Aliotta Antonio

Professioni: Professore, professore universitario
Ambiti di produzione: Editoria scolastica, filosofia, pedagogia, storia della pedagogia
Luoghi di attività: Sicilia, Campania

Antonio Aliotta nacque a Palermo il 18 gennaio 1881. Completati gli studi universitari a Firenze alla scuola di Francesco De Sarlo, cominciò a insegnare. Dopo qualche anno di docenza nella scuola secondaria, passò all'insegnamento universitario, prima sulla cattedra di Filosofia teoretica a Padova e poi, dal 1919 al 1951, a Napoli, annoverando tra i suoi allievi, tra gli altri, Nicola Abbagnano, Michele Federico Sciacca, Cleto Carbonara, Paolo Filiasi Carcano.

Ha lasciato numerosi (e talora imponenti) saggi e opere storiche, nelle quali ha inquietamente percorso un cammino passato da un ingenuo naturalismo panteistico della prima giovinezza a un realismo spiritualistico e teistico, a un pluralismo relativistico, a un eticismo cristiano, sempre comunque svincolandosi dagli stilemi del neohegelismo, dalle facili sintesi dialettiche, e sempre lamentando l'incomprensione dei contributi delle scienze che angustiava la filosofia italiana.

Si mantenne, sia pur ecletticamente, vicino a una centralità della coscienza come prodotto e segreto motore di una pervadente esperienza che inesauribilmente s'integra come soggettività universale nella pluralità non riducibile dei momenti e degli individui. L'A. riecheggiò così motivi bergsoniani e anche una sorta d'interazionismo pragmatista, e in generale alluse a tanti problemi vitali della filosofia internazionale, avvolti tuttavia in un linguaggio tipico della retorica speculativa italiana.

Dopo aver scritto alcuni saggi raccolti con il titolo di Scetticismo antico, scetticismo moderno (1903), l'A esordì nel 1905 con la pubblicazione della sua tesi di laurea, La misura in psicologia sperimentale (1905). Dopo aver cercato un confronto con il metodo delle scienze dell'uomo così come stavano affermandosi fuori d'Italia, prese le distanze dall'estetica crociana (nell'Estetica del Croce e la critica dell'idealismo moderno, 1917, come già in scritti dei primi anni del secolo) rivendicando all'arte la funzione di coscienza dell'attività inesauribile dello spirito, inteso quale realtà che s'integra come soggettività vivente e consapevole.

La distanza dal meccanicismo e dal naturalismo non solo non lo indussero a rimanere avvinto all'intuizionismo estetico, ma rinsaldò la sua fiducia nelle acquisizioni delle scienze sperimentali, manifestazioni non certo di pseudo-concetti, ma indispensabili strumenti di arricchimento del corpo altrimenti vacuo o languido delle nostre intuizioni (cfr. La reazione idealistica contro la scienza, 1912). A fianco di queste indagini l'A. s'inoltrò anche nella riflessione teologica espressa nelle Linee di una concezione spiritualistica del mondo del 1913, dove è presentata addirittura una «prova gnoseologica dell'esistenza di Dio». Essa è affidata a una «coscienza assoluta» come spiegazione ultima dell'ipotizzato finalismo della realtà, tendente ad acquisire nelle coscienze individuali il significato di ogni accadimento.

Non meno metafisico, ma certamente più originale fu il periodo della produzione aliottiana inaugurato, negli anni della prima guerra mondiale, dal tema del male con il saggio La guerra eterna e il dramma dell'esistenza (1917), seguito dai contributi più chiaramente teoretici come La teoria di Einstein e le mutevoli prospettive del mondo (1922), Relativismo e idealismo (Napoli, 1922), Il problema di Dio e il nuovo pluralismo (1924). Questa è la fase del più chiaro sperimentalismo, nel senso di una metafisica dell'esperienza, e del relativismo, nel senso dell'integrazione senza fine, che non approderà mai a una verità definitiva, fra centri soggettivi che sussistono solo l'uno per l'altro, e dimorano dinamicamente in una realtà che è insieme soggetto e oggetto di questo inesauribile processo.

I gradi di tale sviluppo quasi epigenetico trovano espressioni crescenti dalla scienza alla filosofia, che ha il suo campo di prova nella storia. La realtà è così animata da una sorta di teleonomia interna però sprovvista di poteri escatologici e senza traguardi che non siano la promessa sempre rinnovata di una più appagante e solida armonia da attingere nello slancio delle prove di tutte le parti di realtà, sempre oggettive e soggettive, coinvolte appunto nell'unico concepibile a priori dell'esperienza.

Accanto agli interessi speculativi, l'A. sviluppò la propria attività anche in ambito educativo su due versanti. In primo luogo il docente napoletano visse una breve esperienza, da neolaureato, come direttore a Firenze dell'istituto «Umberto per bambini tardivi e deficienti. Ben più ampio e importante fu il secondo aspetto in qualità di prolifico e fortunato autore di testi scolastici.

Fin dagli anni '20 diede alle stampe due volumi, uno di storia della filosofia e l'altro di storia della pedagogia, rispettivamente Sommario di storia della filosofia e Compendio di storia della pedagogia (entrambi apparsi nel 1926 con tipi dell'editore napoletano Perrella) che furono adottati nei licei e negli istituti magistrali fino agli anni '60. All'A. si devono anche le edizioni di alcuni «classici» di pedagogia commentati (Rousseau, Necker de Saussure e altri) raccolti in una collana da lui stesso diretta e altri manuali (compreso uno di psicologia) destinati, in specie, ai corsi magistrali. L'A. morì a Napoli il 1° febbraio 1964.

[Franco Giuntoli]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., Direzione Generale Istruzione Universitaria, Fascicoli personali dei professori ordinari (1940-1970), III versamento, b. 8; Direzione Generale Istruzione Superiore, Professori universitari epurati (1944-1946), b. 1; A. Aliotta, Opere complete, Napoli-Roma, Perella-Cremonese, 1942-1954, 7 voll.

EF (ed. Lucarini, 1982), vol. I, pp. 188-189; EP, vol. I, cc. 364-368; necrologio in «Rivista di filosofia», 1964, pp. 444-448.

N. Abbagnano, Storia della filosofia, Torino, Utet, 1966, vol. III, pp. 606-608;. E.P. Lamanna, V. Mathieu, Storia della filosofia. La filosofia del Novecento, Firenze, Le Monnier, 1971, vol. I, pp. 159-167; E. Garin, Cronache di filosofia italiana 1900-1943. Quindici anni dopo 1945/1960, Bari, 1966, ad indicem.