Chiarini Giuseppe

Professioni: Professore, preside, ispettore, professore universitario, funzionario ministeriale
Ambiti di produzione: Letteratura italiana, massoneria, politica scolastica, stampa scolastica
Luoghi di attività: Toscana, Italia

Giuseppe Chiarini nacque ad Arezzo il 17 agosto 1833. Avviati gli studi in seminario, dal 1850 frequentò il collegio di S. Giovanni Evangelista delle Scuole pie di Firenze, dove si era trasferito con la famiglia. Dal 1852 al 1859 lavorò come impiegato nell'amministrazione granducale. Nel 1855 conobbe Giosuè Carducci al quale restò legato da profonda amicizia per tutto il corso della vita; con Carducci, Giuseppe Torquato Gargani e Ottaviano Targioni Tozzetti diede vita al sodalizio letterario degli «amici pedanti» (1856-1859), sorto per rivendicare la superiorità della tradizione classica in aperta polemica antiromantica.

Nel 1861 il C. ottenne un incarico di funzionario a Torino, presso il ministero della P.I., grazie al quale divenne stretto collaboratore all'indomani dell'Unità di svariati ministri. Trasferitosi nuovamente a Firenze, dal gennaio 1865 assunse la direzione della «Rivista italiana di scienze, lettere ed arti colle effemeridi della P.I.» (SPES, n. 933), periodico politico-culturale di orientamento moderato continuazione della precedente «Effemeride della Pubblica Istruzione» (ivi, n. 461), fondata a Torino dal ministro Terenzio Mamiani nel 1860. L'anno successivo diede vita a una nuova rivista con scopi letterari e d'informazione scolastica, «L'Ateneo italiano» (ivi, n. 71).

Nel 1868, nominato direttore del locale ginnasio, si trasferì a Livorno dove fondò – con Ottaviano Targioni Tozzetti – il Circolo filologico, che divenne ben presto centro della vita intellettuale della città. In questi anni si dedicò alacremente alla letteratura, curando, in particolare, importanti edizioni dei testi maggiori di Galileo Galilei, Giacomo Leopardi e Ugo Foscolo e traduzioni di poeti quali William Whordsworth, Percy Bysshe Shelley e Heinrich Heine.

Si andavano intanto chiarendo le sue posizioni in ambito educativo che, assieme all'importanza dell'alfabetizzazione e dell'istruzione popolare come condizioni indispensabili per la prosperità e la coesione della nazione, affermavano il primato dell'amore per il sapere sulla mera erudizione e la necessità di introdurre lo studio delle lingue moderne e dei diritti e doveri del cittadino nelle scuole a indirizzo classico.

Nel 1884 il C. assunse l'incarico di preside presso il liceo «Umberto I» di Roma e la direzione della rivista «La Domenica del Fracassa», che lasciò due anni più tardi. Affiliatosi alla loggia massonica del gran maestro Adriano Lemmi, nel 1885 ottenne la cattedra di Letterature straniere all'università di Roma e nel 1889 entrò nel comitato promotore della «Dante Alighieri», di cui scrisse il primo atto pubblico.

Tornò al ministero nel 1893 chiamato dal ministro Ferdinando Martini come capo-divisione per l'istruzione secondaria, incarico che gli aprì la strada verso i più alti gradi dell'amministrazione: ispettore capo (1895) e poi, su nomina di Guido Baccelli, ispettore generale per l'istruzione secondaria classica e tecnica (1896). Da 1900 fu anche direttore della «Rivista d'Italia».

Sollevato dalle sue funzioni dal ministro Nunzio Nasi, nel 1901 il C. si ritirò a vita privata e si dedicò esclusivamente all'attività letteraria. Tra gli scritti degli ultimi anni si distinguono le biografie di Giosuè Carducci (1903), Giacomo Leopardi (1905) e Ugo Foscolo (1910, postuma). Il C. morì a Roma il 4 agosto 1908.

[Silvia Assirelli]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., fondo Personale (1860-1880), b. 430: Biblioteca nazionale centrale, Firenze, lettere del C. nei fondi Cambray Digny, De Gubernatis, Le Monnier, Martini, Tommaseo, Vannucci e Carteggi vari; altre lettere anche in Biblioteca Marucelliana, nei fondi Carteggio generale, Carteggi Martelli, Nencioni II e Placci.

DBI, vol. XXIV, pp. 577-581; SPES, nn. 71, 461 e 933; Archivio biografico italiano, I 290, 322-341; II 138, 286-288, 290-300; III 111, 202-204; IV 130, 275-311; A. De Gubernatis, Dizionario biografico degli scrittori contemporanei, Firenze, Le Monnier, 1879-1880, p. 285; Id., Dictionnaire international des écrivains du monde latin, Firenze, Società tipografica fiorentina, 1905, p. 327; G. Casati, Dizionario degli scrittori d'Italia, Milano, Ghirlanda, 1925, vol. II, p. 145; P. Operti, U. Renda, Dizionario storico della letteratura italiana, Torino, Paravia, 1959, pp. 288-289.

O. Bacci, Giosuè Carducci e gli «amici pedanti», in «Rassegna contemporanea», 1908, n. 6, pp. 449-477; A. Levi, Commemorazione dei fratelli defunti (10 aprile 1909), in «Rivista massonica», 1909, n. 7-8, pp. 148-161; U. Mazzoni, Alcuni cenni e documenti su Giuseppe Chiarini, in G. Chiarini, La vita di Ugo Foscolo, Firenze, Barbèra, 1910, pp. IX-LIII; A. Pellizzari, Giuseppe Chiarini: la vita e l'opera letteraria, Napoli, Perrella, 1912; Livorno onora in Giuseppe Chiarini e Ottaviano Targioni Tozzetti la luce dell'arte e la dignità della vita, Livorno, Chiappini, 1915; A. Evangelisti, Giosuè Carducci col suo maestro e col suo precursore, Bologna, Cappelli, 1924, pp. 174-183 e recensione, in «Giornale storico della letteratura italiana», 1925, f. 255, pp. 336-351; A. Luzio, La massoneria e il Risorgimento italiano, Bologna, Zanichelli, 1925, vol. II, pp. 212, 220 e 227; G. Mazzoni, L'Ottocento (Storia letteraria d'Italia), Milano, Vallardi, 1964, vol. I, pp. 322, 341 e vol. II, ad indicem.