Cavazza Francesco

Professioni: Avvocato, filantropo, amministratore pubblico, uomo politico
Ambiti di produzione: Assistenza, educazione infantile, pedagogia speciale
Luoghi di attività: Emilia Romagna

Francesco Cavazza nacque a Bologna l'8 settembre 1860 da un'antica e nobile famiglia e seguì gli studi di Giurisprudenza nell'ateneo felsineo. Nel 1885 sposò la contessa Lina Bianconcini con la quale avviò un importante «salotto culturale» nel palazzo di famiglia, animato dalla presenza dei più noti e affermati intellettuali bolognesi dell'epoca ( Giosuè Carducci, Enrico Panzacchi, Augusto Murri e altri). Ebbe significativi interessi storici ed artistico-letterari testimoniati da alcune pubblicazioni e dalla partecipazione al Comitato per Bologna storico-artistica sorto nel 1889.

La gestione dell'imponente patrimonio finanziario e terriero di famiglia lo avvicinò ai problemi della povertà e dell'analfabetismo della città e delle campagne che concretizzò in un'attiva azione filantropica, in particolare promuovendo l'asilo dei bambini lattanti e le cucine di beneficenza in città.

Il C. legò inoltre il proprio nome ad alcune importanti istituzioni assistenziali-educative bolognesi la cui notorietà oltrepassò i confini cittadini: l'istituto «C. Primodì» per orfani minorenni (1863, ne fu amministratore dal 1891 e poi presidente dal 1916) e soprattutto l'istituto per i ciechi, poi a lui intitolato. Sollecitato dal padre, il nobiluomo bolognese ne seguì la nascita e lo sviluppo fino a farne un punto di riferimento pedagogico e didattico nel corso del tempo, in specie grazie al ruolo svolto da Augusto Romagnoli e poi da Alessandro Graziani.

Oltre a questi impegni il C. operò anche in campo civico come sindaco di Minerbio (Bologna) per oltre un decennio, come consigliere comunale e provinciale di Bologna e poi anche come deputato, su posizioni giolittiane e monarchiche, con il sostegno del voto cattolico. Fu altresì tra i fondatori anche della Federazione interprovinciale agraria degli imprenditori, collocato su posizioni tese al dialogo con le parti sociali.

Tra le due guerre restò defilato, preferendo dedicarsi agli studi storici e artistici e provvedere alla cura delle sue molteplici attività economiche ed assistenziali. Il C. morì a Bologna il 15 novembre 1942.

[Mirella D'Ascenzo]

Fonti e bibliografia: DBI, vol. XXIII, pp. 36-39; A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, Milano, Tosi, 1940, p. 233; G. Bernabei, Dizionario dei bolognesi, Bologna, Santarini, 1989-1990, vol. I, pp. 176-177.

A. Sorbelli, Il conte Francesco Cavazza, Bologna, Regia Deputazione di storia patria, 1943; G. Venturi, Il «Cavazza» di Bologna. Saggio storico sui primi sessant'anni dell'Istituto in occasione del centenario della fondazione, Bologna, Barghigiani, 1984; M. Poli, Per i fanciulli miseri e orfani. L'Istituto Clemente Primodì di Bologna, Bologna, Costa editore, 2007.