Cento Vincenzo

Professioni: Professore
Ambiti di produzione: Insegnamento libero, pedagogia, politica scolastica
Luoghi di attività: Marche, Lombardia

Nato a Pollenza (Macerata) il 25 gennaio 1888 da famiglia di modeste origini, Vincenzo Cento conseguì la laurea in Filosofia e si dedicò all'insegnamento, affiancando questa attività con quella di pubblicista e animatore di esperienze educative popolari. Promotore nelle Marche dei Circoli educativi popolari per l'educazione dei ceti subalterni (da cui scaturì la pubblicazione «L'Energia»), nel 1913 fu tra gli animatori della rivista magistrale «La Nostra scuola» (SPES, n. 725), sorta a Firenze inizialmente sotto l'egida della «Voce» di Giuseppe Prezzolini. Su questa rivista il C. promosse nel 1916 un ampio dibattito (poi raccolto anche in volume) sul significato e la prospettiva della «scuola nazionale»

Nel 1919 fondò un sindacato tra i contadini del Maceratese (Federazione agricola autonoma) e fu tra i primi firmatari del programma del Gruppo d'azione per la scuola nazionale. Nel 1921, poi, cercò di dare realizzazione concreta alle proprie convinzioni educative fondando «La Scuola del maestro» allo scopo di migliorare la preparazione degli insegnanti elementari.

Nazionalista convinto e promotore di un'azione pedagogica indipendente e di matrice liberale, il C. entrò presto in contrasto con il fascismo (nel 1925 aderì al cosiddetto Manifesto Croce degli intellettuali antifascisti). Nel 1922, abbandonato l'insegnamento statale, istituì a Milano l'Accademia libera di cultura e arte: una sorta di libera università del tutto autonoma che, pur senza rilasciare titoli accademici aventi valore legale, accolse studenti e docenti da ogni parte d'Italia e restò in vita fino al 1943.

Sul piano filosofico, lo studioso marchigiano si riconobbe nello spiritualismo di Bernardino Varisco che contrappose all'attualismo gentiliano al quale rimproverò la rinuncia a porre a base della riflessione filosofica la fede religiosa e la morale. Lo stesso C., comunque, fu critico nei confronti dell'istituzione ecclesiastica e lamentò il rischio di pratica religiosa solo formale (Il clero marchigiano, 1915).

Nel 1924 la sua memoria Gli Stati Uniti d'Europa ottenne un importante riconoscimento nel Concorso internazionale per la pace e la ricostruzione d'Europa, dimostrandosi precoce e illuminato precursore dell'attuale unità europea. Simpatizzante dei vociani e soprattutto di Renato Serra, si accostò in seguito alle posizioni di Piero Gobetti, collaborando, in particolare, a «La Rivoluzione liberale». In seguito scrisse per altri importanti giornali del tempo («Italia Libera», «Epoca», «Il Caffè»).

Tra le sue opere meritano menzione: Io e me. Alla ricerca di Cristo (1925), raccolta di prose e poesie su tematiche religiose; La cavalcata al vento (1935), con l'Intervista col patriarca Giobbe, allegorico sinistro presagio degli esiti della dittatura fascista. Il C. morì a Roma il 21 novembre 1945.

[Luigiaurelio Pomante]

Fonti e bibliografia: DBI, vol. XXIII, pp. 602-603; DBMa, p. 136; EP, vol. II, c. 2473; IBI, p. 906; PE, p. 131; SPES, n. 725.

E. Danzi, Il ritratto di Vincenzo Cento, Savona, Tip. italiana, 1926; L. Casanova De Maestri, Un filosofo lirico, in «Eroica», 1927, pp. 7-9; G. Prezzolini, Il tempo della «Voce», Firenze, Vallecchi, 1960, pp. 333-335; G. Chiosso, L'educazione nazionale da Giolitti al primo dopoguerra, Brescia, La Scuola, 1983, pp. 143-147; C. Froldi, La vita e l'opera di Vincenzo Cento, Pollenza, Società operaia, 1988; J. Charnitzky, Fascismo e scuola. La politica scolastica del regime (1922-1943), Scandicci, La Nuova Italia, 1996, p. 62.