Cerquetti Alfonso

Professioni: Professore
Ambiti di produzione: Letteratura italiana
Luoghi di attività: Marche

Nato a Montecosaro (Macerata) il 18 marzo 1830 da famiglia agiata, Alfonso Cerquetti studiò presso il locale ginnasio sotto la guida di Crescentino Giannini. Compiuti gli studi filosofici nel convento dei Cappuccini di Morrovalle, dal 1848 si avvicinò al diritto presso l'università di Macerata, dovendo però interrompere gli studi regolari nel 1850 a seguito di «una punizione inflittagli per motivi politici, e per un fatto che egli non aveva commesso, ma di cui non volle discolparsi per non compromettere chi ne era stato veramente l'autore» (Romiti, p. 52).

Intraprese allora la carriera di insegnante privato prima presso la sua città natale, poi in Romagna. A causa delle sue idee politiche, riuscì ad ottenere una cattedra statale solo nel 1860, quando fu nominato insegnante nel liceo ginnasio «Morgagni» di Forlì.

Studioso raffinato di Filologia e Lessicografia (Studj lessicografici e filologici, 1868), partecipò nel 1868 ai lavori della commissione per i testi di lingua. Sensibile al purismo del Giordani e del Leopardi, il C. fu erudito acuto e pignolo tanto da entrare in contrasto con l'Accademia della Crusca, della quale criticò i metodi di compilazione del Vocabolario, di cui era allora in corso una nuova redazione, proponendo invece numerose aggiunte e correzioni attraverso una serie di opere (la prima e più importante fu Correzioni e giunte al Vocabolario deglj Accademici della Crusca sin qui pubblicato, 1869).

Inizialmente accolte con benevola attenzione dal segretario dell'Accademia, Marco Tabarrini, le sue osservazioni risultarono poi sgradite a Cesare Guasti (successore del Tabarrini) con il quale nacque un'aspra polemica a cui prese parte anche Giosuè Carducci (a sostegno del C.) e che sfociò addirittura in una querelle giudiziaria che portò alla condanna del C. per ingiuria (l'ammenda fu di quattro lire).

Nel 1877 il C. si trasferì ad Osimo per ricoprire la cattedra di Lettere italiane nel collegio «Campana», dove ebbe tra i suoi allievi anche lo scrittore e poeta Adolfo De Bosis. Nonostante le ripetute accuse mossegli dai colleghi di favorire troppo l'apprendimento meccanico della lingua e non lo sviluppo delle capacità interpretative degli alunni, fu considerato insegnante di spicco dell'intero territorio marchigiano grazie a quel perfetto connubio da lui realizzato tra culto della parola, amore per la patria e vis pedagogica.

Negli ultimi anni della sua vita divenne anche un ammiratore del Manzoni, tanto da curare per l'editore Hoepli una ristampa dei Promessi Sposi (1896). Fu altresì un prolifico epigrammista (Nuovi epigrammi politici, sociali e morali, 1901). Il C. morì ad Osimo (Ancona) il 18 febbraio 1905.

[Luigiaurelio Pomante]

Fonti e bibliografia: lettere ed alcuni scritti del C. sono conservati dagli eredi a Montecosaro (Macerata).

DBI, vol. XXIII, pp. 800-801; DBMa, vol. I, pp. 171-172; DBSC, pp. 279-280; IBI, p. 915; G. Garollo, Dizionario biografico universale, Milano, Hoepli, 1907, vol. I, p. 506; G. Casati, Dizionario degli scrittori d'Italia: dalle origini fino ai viventi, Milano, Ghirlanda, 1925-1934, vol. II, p. 128; G. Petronio (ed.), Dizionario enciclopedico della letteratura italiana, Roma-Bari, Laterza, 1966-1970, vol. II, p. 16; necrologio in «Giornale storico della letteratura italiana», 1905, pp. 477-478.

G. Natali, Un filologo epigrammista, in «Le Marche», 1901, n. 9, pp. 142-144; A. Luzio, L'ultimo dei puristi, in «Il Corriere della sera», 16 dicembre 1926; C. Romiti, Alfonso Cerquetti. Profilo biografico-letterario, Osimo, Tip. La Picena, 1926; Commemorazione di Alfonso Cerquetti nel centenario della sua nascita, Macerata, Unione Tip. Operaia, 1930; C. Romiti, Mezzo secolo dell'Istituto Campana, Città di Castello, Soc. Leonardo Da Vinci, 1935, pp. 87, 159-161, 166-183, 194 e 212.