Castromediano Sigismondo

Professioni: Uomo politico, filantropo
Ambiti di produzione: Politica scolastica
Luoghi di attività: Puglia

Sigismondo Castromediano nacque a Cavallino di Lecce il 20 gennaio 1811 da antica e nobile famiglia. Cresciuto nel castello avito, il giovane rampollo dei C. ricevette una formazione umanistica, da cui derivò una particolare passione per le letteratura latina e greca, per l'archeologia e la storia dell'arte.

Dopo gli studi seguiti nel collegio dei Gesuiti di Lecce, sposò ben presto gli ideali liberali. Coinvolto nei moti salentini del 1848, nell'ottobre di quell'anno, fu arrestato e poi condannato a trent'anni di carcere. Iniziò, allora, un doloroso capitolo della vita del C. che egli stesso avrebbe poi raccontato nell'opera Carceri e galere politiche (1895).

Nel dicembre del 1858, la pena del C., insieme a quella degli altri detenuti politici, fu commutata in esilio perpetuo e, con un ordine ministeriale segreto, ne fu ordinata la deportazione negli Stati Uniti d'America. In seguito a una rocambolesca avventura, il C. e i suoi compagni di viaggio riuscirono tuttavia a cambiare rotta e a raggiungere le coste dell'Irlanda. Respinta la proposta di collaborazione avanzata da Giuseppe Mazzini, il C. fu accolto negli ambienti moderati inglesi, riscuotendo considerazione da parte di uomini politici come Gladstone, Palmerston, Clarendon, Russell e Derby.

Tornato in Italia nell'aprile 1859, si stabilì a Torino ove cominciò a frequentare gli esponenti liberali subalpini, auspicando l'annessione sotto la corona dei Savoia. Eletto deputato al Parlamento italiano durante l'ottava legislatura, il C. cooperò attivamente alla costruzione dell'Italia unita, attestandosi sempre su posizioni moderate e distinguendosi per la sua rettitudine morale.

Spese gli anni della maturità nella promozione degli ideali nazionali nella sua terra, come testimonia la fondazione, già nel 1863, dell'Associazione costituzionale di Lecce. Non si può tacere, inoltre, l'intensa attività svolta da C., in qualità di ispettore dei monumenti e degli scavi per la Terra d'Otranto, per la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico del suo territorio, documentata dalle importanti Relazioni annue della Commissione conservatrice dei Monumenti storici e di Belle Arti di Terra d'Otranto (1871-1873, 1875-1877) che recano la sua firma.

Filantropo e convinto sostenitore della necessità di promuovere una pedagogia nazionale nutrita degli ideali risorgimentali, attese alla fondazione di un museo provinciale, con annessa biblioteca, a Lecce, del quale fu conservatore onorario, si spese per l'erogazione di sussidi provinciali per gli studiosi di belle arti e si impegnò, in particolare, nel versante dell'educazione femminile.

A questo proposito, va ricordata la battaglia condotta dal C. per la sostituzione delle Suore della carità con personale laico nella direzione dell'educandato femminile «Vittorio Emanuele II» di Lecce (cfr. ACS, MPI, tit. XI, Educandati, collegi, istituti, 1860-1880, f. 36). Il C., che espose la sua posizione al riguardo nello scritto intitolato Secolarizzazione dell'educatorio Vittorio Emanuele (1871), riuscì ad avviare una breve fase di direzione laica dell'istituto inaugurata dalla scrittrice ed educatrice Luisa Amalia Paladini che tuttavia durò solo un anno (1872-1873). Le pratiche di insegnamento attuate in questo periodo furono descritte dal C. stesso nella Relazione sulle vicende e condizioni dell'educandato femminile Vittorio Emanuele (1872) e nel Rapporto della Giunta esaminatrice delle alunne nell'Educandato Vittorio Emanuele (1873). Sul tema il C., ritornò, qualche anno più tardi, con la lettera aperta Scuole esterne nell'educatorio «Vittorio Emmanuele II» in Lecce (1878).

Fu, infine, redattore del periodico «Il Cittadino leccese», giornale di stampo popolare animato come tanta parte della pubblicistica del tempo da una precisa volontà educativo-patriottica. Il C. morì a Cavallino di Lecce il 26 agosto 1895.

[Elisabetta Patrizi]

Fonti e bibliografia: carte del C. sono conservate presso l'Archivio storico del Comune di Cavallino e presso L'AS, Lecce; un elenco delle opere a stampa e manoscritte in G. De Matteis, Sigismondo Castromediano, in «Rassegna storica del Risorgimento», 1938, n. 9, pp. 1221-1239 (con bibliografia).

DBI, vol. XXII, pp. 245-248; DBSC, vol. I, p. 269; A. De Gubernatis, Piccolo dizionario dei contemporanei italiani, Roma, Forzani e C., 1895, p. 209; C. Villani, Scrittori ed artisti pugliesi antichi, moderni e contemporanei, Trani, Vecchi, 1904, pp. 226-227; D. Giusto, Dizionario bio-bibliografico degli scrittori pugliesi viventi (dalla rivoluzione francese alla rivoluzione fascista), Bari, Società editrice tipografica, 1929, p. 37; M. Rosi, Dizionario del Risorgimento nazionale, Milano, F. Vallardi, 1930, vol. I, pp. 601-602.

B. De Rinaldis, Sigismondo Castromediano ed i sessantasei condannati politici napoletani deportati in America, Napoli, Morelli, 1863; L. De Giorgi, Il duca Castromediano, Lecce, Tip. Ed. Salentina, 1886; G. Gigli, Sigismondo Castromediano, Genova, Formìggini, 1913; E. Martinengo Cesaresco, Duca Sigismondo Castromediano: cenni biografici, Salò, Tip. Devoti, 1913; P. Palumbo, Sigismondo Castromediano e i suoi tempi, Lecce, Tip. sociale, 1916; R. Barbiera, Il duca Sigismondo Castromediano, in Figure e figurine del secolo XIX, Milano, Treves, 1921, pp. 365-388; A. Semeraro, Cattedra, altare, foro: educare e istruire nella società di terra d'Otranto tra Otto e Novecento, Lecce, Mirella, 1984, pp. 198-203; A. Garrisi, Sigismondo Castromediano cittadino di Cavallino, patriota del Risorgimento, Lecce, AGM stampa, 2005.