola e fede, in «Annali di storia dell'educazione e delle istituzioni scolastiche», 1995, pp. 163-235; Ead., Cultura magistrale a Milano. Il «Gruppo d'azione» e la Biblioteca nazionale dei maestri italiani, Milano, Prometheus, 1996; R. Fossati, Donne del Novecento in cammino: pensieri e atteggiamenti di don Orione, in San Luigi Orione: da Tortona al mondo, Milano, Vita e pensiero, 2004, pp. 265-268; M.M. Rossi, Il Gruppo d'azione per le scuole del popolo di Milano, Brescia, La Scuola, 2004, pp. 103, 134-138, 162-164, 197, 222-223, 227-230 e 234; C. Ghizzoni, Cultura magistrale nella Lombardia del primo Novecento. Il contributo di Maria Magnocavallo (1869-1956), Brescia, La Scuola, 2005, pp. 140-164, 197-198, 206-207, 219-231, 236-237, 245-246, 261-266 e 461-465; L. Pazzaglia, Modernismo, femminismo cristiano e educazione nell'Italia del primo Novecento, in M. Tarozzi (ed.), Direzioni di senso. Studi in onore di Piero Bertolini, Bologna, CLUEB, 2006, pp. 277-290; P.G. Longo, «Una storia personale». Adelaide Coari e Clemente Rebora fino alla conversione, in A verità condusse poesia. Per una rilettura di Clemente Rebora, Novara, Interlinea, 2008, pp. 41-78.