Cena Giovanni
Professioni: Educatore, scrittore
Ambiti di produzione: Educazione popolare
Luoghi di attività: Piemonte, Lazio
Nato a Montanaro Canavese (Torino) il 12 gennaio 1870, primogenito di una famiglia di modeste condizioni economiche, dopo avere compiuto gli studi prima in un collegio di religiosi a Torino poi in seminario ad Ivrea, abbandonò la via ecclesiastica e perseguì la vocazione per la poesia e la letteratura. A costo di grandi sacrifici frequentò la facoltà di Lettere e Filosofia, cominciando a collaborare a giornali e riviste, facendosi subito apprezzare nell'ambiente culturale torinese. Dopo brevi soggiorni all'estero si trasferì a Roma, chiamato da Maggiorino Ferraris a lavorare come redattore capo alla rivista «Nuova antologia».
Questo incarico gli permise di prendere parte alle battaglie politiche e civili che animavano la capitale agli inizi del '900, dando spazio sulle pagine del periodico a questioni e dibattiti di attualità ed esprimendo attraverso l'attività letteraria e giornalistica i sentimenti di solidarietà e di altruismo che lo animavano. Questi ebbe poi modo di applicare nella pratica, aderendo ad una iniziativa sociale e culturale a favore delle popolazioni rurali dell'Agro romano nel 1904, accompagnando l'amico ➙ Angelo Celli impegnato nella lotta contro la malaria tra i lavoratori delle tenute laziali e in tal modo scoprendo le drammatiche condizioni di vita dei braccianti agricoli.
Sollecitato dalla sua compagna ➙ Sibilla Aleramo, che con altre signore della sezione romana dell'Unione femminile nazionale gestiva dei rudimentali corsi di alfabetizzazione creati da ➙ Anna Fraentzel Celli per facilitare l'azione igienico sanitaria condotta dal marito, decise di partecipare all'iniziativa; nel 1907 per dare maggiore efficacia ed organicità all'azione educativa costituì un apposito comitato delle Scuole per i contadini composto oltre che dai coniugi Celli e da Sibilla Aleramo, anche dal letterato Carlo Segrè, dal maestro ➙ Alessandro Marcucci e dall'artista ➙ Duilio Cambellotti.
Da quel momento il riscatto morale e civile dei «guitti» della campagna romana divenne lo scopo principale del C. e la scuola, con il suo più alto significato educativo, sociale e culturale, assorbì la maggior parte delle sue energie, poiché, a suo avviso, essa rappresentava lo strumento indispensabile per offrire ad una categoria di diseredati la possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita materiali e morali, di affermare i propri diritti, di elevarsi spiritualmente.
Nel 1911 al fine di ottenere aiuti e sovvenzioni per incrementare le scuole nell'Agro romano e pontino avvalendosi del prestigio e della considerazione di cui godeva organizzò una mostra sulle Scuole dei contadini nell'ambito delle manifestazioni dedicate al cinquantenario dell'Unità d'Italia: l'iniziativa curata da Marcucci e da Cambellotti ebbe successo e richiamò l'attenzione del pubblico e del mondo politico sui problemi della Campagna romana e dei suoi abitanti.
Durante la Grande guerra nonostante i problemi privati, i lutti, le difficoltà dovute alla guerra, si adoperò anche per garantire l'assistenza civile alle famiglie dei richiamati, organizzò gli asili per i bambini, i corsi scolastici per i soldati ricoverati negli ospedali, l'accoglienza per i reduci e quanto altro potesse essere di aiuto al prossimo; inoltre, con la collaborazione di Marcucci e Cambellotti fondò un giornale, «Il Piccolissimo», rivolto alle popolazioni rurali e ai militari.
Nel 1917 il C. fu colpito da un'acuta forma di polmonite: il suo fragile fisico provato dalle eccessive fatiche non resse alla malattia: «l'apostolo della scuola», come venne definito, si spense nella sua casa romana il 6 (o 7?) dicembre dello stesso anno.
[Giovanna Alatri]
Fonti e bibliografia: carte e documenti del C. si trovano in svariati archivi: AS, Firenze, fondo Aleramo; Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia, Roma, fondi Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia, Isnardi e Zanotti-Bianco; Fondazione «U. Spirito», Roma, fondo Pellizzi; Museo storico della didattica «M. Laeng», Università di Roma Tre, Roma, fondo Le scuole per i contadini; ivi, archivio didattico «Lombardo Radice»; Istituto della Enciclopedia italiana, Roma, fondo Pizzetti; Fondazione Istituto «Gramsci», Roma, fondo Aleramo; Fondazione «G. Di Vagno», Conversano (Bari), fondo Coltella; Domus Galileiana, Pisa, fondo Favaro; Archivio Luigi Volpicelli, Roma (privato).
PE, pp. 130-131.
A. Marcucci, Giovanni Cena e le scuole per i contadini, Roma, Off. poligrafica italiana, 1919; W. Peiser, Scuole rurali nella Campagna romana, in «Rivista pedagogica», 1933, n. 1, pp. 104-116; G. Lombardo Radice, Pedagogia di apostoli e di operai, Bari, Laterza, 1936, pp. 166-176 e 179-201; A. Marcucci, La Scuola di Giovanni Cena, Torino, Paravia, 1948; U. Zanotti Bianco, Giovanni Cena, in «I Problemi della pedagogia», 1958, n. 1, pp. 49-60; R. Bottega, Giovanni Cena 50 anni dopo. Cronache da Palazzo Cisterna, luglio-settembre 1967; E. Scialla, L'impegno sociale di Giovanni Cena, Torino, Aiace, 1968; Id., Una vita come impegno. Vita di Giovanni Cena attraverso le lettere e scritti vari, Torino, Paravia, 1969; L. Volpicelli, Pedagogia d'urto. Giovanni Cena, Augusto Romagnoli, Bari, Editoriale universitario, 1969; F. Strozza, Giovanni Cena e le Scuole per i Contadini, Roma, Gruppo editoriale Gesualdi, 1991; F. Jannella, A. Jannella, M. Jannella, Giovanni Cena e il suo discepolo Alessandro Marcucci, Roma, Mura Edizioni, 1994.