Alicata Mario

Professioni: Uomo politico
Ambiti di produzione: Comunismo, politica scolastica
Luoghi di attività: Calabria, Campania, Italia

Mario Alicata nacque a Reggio Calabria l'8 maggio 1918 da Antonino e Luigina Allmayer, sorella del filosofo Vito Fazio Allmayer. Iniziò gli studi a Palermo, dove la famiglia si era trasferita nel 1925, e li proseguì a Roma presso il liceo «T. Tasso», a seguito di un nuovo trasferimento dei genitori. Nel 1936 si iscrisse alla facoltà di Lettere e Filosofia della «Sapienza», entrò nel Gruppo universitario fascista e svolse una significativa attività in molteplici forme e ambienti culturali. Tra il 1937 e il 1940 collaborò con il quotidiano romano «Il Piccolo» e nel 1939 animò le pagine letterarie della rivista «Meridiano» di Roma. Partecipò ai convegni di critica letteraria dei Littoriali della cultura e dell'arte del 1937 a Napoli e del 1938 a Palermo.

In quegli anni strinse relazione con diversi altri giovani intellettuali quali Paolo Bufalini, Antonello Trombadori, Antonio Giolitti, Lucio Lombardo Radice, Renato Guttuso, Bruno Zevi e altri. Dal fermento prodotto nelle discussioni con questo gruppo scaturì nell'A. la decisione di iscriversi nel 1940, insieme a Pietro Ingrao e Carlo Salinari, al Partito comunista.

Nel frattempo si laureò con Natalino Sapegno che lo scelse, subito dopo la laurea, come assistente e sotto la cui guida intraprese un'intensa attività saggistica, passando dall'iniziale impostazione crociana all'aperta adesione al neorealismo. Da tali interessi maturò un testo antologico per la scuola (Avventure e scoperte. Nuove letture per i ragazzi italiani della scuola media, 1941). Parallelamente all'attività letteraria coltivò anche interessi cinematografici collaborando, tra l'altro, alla sceneggiatura del film «Ossessione» di Luchino Visconti.

Arrestato nel dicembre 1942 per «attività sovversiva», fu liberato nell'agosto 1943 e intensificò subito la propria attività politica, impegnandosi nella Resistenza romana e, successivamente, come designato dal Partito comunista nella giunta in seno al Comitato nazionale di liberazione.

Alla ripresa della vita democratica maturò nell'A. una particolare attenzione alle problematiche dell'istruzione. In linea con l'insegnamento di Antonio Gramsci individuò nella scuola e nella sua riforma un'occasione per la costruzione di una nuova egemonia che modificasse l'assetto della società italiana. In funzione di questa complessiva strategia sottolineò l'esigenza di una scuola formativa e obbligatoria, coerente con le esigenze poste dalla nuova costituzione democratica e repubblicana, il cui asse culturale doveva ruotare intorno all'idea di un «nuovo umanesimo» espressione della fusione dei valori della tradizione con le innovazioni della scienza.

Gli anni della ricostruzione lo videro impegnato in un'intensa attività politica nel Mezzogiorno. Nel 1945 si spostò a Napoli per dirigere il quotidiano «La Voce» e ricoprì svariati incarichi nel partito tra cui quello di segretario regionale della Calabria (1948, anno in cui fu eletto deputato). Dal 1954 al 1964 fu direttore di «Cronache meridionali».

Dal 1955 al 1963 l'A. diresse la commissione culturale del Partito comunista. In tale veste offrì un contributo decisivo per far diventare la scuola una grande questione nazionale per il movimento operaio e per i comunisti e perseguire una nuova impostazione della politica scolastica rispetto agli orientamenti tracciati negli anni precedenti da Concetto Marchesi e Antonio Banfi. Promosse l'istituzione di un centro permanente di studi sui problemi della scuola e dell'educazione in seno all'istituto «Gramsci» e avviò svariate iniziative fra cui spiccano il convegno dedicato ai problemi della scuola nel maggio 1955 e l'avvio della rivista «Riforma della scuola».

All'uomo politico calabrese si deve, in particolare, il documento che presentò al comitato centrale del novembre 1955 il progetto di riforma della scuola i cui capisaldi erano la scuola media unitaria, dal carattere formativo e orientativo (da perseguire mediante l'abolizione del latino, l'introduzione di nuove discipline nel curriculum scolastico come le scienze naturali e la pratica del lavoro), lo sviluppo della cultura tecnico scientifica, la riqualificazione dell'istruzione professionale, una nuova formazione dei maestri, l'università (La riforma della scuola, 1956).

Nel marzo 1962 venne nominato direttore de «l'Unità» e dal 1964 fece parte della segreteria centrale del partito. Rieletto alla Camera nel 1963, entrò a far parte della commissione Affari Esteri. Fu l'A. a far conoscere alla direzione del partito il memoriale di Togliatti che Luigi Longo gli consegnò a Yalta nell'agosto 1964. L'A. morì a Roma il 6 dicembre 1966.

[Alberto Barausse]

Fonti e bibliografia: documentazione sull'A. è conservata nell'Archivio del Partito comunista italiano, Fondazione Istituto «Gramsci», Roma, e presso l'ACS, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione Generale Pubblica Sicurezza, Casellario, politico centrale, ad nomen; M. Alicata, Profilo autobiografico, in R. Martinelli, R. Maini (edd.), Intellettuali e azione politica, Roma, Editori Riuniti, 1976, pp. 323-331 (bibliografia completa degli scritti dell'A. alle pp. 463-503); M. Alicata, Lettere e taccuini di Regina Coeli, Torino, Einaudi, 1977.

G. Luciano, Mario Alicata, in «Critica marxista», 1968, n. 3, pp. 48-70; P. Spriano, Storia del Partito comunista italiano, Torino, Einaudi, 1973-1975, ad indicem; G. Amendola, Gli anni della Repubblica, Roma, Editori Riuniti, 1976, ad indicem; A. Tortorella, Mario Alicata e i problemi della cultura, in R. Martinelli, R. Maini (edd.), Intellettuali e azione politica, op. cit., pp. 45-64; C. Salinari (ed.), Mario Alicata: intellettuale e dirigente politico, Roma, Editori Riuniti, 1978; G. Tortorelli, Contributi sulla formazione culturale e politica di Mario Alicata, in «Italia contemporanea», 1978, n. 132, pp. 93-98; P. Bufalini, Uomini e momenti della vita del PCI, Roma, Editori Riuniti, 1982; F. Pruneri, La politica scolastica del Partito comunista italiano dalle origini al 1955, Brescia, La Scuola, 1999, pp. 6, 11, 72-75, 80, 159, 169, 173-174 e passim.