Chiari Allegretti Gilda

Professioni: Professoressa, professoressa universitaria
Ambiti di produzione: Associazionismo magistrale, pedagogia, storia della pedagogia
Luoghi di attività: Emilia Romagna

Gilda Chiari nacque a Parma da una ricca famiglia il 22 marzo 1878 e si diplomò presso l'Istituto superiore di Magistero femminile di Roma. Dal 1903 al 1907 partecipò alle vicende del Laboratorio di Pedagogia sperimentale di Ugo Pizzoli e collaborò con la «Rivista pedagogica», (SPES, n. 943), pubblicando diversi articoli.

Nel dicembre 1910 sposò a Parma l'avvocato Adone Allegretti, con il quale si trasferì a Bologna, città in cui svolse il suo principale percorso professionale, di ricerca e di impegno civico. Durante la guerra ricoprì la carica di presidente dell'Associazione dei prigionieri di guerra promuovendo iniziative di carattere sociale e educativo legato al movimento femminile (Le piccole risparmiatrici e il prestito nazionale, 1916). In quegli anni fu docente presso la scuola normale «L. Bassi» di Bologna e membro influente della sezione bolognese del Gruppo di azione per le scuole negli anni '20.

Nel 1916 conseguì la libera docenza in Pedagogia presso l'università di Bologna, prima donna in Italia (così è riportato sulla «Rivista pedagogica»). Insegnò dal 1916 come libera docente contemporaneamente a Giuseppe Michele Ferrari e tenne corsi per incarico anche presso l'università di Pisa tra 1931 e 1932.

Pubblicò saggi di pedagogia (Esposizione critica dei sistemi di educazione ed istruzione infantile e primaria inferiore in Italia ed all'estero, 1916; L'intervento formativo nella vita dello spirito e la pedagogia, 1919), accanto a scritti di argomento storico (partecipò alla Deputazione di Storia patria per le antiche provincie di Romagna, La scuola privata di Paolo Costa, 1928) e su figure femminili dell'800 (L'educazione nazionale nella vita e negli scritti di Caterina Franceschi Ferrucci, 1922). Sfollata a Sestola (Modena) a causa della guerra, la C. qui morì il 26 agosto 1943.

[Mirella D'Ascenzo]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., Direzione generale istruzione superiore, Liberi docenti, serie 1910-1930, b. 33; Archivio storico dell'università di Bologna, Liberi docenti, pos. 7/c, f. 186 e Liberi docenti cessati, pos. 7/d, f. 57.

PE, p. 135; SPES, nn. 179 e 943; G. Bernabei, Dizionario dei bolognesi, Bologna, Santarini, 1989-1990, vol. I, p. 183.

S.A., La prima libera docenza in pedagogia conferita ad una donna, in «Rivista pedagogica», 1916, p. 205; T. Pironi, La pedagogia: insegnamento universitario a Bologna, dal 1860 alla seconda guerra mondiale, Budrio, Algol, 1994, pp. 57-58; A. Gaudio, L'insegnamento della pedagogia nelle Università toscane dall'Unità d'Italia al secondo dopoguerra, in F. Cambi (ed.), La Toscana e l'educazione. Dal Settecento a oggi: tra identità regionale e laboratorio nazionale, Firenze, Le Monnier, 1998, p. 414; M. D'Ascenzo, Tra centro e periferia. La scuola elementare a Bologna dalla Daneo-Credaro all'avocazione statale (1911-1933), Bologna, CLUEB, 2006, p. 269; T. Pironi, La pedagogia nell'editoria emiliano-romagnola dagli inizi del Novecento al fascismo, in G. Tortorelli (ed.), Editoria e cultura in Emilia Romagna dal 1900 al 1945, Bologna, Editrice Compositori, 2007, pp. 251-252; M. D'Ascenzo, Alberto Calderara. Microstoria di una professione docente tra Otto e Novecento, Bologna, CLUEB, 2011, p. 73.