Centofanti Silvestro

Professioni: Professore universitario, educatore
Ambiti di produzione: Filosofia, politica scolastica
Luoghi di attività: Toscana

Silvestro Centofanti nacque a Calci (Pisa) l'8 dicembre 1794 da Giuseppe e Rosalia Zucchini; studiò a Pisa, laureandosi in Giurisprudenza, anche se poi si dedicò, come spesso accadeva, a studi di tipo filosofico e letterari (fu anche autore di una tragedia, Edipo re, 1822). Negli anni '20, dopo che si era stabilito a Firenze, fu collaboratore dell'«Antologia» di Giovan Pietro Vieusseux e, nello stesso periodo, si dedicò a curare l'edizione delle opere di Galileo Galilei, in collaborazione con Antinori e Libri. Tra le sue amicizie, vanno segnalate quelle con Luisa Amalia Paladini e con la scrittrice teramana Giannina Milli con cui intrattenne un ampio carteggio. Negli anni '30 partecipò alla Società di mutuo insegnamento di Pisa.

Tra il 1838 ed il 1848 il C. fu docente di Storia della filosofia all'ateneo pisano, dove riscosse notevole successo non solo per la sua dottrina, ma anche per la sua passione filo-risorgimentale, che partecipò ai suoi studenti, come attestano sia le sue lezioni (ad esempio Sul risorgimento italiano, 1848), sia la sua diretta partecipazione ai moti di quell'anno. Gli studi più recenti sottolineano l'importanza del C. nella formazione dei giovani studenti che corsero generosamente a combattere e a morire a Curtatone e a Montanara.

Dopo il 1848, in un periodo di particolari repressioni nei confronti dei liberali, si dimise dall'insegnamento universitario e la sua cattedra fu soppressa. Poté tornare in università solo dopo l'unificazione nazionale: fino ad allora, condusse la sua esistenza come soprintendente del sistema bibliotecario toscano, attività svolta senza abbandonare impegno politico e studi filosofici e letterari.

La continuità di interessi e l'intreccio tra filosofia, letteratura ed educazione civile, secondo motivi comuni a tanti altri patrioti, sono bene attestati dalle sue opere: Un preludio al corso di lezioni su Dante Alighieri (1838); Del platonismo in Italia (1844); Sulla verità delle cognizioni umane e sulla filosofia della storia: ricerche e formola (1845); Alla storia della filosofia italiana dai principii del secolo decimottavo fino ai tempi presenti: prelazione (1846) e numerosi scritti su Dante, Campanella e Galileo. Il suo orientamento filosofico fu uno «spiritualismo platonizzante» (Garin) non lontano dalle posizioni dei suoi amici Gino Capponi e Raffaello Lambruschini con cui condivise anche progetti politici e convinzioni pedagogiche.

Dopo il 1859 fu nominato membro della Consulta di Stato e nel 1860 senatore. Al rientro nell'università, in età già avanzata, svolse soprattutto attività organizzativa e di politica accademica: fu dapprima preside della facoltà di Filosofia e Filologia nell'Istituto di studi superiori di Firenze e, quindi, divenne provveditore e rettore dell'università di Pisa. I problemi della formazione universitaria assorbirono molti suoi interessi come dimostrano alcuni scritti (L'Università degli studi e la nuova Italia, 1859; Il 29 maggio 1862 nella Regia Università di Pisa: discorso politico, 1862). Il C. morì a Pisa il 6 gennaio 1880.

[Luciana Bellatalla]

Fonti e bibliografia: AS, Pisa, fondo Centofanti; altra documentazione in Biblioteca labronica «Guerrazzi», Livorno; B. Casini, Carteggio Centofanti, in «Bollettino della Domus mazziniana», 1959, n. 1, pp. 31-41.

DBI, vol. XXIII, pp. 603-609; EP, vol. II, cc. 2473-2476; PE, p. 131.

D. Biondi, Un dimenticato: Silvestro Centofanti nella vita e nell'opera, Pisa, Folchetto, 1921; M. Mazzini, Un educatore del Risorgimento. Silvestro Centofanti, Cremona, Botti e Susini, 1931; E. Garin, Silvestro Centofanti, in «Bollettino storico pisano», 1949, pp. 115-143; D. Barsanti, Silvestro Centofanti: la vita e il pensiero politico di un liberale cattolico, Pisa, ETS, 2010.