Casini Tommaso

Professioni: Professore, ispettore, funzionario ministeriale, professore universitario, uomo politico
Ambiti di produzione: Editoria scolastica, letteratura italiana
Luoghi di attività: Emilia Romagna, Lazio, Marche, Umbria, Veneto

Tommaso Casini nacque a Pragatto, frazione di Crespellano (Bologna), il 27 febbraio 1859 da Giuseppe, farmacista e futuro sindaco di Bazzano (Bologna), ed Ester Zanasi.

Compiuto il corso elementare a Bazzano, Tommaso frequentò il ginnasio e la prima classe liceale al «Galvani» di Bologna per poi trasferirsi a Modena, dove conseguì la licenza nel 1877. Fin da quegli anni si segnalò per originali ricerche d'archivio e per la conduzione di alcuni scavi archeologici condotti a Bazzano, i cui risultati furono pubblicati nel «Bullettino di palemologia italiana» e nelle «Notizie degli scavi» dell'Accademia dei Lincei.

Gli interessi storici del Casini furono sostituiti da quelli critico-letterari a partire dagli anni universitari, trascorsi a Bologna, dove meritò l'attenzione di Giosuè Carducci, e a Firenze, alla scuola di Adolfo Bartoli.

Ottenuta nel 1881 la laurea presso l'Istituto di studi superiori del capoluogo toscano, il C. iniziò la sua lunga stagione in seno alla scuola, dapprima come reggente di Lettere presso il liceo di Arpino, poi dal settembre 1884 a Pisa, sede che, per motivi di studio e di ricerca, preferì anche dopo aver vinto la cattedra al liceo «Manzoni» di Milano.

Il docente bolognese affiancò infatti all'insegnamento un'intensa attività di ricerca i cui risultati furono pubblicati su vari periodici, dal «Giornale storico della letteratura italiana» (suo il saggio di apertura del primo fascicolo) al «Propugnatore», nella cui redazione entrò nel 1888, quando la direzione della rivista fu assunta dal Carducci. Della redazione fecero parte anche Albino Zenatti e Salomone Morpurgo, con i quali Casini aveva fondato nel 1884 la «Rivista critica della letteratura italiana».

L'alacrità pubblicistica del C. non venne meno neppure quando fu gravato da maggiori impegni professionali. Dopo un biennio trascorso al liceo «Visconti» di Roma (1888-1890), fu infatti nominato provveditore agli studi per la provincia di Pesaro, antefatto di frequenti trasferimenti e rientri nel mondo dell'insegnamento, alternati a periodi di servizio presso il ministero della P.I., che ne segnarono l'attività tra il 1893 e il 1908 quando venne richiamato al ministero con il grado di ispettore.

Quanto fosse apprezzata la sua collaborazione trova testimonianza, non solo nelle continue convocazioni alla Minerva, ma anche nei numerosi incarichi conferitigli da parte dei ministri Ferdinando Martini e Luigi Rava. Nel 1913, quand'era capo gabinetto del sottosegretario alla P.I., lasciò la carriera dell'insegnamento e amministrativa per partecipare al concorso bandito per la cattedra di Letteratura italiana nelle università di Bologna, Padova e Pavia. Vinto il concorso, fu destinato con decreto 31 dicembre 1913 all'ateneo patavino.

L'eccessivo lavoro e, soprattutto, la prematura scomparsa della figlia maggiore minarono la fibra del Casini, il quale fu costretto a periodici congedi dall'insegnamento accademico. Infine, nell'agosto 1915 il ministero accolse la sua richiesta di collocamento a riposo.

Intensa, frattanto, aveva continuato a essere l'attività di ricerca del Casini. Nel 1897, ad esempio, aveva fondato la «Biblioteca storica del Risorgimento italiano», che durò una ventina d'anni, durante i quali furono pubblicati oltre 100 volumi; l'anno successivo gli era stato affidato il compito di curare la sezione bibliografica riguardante la letteratura italiana della «Rivista d'Italia», fondata da Domenico Gnoli; nel 1907, infine, aveva dato vita a Modena all'«Archivio emiliano del Risorgimento nazionale». Il C. fece inoltre parte del consiglio di presidenza del Comitato nazionale per la storia del Risorgimento, organo di cui fu anche segretario generale.

Uomo di convinzioni democratiche, il C. militò nel partito radicale, tranne poi aderire al Partito socialista negli ultimi anni della sua vita. Fu a più riprese consigliere comunale a Bazzano e, dal 1914 fino alla morte, consigliere provinciale. In questa veste fu nominato rappresentante del gruppo di comuni bolognesi soggetti all'amministrazione scolastica provinciale e commissario dell'Opera pia dei vergognosi.

Autore dalla facile scrittura (lasciò oltre 250 pubblicazioni, tra monografie e saggi), tra i suoi lavori vanno ricordati anche alcuni testi scolastici di indiscussa fortuna pubblicati con importanti editori come Sansoni, Zanichelli ed Albrighi e Segati, in specie manuali di letteratura italiana, testi di stilistica e vari classici commentati. Il suo lavoro scolastico più noto fu senz'altro il commento alla «Divina Commedia», molto apprezzato dalla critica e a lungo tra i commenti più diffusi nelle scuole. Il C. morì a Bazzano il 16 aprile 1917.

[Fabio Targhetta]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., Direzione Generale Istruzione Superiore, Fascicolo personale insegnante (1900-1940), II versamento, I serie, b. 28.

DBI, vol. XXI, pp. 363-369; G. Toffanin jr., Cent'anni in una città (schedario padovano), Padova, Rebellato, 1973, p. 67; necrologi in «Giornale storico della letteratura italiana», 1917, n. 70, pp. 361-362 e «Atti e memorie della R. deputazione di storia patria per le provincie modenesi», 1918, n. 9, pp. 179-239.

Raccolta di scritti su Tommaso Casini 1859-1959, Bologna, Tip. L. Parma, 1959; Per il centenario della nascita del prof. Tommaso Casini, Bologna, Tip. Moderna, s.d. [1959].