Cattaneo Carlo

Professioni: Professore, scrittore
Ambiti di produzione: Diritto, economia, politica scolastica
Luoghi di attività: Lombardia, Svizzera

Carlo Cattaneo nacque a Milano il 15 giugno 1801 da una famiglia della media borghesia. Compiuti i primi studi nei seminari di Lecco e Monza, li proseguì nel liceo di S. Alessandro in Milano. Mancato l'obiettivo di un posto gratuito presso il collegio «Ghislieri» di Pavia andò a insegnare nel ginnasio di S. Marta di Milano (prima Grammatica, poi Umanità).

Negli stessi anni seguì i corsi di diritto tenuti da Gian Domenico Romagnosi. Il 19 agosto 1824 si laureò in Giurisprudenza a Pavia. Decise di non esercitare l'avvocatura e di continuare a insegnare, nonostante i problemi di salute provocati dalle disagevoli condizioni igieniche della scuola di S. Marta e i difficili rapporti con il direttore e gli altri insegnanti. Cercò di cambiare impiego due volte senza successo. Nel frattempo si innamorò, corrisposto, di una giovane donna anglo-irlandese, Anna Woodcock, che, nonostante l'opposizione della famiglia di lei, riuscì a sposare il 19 ottobre 1835. Grazie alla cospicua dote della moglie, che gli consentiva una certa autonomia, il C. poté lasciare l'insegnamento per dedicarsi ampiamente all'attività di pubblicista.

Morto il Romagnosi nel 1835, il C. ne proseguì l'opera negli «Annali universali di statistica», importante rivista di economia, industria e politica sociale, che tuttavia lasciò nel 1838 a causa dei contrasti insorti con l'editore Lampato. L'anno seguente fondò, con un ristretto gruppo di amici, la rivista il «Politecnico», cui avrebbe dedicato le sue migliori energie fino a farne uno dei punti di riferimento della vita culturale lombarda.

Ai temi trattati sugli «Annali» il C. aggiunse nel nuovo periodico questioni di carattere letterario, di storia, di filosofia, di architettura e arte ecc., comprese le tematiche riguardanti in specie l'istruzione. L'esperienza fu chiusa tuttavia già nel 1844, poiché il C. non riusciva a reggere da solo l'onere della direzione e della compilazione dell'intera rivista. Non abbandonò però l'attività pubblicistica: nel 1845, infatti, iniziò a scrivere sulla «Rivista europea», diretta da Carlo Tenca.

All'inizio del 1848, il C. insieme a Pompeo Litta, Francesco Rossi, Francesco Restelli e Gabrio Piola preparò un disegno di riforma degli studi. Il progetto, che non venne attuato a causa della situazione politica, prevedeva l'istituzione degli asili infantili, un forte impegno contro l'analfabetismo, l'apertura di scuole nelle carceri affinché la detenzione avesse scopo rieducativo e non punitivo e infine il riconoscimento della funzione dei maestri e dei professori privati. Alcune novità si rivolgevano, inoltre, agli studi superiori, tema poi approfondito in scritti successivi. Il progetto prevedeva, ad esempio, la creazione di una Facoltà apposita per la preparazione degli insegnanti: gli studi pedagogici avrebbero dovuto avere carattere teorico e pratico, insegnando tra l'altro a conoscere le caratteristiche dello sviluppo fisico, mentale e morale del fanciullo.

A causa del sostegno al movimento liberale durante le Cinque giornate, il C. dovette lasciare Milano e riparare in Svizzera a Castagnola, presso Lugano. Nell'aprile 1852 si occupò degli studi superiori nella Confederazione elvetica e nel Canton Ticino, prospettando la creazione di una federazione delle università svizzere, regolata dal principio dell'autonomia. Nell'ottobre di quello stesso anno fu nominato professore di Filosofia del neo istituito liceo di Lugano. Nell'ottobre 1854 prese parte alle lotte politiche cantonali e fu in prima linea nel sostenere il laicismo pedagogico nell'aspra polemica che si accese nel 1855 nelle aule stesse del suo liceo contro la parte clericale.

Dopo l'Unità partecipò ai dibattiti sull'assetto dell'istruzione nazionale, criticando l'accentramento delle varie decisioni in sede ministeriale. Secondo il C. occorreva lasciare autonomia agli atenei, allentare il controllo ministeriale e diversificare i programmi dei corsi. L'insegnamento avrebbe dovuto, inoltre, valorizzare le discipline scientifiche e tenere conto delle scoperte tecniche delle esigenze della società, sfuggendo a una concezione sostanzialmente retorica della classicità. Queste istanze erano però destinate per la maggior parte a restare disattese. La classe politica di quegli anni, infatti, concentrò principalmente la sua attenzione sulla tutela degli insegnamenti umanistici e decise di esercitare uno stretto controllo ministeriale sulle scuole.

Nel gennaio 1861 rifiutò la cattedra all'Accademia scientifico letteraria di Milano, poiché impegnato nuovamente nella pubblicazione di una nuova serie del «Politecnico». Nel luglio 1862 gli fu nuovamente proposto l'insegnamento a Milano, ma il C. anche in questo caso oppose un rifiuto. Il C. morì a Castagnola il 5 febbraio 1869.

[Elisa Mazzella]

Fonti e bibliografia: Archivio storico del Comune di Milano, Istruzione, cc. 53, 56 e 60, carte Cattaneo; AS, Milano, Autografi, c. 120, f. 20; Processi politici, c. 11; Archivio dell'Istituto lombardo-Accademia di scienze e lettere, Arch. Mns. 23; Biblioteca del Museo del Risorgimento, Milano, archivio Cattaneo; R. Caddeo, Epistolario di Carlo Cattaneo, Firenze, Barbèra, 1949-1956, 4 voll.; Carteggi di Carlo Cattaneo, distinti in serie I e II, Lettere di Carlo Cattaneo (1820-15 marzo 1848), a cura di M. Cancarini Petroboni, M. Fugazza, Bellinzona-Firenze, Le Monnier-Casagrande, 2001, Lettere dei corrispondenti (1820-1840), a cura di Carlo Agliati, Bellinzona-Firenze, Le Monnier-Casagrande, 2001; G. Armani, Gli scritti su Carlo Cattaneo. Bibliografia 1836-2001, Lugano, Casagrande, 2001.

DBI, vol. XXII, pp. 442-439; EF, vol. II (ed. Edipem, 1979), cc. 144-145; EP, vol. II, 1989, cc. 2396-2403; PE, p. 129.

Limitatamente ai testi più recenti e di carattere educativo: R. Fornaca, Filosofia, politica e educazione in Carlo Cattaneo, Roma, Armando, 1963; L. Borghi, Aspetti educativi e pedagogici del pensiero autonomistico di Carlo Cattaneo, in C.G. Lacaita (ed.), L'opera e l'eredità di Carlo Cattaneo, Bologna, il Mulino, 1975, vol. I, pp. 275-305; C.G. Lacaita, Romagnosi e Cattaneo, in «Annali della Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Milano», 1983, n. 3, pp. 585-615; L. Ambrosoli, Il contributo di Carlo Cattaneo alla riforma scolastica ticinese, in C. Cattaneo, Sulla riforma dell'insegnamento superiore nel Ticino, Caneggio-Lugano, Stamperia della frontiera, 1984, pp. 9-22; M. Fugazza, Carlo Cattaneo. Scienza e società 1850-1868, Milano, Angeli, 1989; S. Polenghi, La politica universitaria italiana nell'età della Destra storica, Brescia, La Scuola, 1993, pp. 264-271; L. Ambrosoli, La scoperta di Cattaneo, Varese, Macchione editore, 2000; F. Della Peruta (ed.), I volti di Carlo Cattaneo 1801-1869: un grande italiano del Risorgimento, Milano, Skira, 2001; Id., Carlo Cattaneo politico, Milano, Angeli, 2001; C. Cattaneo, La Lombardia di Carlo Cattaneo, a cura di L. Ambrosoli, Milano, Mondadori, 5 voll., 2001-2003; A. Colombo, F. Della Peruta, C.G. Lacaita, Carlo Cattaneo: i temi e le sfide, Milano, G. Casagrande, 2004.