Chiaranda Michele

Professioni: Educatore
Ambiti di produzione: Educazione femminile, istruzione agraria
Luoghi di attività: Sicilia, Francia

Michele Chiaranda (anche Chiarandà) nacque a Palermo nel 1785 e ricevette a Paternò il 10 novembre 1810 l'investitura del titolo di barone di Friddani. Di sentimenti liberal-democratici, fu uno dei più intransigenti difensori della Costituzione del 1812.

Nella prima parte della sua vita, trascorsa a Palermo, si prodigò per la diffusione del metodo lancasteriano nelle scuole elementari e cercò di rinnovare le pratiche agricole in Sicilia. Tracce della sua attività si trovano in scritti raccolti negli atti dell'Accademia dei Georgofili (stabilì proficui contatti con l'ambiente fiorentino e fu in amicizia con Gino Capponi), con particolare riguardo all'impianto di colonie agricole.

Rifugiatosi in Francia, secondo alcuni studiosi, dopo gli avvenimenti del 1812, più plausibilmente dopo i moti del 1820-1821, il C. si stabilì a Parigi e quivi si occupò di botanica, di storia naturale e di agricoltura. Acquistò una proprietà nel borgo di Chelles ove diede vita a un podere modello, visitato da filantropi, educatori ed esponenti del mondo economico, interessati al rinnovamento delle pratiche agrarie e al potenziamento dell'istruzione agraria.

Nel contempo il C. si occupò di educazione femminile collaborando alla «Revue encyclopédique», fondata a Parigi da Marc-Antoine Jullien con la segnalazione degli istituti di educazione femminile in Italia e, in particolare, della storia e delle attività dell'Istituto della SS. Annunziata di Firenze. Il C. diede infine alle stampe Documents historiques des dernier événements arrivés en Sicilie (1821). Fu anche in relazione con François Pierre Guillaume Guizot, in quegli anni particolarmente attivo nella politica scolastica francese e poi autore della riforma del 1833.

Soggiornò a lungo oltr'Alpe, con brevi periodi di sosta nel castello di Paternò. La sua dimora a Chelles divenne uno dei luoghi di riparo e di ritrovo di tutti gli esuli siciliani dopo i moti del 1848 tanto che fu nominato rappresentante del governo provvisorio siciliano in Francia. Il C. morì a Parigi nel 1855.

[Raffaele Tumino]

Fonti e bibliografia: Biblioteca nazionale centrale, Firenze, Catalogo dei carteggi: Friddani (Chiarandà barone di), Michele; E. Di Carlo, Lettere inedite del Padre Gioacchino Ventura al Barone Friddani ed al Principe di Scordia, in «Rassegna storica del Risorgimento», 1936, n. 2.

Accademia economico-agraria dei Georgofili, Atti dell'Accademia, 1828, tomo VI, p. 17; «Giornale di scienze, letteratura ed arti per la Sicilia», 1834, tomo XLV, p. 303; F. Cordova, V. Cordova, I discorsi parlamentari e gli scritti editi ed inediti preceduti dai ricordi della sua vita, Roma, Forzani, 1889, vol. I, pp. 312-324; E. Di Carlo, Dottrine, problemi e figure del Risorgimento italiano, Palermo, Tip. G. Denaro, 1962, p. 226; P. Brotto et al., Problemi scolastici ed educativi nella Lombardia del primo Ottocento, Milano, SugarCo, 1977, vol. I, pp. 42, 196-197, 264 e passim; S. Franchini, Élites ed educazione femminile nell'Italia dell'Ottocento: l'Istituto della SS. Annunziata di Firenze, Firenze, L. Olschki, 1993, p. 112; A. Crisantino, Introduzione agli «Studi della Storia di Sicilia dalla metà del secolo XVIII al 1820» di Michele Amari, Palermo, Mediterranea, 2010, pp. 249, 280 e 296.