Cima Michele

Professioni: Maestro, scrittore
Ambiti di produzione: Cultura locale e folclore, letteratura per l'infanzia
Luoghi di attività: Molise

Michele Cima nacque a Riccia (Campobasso) il 7 febbraio 1884. Dopo gli studi nel ginnasio magistrale di Nicandro, intraprese la carriera militare presso l'accademia di Modena. Partecipò alla Grande guerra durante la quale fu imprigionato in Ungheria (risalgono a quell'esperienza dolorosa le poesie raccolte in Spine e sciure, 1928, ristampato nel 1986). Tornato a Riccia, si dedicò all'insegnamento elementare e si segnalò ben presto per la sua vocazione di poeta dialettale.

La prima raccolta che lo espose all'attenzione della critica fu Trascurze d'anemale (Favole in vernacolo riccese, 1927). In essa il maestro molisano proponeva ai suoi alunni la favolistica classica di Esopo in versione dialettale. Si trattava di un'originale sperimentazione didattica, volta ad avvicinare gli scolari all'apprendimento della lingua italiana strumentalmente «tradotta» dal dialetto, con un'operazione pressoché contemporanea al fenomeno che più ampiamente coinvolse tutte le regioni come risposta alle disposizioni legislative della riforma gentiliana del 1923.

Il C. è annoverato tra i principali scrittori della letteratura dialettale molisana, molti dei quali impegnati nell'insegnamento elementare. Come è stato notato, in questi maestri di scuola della provincia la poesia «non può essere separata dalla loro professione che è all'origine di molte opinioni linguistiche, estetiche ed ideologiche [...]. La stessa scelta del dialetto ha la sua origine nella loro condizione di maestri di scuola della provincia rurale; imbevuti di tradizione letteraria scolastica [...] ed insieme profondamente solidali e integrati nella realtà sociale contadina in cui vivevano, essi incarnano un ruolo di cerniera tra la cultura del popolo e quella dotta» (Martelli).

Il C. trasse i motivi predominanti della sua poesia dal patrimonio antropologico e dialettale interno ed esterno alla scuola, servendosi degli elementi folcloristici come substrato per esprimere l'anima della cultura popolare. Il C. morì a Riccia il 7 febbraio 1932.

[Michela D'Alessio]

Fonti e bibliografia: necrologio in «I Diritti della scuola», 1931-1932, n. 25, p. 385; N. Uva, Educatori moderni e contemporanei: dizionario bio-bibliografico, Bari, Martini, 1938, p. 65; B. Bertolini, R. Frattolillo, Molisani, milleuno profili e biografie, Campobasso, Edizioni Enne, 1998, pp. 69-70.

L. Biscardi, La letteratura dialettale molisana tra restauro e invenzione, Isernia, Marinelli, 1983, p. 53; S. Martelli, Introduzione a M. Cima, Trascurze d'anemale, Riccia, Associazione «P. Vignola», 1990 (ediz. anastatica del testo del 1927), p. XIII; G. Barrea, Michele Cima (1884-1932), in A. Santoriello (ed.), Riccia tra biografie e storia: ricerche su personaggi illustri dell'Ottocento e del Novecento, Riccia, Associazione culturale «P. Vignola», 1997, pp. 111-124; A. Santoriello, Michele Cima, ivi, pp. 207-209.