Ciarlantini Francesco

Professioni: Maestro, scrittore, uomo politico
Ambiti di produzione: Associazionismo magistrale, editoria scolastica, fascismo, socialismo, stampa scolastica
Luoghi di attività: Marche, Lombardia, Italia

Francesco Ciarlantini (noto anche come Franco) nacque a S. Ginesio (Macerata) il 28 settembre 1885. Dopo gli studi normali, nel 1905 si stabilì a Certaldo in Toscana dove insegnò nelle scuole comunali. Sin dai primi anni del '900 iniziò la sua militanza fra le file socialiste e si distinse soprattutto per la sua azione propagandistica, in specie sul versante antimilitarista. A questo periodo risalgono le sue prime esperienze di pubblicista con «La Lotta» e, poco più tardi, con «L'Avanti» e «Il Cittadino» di Roma.

Dal 1906 si trasferì nelle scuole comunali di Milano ove animò in particolare la sezione insegnanti della Camera del lavoro aderente all'Unione magistrale nazionale. Nel 1906 lanciò la proposta per la formazione di una Federazione magistrale socialista per perseguire l'azione sindacale di classe, la trasformazione dell'indirizzo educativo in senso socialista, anticlericale e antimilitarista. Particolarmente attivo fu il suo ruolo nell'elezione dei rappresentanti di area democratico-repubblicana e socialista ai vertici dell'organizzazione magistrale, come quella di Ubaldo Comandini nel 1907 e, in seguito, quella di Giuseppe Soglia nel 1913.

Favorevole all'avocazione delle scuole elementari allo Stato (1911), il C. fu attivo collaboratore di periodici magistrali a partire da «La Scuola popolare» (SPES, n. 1077), espressione della sezione maestri e maestre milanese della Camera del lavoro. Nel 1913, dopo aver abbandonato le fila della Camera del lavoro milanese, promosse la fondazione del periodico «Critica magistrale» (ivi, n. 336), organo della corrente sindacalista all'interno dell'Unione magistrale e molto critica verso i condizionamenti della massoneria. L'anno successivo fu eletto membro effettivo del comitato direttivo della sezione socialista milanese e fece parte del comitato esecutivo della federazione provinciale del partito.

Lo scoppio della Grande guerra contribuì al riposizionamento del C. nel panorama della realtà politica e magistrale italiana. Il maestro marchigiano si spostò infatti su posizioni nettamente interventiste in forte contrasto con il Partito socialista. Nell'agosto del 1915, in seguito a una polemica sorta con «L'Avanti», rassegnò le dimissioni dalla sezione socialista milanese e dal comitato direttivo.

Da quel momento iniziò a collaborare al giornale interventista «L'Idea socialista» e contribuì a indebolire la guida socialista dell'Unione magistrale e a rafforzare le posizioni interventiste. Dopo essersi arruolato volontariamente, al termine del conflitto fu tra i primi sostenitori del fascismo. Ben presto aderì al Gruppo dell'educazione nazionale diretto da Ernesto Codignola e al Gruppo di competenza, e nel 1923 promosse la nascita del sodalizio magistrale fascista la Corporazione della scuola.

Durante i primi anni del regime, pur nel quadro di un sostegno complessivo alle scelte operate dal ministro Giovanni Gentile, non nascose le sue critiche nei confronti di alcuni orientamenti espressi nella riforma, come l'impostazione centralistica – dalla quale scaturivano i rischi di un'eccessiva burocratizzazione – e la scarsa attenzione alle forme di educazione popolare.

Nel 1923 il C. entrò a far parte del direttorio nazionale del partito e del Gran consiglio del fascismo e fu eletto deputato (1924-1929). Durante questo periodo continuò a rivelare notevoli doti come organizzatore culturale, contribuendo a redigere il Manifesto degli intellettuali per il fascismo. Dal 1926 ricoprì anche la carica di presidente della Federazione nazionale fascista dell'industria editoriale e di membro del Consiglio nazionale delle corporazioni.

A partire dalla fine degli anni '20 e per largo tratto del decennio successivo si dedicò alla direzione della rivista «Augustea», nella quale toccò più volte tematiche relative all'istruzione, e della collana «Biblioteca di cultura politica». Continuò la sua collaborazione anche con «I Diritti della scuola» (ivi, n. 367), nel cui consiglio di amministrazione entrò a far parte sin dal 1926 per favorire un allineamento della rivista alle direttive del regime. Considerevole fu la sua produzione nell'ambito del libro di scuola e per ragazzi (spesso in collaborazione con Giovanni Capodivacca con cui poi diede vita nel 1920 alla casa editrice Alpes) che culminò negli anni del regime in testi di esaltazione e propaganda del fascismo affiancati a iniziative più specificamente educative (Enciclopedia del ragazzo italiano, 1938). Il C. morì a Roma il 5 febbraio 1940.

[Alberto Barausse]

Fonti e bibliografia: una parte delle carte del C. è custodita presso la Fondazione «U. Spirito», Roma; ACS, Roma, Segreteria particolare del Duce, f. Ciarlantini.

DBI, vol. XXV, pp. 214-216; TESEO, nn. 8 e 547; TESEO '900, nn. 7, 75, 275, 289 e 436; necrologio in «I Diritti della scuola», 1939-1940, n. 12, p. 187.

R. De Felice, Mussolini il fascista. La conquista del potere (1921-1925), Torino, Einaudi, 1966, pp. 242, 670 e 673; Id., Mussolini il fascista. Gli anni del consenso (1929-1936), Torino, Einaudi, 1974, p. 439; A. Lyttelton, L'ascesa del fascismo al potere (1919-1929), Roma-Bari, Laterza, 1982, pp. 415 e 615; M. Ostenc, La scuola italiana, durante il fascismo, Roma-Bari, Laterza, 1982, p. 140; G. Piervenanzi, Biografia di un ginesino dimenticato, in «Il Punto», 19 maggio 1994; J. Charnitzsky, Fascismo e scuola. La politica scolastica del regime (1922-1943), Firenze, La Nuova Italia, 1998, pp. 177, 181, 234, 306-307, 393, 397, 399 e 402-404; A. Barausse, L'Unione magistrale nazionale. Dalle origini al fascismo. 1901-1925, Brescia, La Scuola, 2002, pp. 204, 227, 231, 236, 244-245, 250 e passim; M. Galfré, Il regime degli editori. Libri, scuola e fascismo, Roma-Bari, Laterza, 2005, XI, 7-13, 17-18, 28-29, 49-50, 52 e passim; A. Meda, Al di là del mito: scrittori italiani in viaggio negli Stati Uniti, Firenze, Vallecchi, 2011, pp. 41-58.