Castelnuovo Guido

Professioni: Professore universitario
Ambiti di produzione: Associazionismo, cultura ebraica, didattica, matematica
Luoghi di attività: Veneto, Piemonte, Lazio, Italia

Guido Castelnuovo nacque a Venezia il 14 agosto 1865. Indirizzato alla matematica, nel corso dei suoi studi liceali, da Aureliano Faifofer, si laureò nel 1886 presso l'università di Padova, dove ebbe come maestro Giuseppe Veronese. Dopo un anno di perfezionamento a Roma sotto la guida di Luigi Cremona, si recò a Torino. Il periodo torinese (1887-1891), fu molto importante per l'orientamento delle sue ricerche, tanto da far dire che la nuova geometria italiana sulle curve algebriche era nata dalle conversazioni del C. con l'amico e maestro Corrado Segre nel corso delle loro lunghe passeggiate sotto i portici di via Po.

Chiamato nel 1891 a ricoprire la cattedra di Geometria analitica e proiettiva all'Università di Roma, vi insegnò per 44 anni, tenendo per incarico anche altri corsi e, dopo la morte del Cremona, quello di Geometria superiore. Qui prese avvio la feconda collaborazione con Federigo Enriques, che condusse alla pubblicazione di vari lavori sulle superfici algebriche fra cui due articoli (1908, 1914) per la Encyklopädie der mathematischen Wissenshaften, l'uno dedicato alle proprietà fondamentali delle superficie algebriche dello spazio ordinario dal punto di vista proiettivo e l'altro sulle superfici algebriche dal punto di vista delle trasformazioni birazionali. Come scrive Hodge “their partnership was one of the happiest examples of collaboration in mathematics” (W. Hodge, Guido Castelnuovo, in «Journal of the London Mathematical Society», 1953, p. 121).

La produzione scientifica del C. consta di un centinaio fra note, memorie e trattati. A partire dal 1906 volse la sua attenzione anche ad altre questioni che denotano in lui interessi di tipo metodologico, didattico, storico e fisico. Di particolare rilievo sono gli studi sui metodi statistici della fisica e sul calcolo delle probabilità, cui dedicò svariate note e il trattato Calcolo delle probabilità e applicazioni (1918 e 1925-28, 2 voll.), e le pubblicazioni di carattere divulgativo sulla teoria della relatività einsteiniana come pure il volume sulla storia del calcolo infinitesimale (Le origini del calcolo infinitesimale nell'era moderna, 1938).

A testimonianza dell'insegnamento universitario rimangono le Lezioni di geometria analitica (1904) e i quaderni manoscritti dei corsi. Durante gli anni delle persecuzioni razziali, dal 1938 al 1943 il C. organizzò a Roma un'Università segreta per perseguitati politici e razziali e, nei nove mesi dell'occupazione nazifascista, rimase nascosto, ospite di amici.

Socio dal 1901 dell'Accademia dei Lincei (di cui fu anche presidente, 1946-1952), fu delegato della International Commission on Mathematical Instruction (ICMI) dalla sua fondazione (1908) e vicepresidente dal 1928 al 1932. Nel 1949 fu nominato senatore a vita.

L'impegno di C. per la scuola si esplicò in varie direzioni: nell'attività all'interno dell'ICMI e in quella di presidente della «Mathesis» (1911-1914), associazione degli insegnanti di matematica, nei suoi corsi universitari – alcuni dei quali esplicitamente rivolti alla formazione dei docenti – nella stesura di programmi scolastici e in vari articoli dedicati ai problemi dell'insegnamento della matematica.

Come delegato italiano dell'ICMI il C. instaurò importanti contatti internazionali e promosse una maggiore informazione sui movimenti di riforma europei, in particolare su quello di Felix Klein, di cui condivideva in pieno gli assunti metodologici. Durante la presidenza dell'associazione «Mathesis» fu impegnato tra il 1912 e il 1913 nella stesura dei programmi di matematica del liceo moderno e delle relative istruzioni metodologiche.

A motivare l'interesse del C. per la scuola erano soprattutto ragioni sociali come affermava egli stesso in uno scritto apparso nel 1914 sulla rivista francese «L'Enseignement mathématique». La sua visione dell'insegnamento della matematica prendeva le mosse da una critica lucida del sistema scolastico italiano, caratterizzato – a suo parere – da un insegnamento troppo astratto e teorico, distaccato dalla pratica e dalle applicazioni, e irrigidito da un'eccessiva specializzazione.

Nell'articolo Il valore didattico della matematica e della fisica («Rivista di Scienza», 1907, pp. 329-337) che costituisce quasi un manifesto del suo pensiero didattico, sostiene, al contrario, l'importanza dell'osservazione, delle attività sperimentali e dei procedimenti euristici, l'utilità del continuo confronto fra astrazione e realtà e l'importanza delle applicazioni «per mettere in luce il valore della scienza” (p. 336). Questo suo modo di concepire l'insegnamento della matematica era tradotto in alcune affermazioni ricorrenti: «Riabilitare i sensi», «Abbattere il muro che separa la scuola dal mondo esterno», «Accostare l'insegnamento alla natura e alla vita».

Nelle istruzioni metodologiche annesse ai programmi del già citato liceo moderno il C. ribadì i capisaldi del suo pensiero didattico: l'importanza di coordinare l'insegnamento della matematica con quello della fisica, di evitare le sottigliezze della critica moderna pur guardandosi da un empirismo grossolano, di tener conto del processo storico che ha condotto ai problemi e alla loro risoluzione e soprattutto di interessare gli allievi, facendo comprendere il ruolo importante della matematica nella società moderna.

La riforma della scuola attuata nel 1923 da Giovanni Gentile sancì la supremazia degli studi umanistici su quelli scientifici e pose fine all'esperimento del liceo moderno. Il C. fu uno dei più fieri oppositori di questa scelta. Morì a Roma il 27 aprile 1952.

[Livia Giacardi]

Fonti e bibliografia: Archivio Storico dell'Università di Roma, Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, Libretti delle lezioni; U. Bottazzini, A. Conte, P. Gario Riposte armonie. Lettere di Federigo Enriques a Guido Castelnuovo, Torino, Boringhieri, 1996; P. Gario (a cura di), Lettere e Quaderni dell'Archivio di Guido Castelnuovo: http://archivi-matematici.lincei.it/Castelnuovo/Lezioni_E_Quaderni/ menu.htm

DBI, vol. XXI, pp. 825-828; Dictionary of Scientific Biography, New York, Charles Scribner's Sons, vol. III, p. 117.

A. Terracini, Guido Castelnuovo, in «Atti R. Accademia delle Scienze di Torino», 1951-1952, pp. 366-377; W. Hodge, Guido Castelnuovo, in «Journal of the London Mathematical Society», 1953, pp. 120-125; Onoranze alla memoria di Guido Castelnuovo, in «Rendiconti di matematica e delle sue applicazioni», 1955, pp. 1-50 (con l'elenco delle pubblicazioni); A. Brigaglia, C. Ciliberto, Italian algebraic geometry between the two world wars, Kingston, Queen's University 1995, pp. 24-32; A. Conte, L. Giacardi, Guido Castelnuovo, in C.S. Roero (ed.) La Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche Naturali di Torino, 1848-1998, Torino, Deputazione subalpina di storia patria, 1999, vol. II, pp. 539-545; P. Gario, Guido Castelnuovo e il problema della formazione dei docenti di matematica, Studies in the History of Modern Mathematics, V, Supplemento «Rendiconti Circolo Matematico di Palermo», 74, 2004, pp. 103-121; A. Brigaglia, Da Cremona a Castelnuovo. Continuità e discontinuità nella visione della scuola, in L. Giacardi (ed.), Da Casati a Gentile. Momenti di storia dell'insegnamento secondario della matematica in Italia, La Spezia, Agorà Edizioni, 2006, pp. 159-179: P. Gario, I corsi di Guido Castelnuovo per la formazione degli insegnanti, ivi, pp. 239-268; L. Giacardi, Guido Castelnuovo, 2008, http://www.icmihistory.unito.it/portrait/castelnuovo.php; Ead., The Italian School of Algebraic Geometry and Mathematics Teaching in Secondary Schools. Methodological Approaches, Institutional and Publishing Initiatives, in «International Journal for the History of Mathematics Education» 2010, pp. 1-19.