Carretto Carlo

Professioni: Maestro, direttore, scrittore
Ambiti di produzione: Associazionismo magistrale, movimento cattolico
Luoghi di attività: Piemonte, Italia

Carlo Carretto nacque il 2 aprile 1910 ad Alessandria in una famiglia contadina proveniente dalle Langhe, terzo di sei figli, di cui quattro si faranno religiosi. Poco dopo la nascita di Carlo la famiglia si trasferì a Moncalieri, nella periferia di Torino. Nel capoluogo subalpino il C. frequentò prima le scuole tecniche e poi conseguì nel 1927 il diploma magistrale. L'anno dopo iniziò a insegnare come maestro a Gattinara e nel 1932 conseguì la laurea in Pedagogia presso il Magistero torinese. Nel frattempo la sua formazione umana e religiosa era maturata a stretto contatto con l'oratorio salesiano torinese della Crocetta, esperienza così ricca e intensamente vissuta da rappresentare un punto di riferimento nelle successive vicende.

Agli inizi degli anni '30 iniziò la sua militanza nella Gioventù di Azione cattolica (GIAC) e ben presto ne divenne un apprezzato dirigente a livello locale e, poi, a partire dal 1936 anche sul piano nazionale in rappresentanza dei giovani cattolici torinesi. Dal 1933 era frattanto entrato a far parte dell'Istituto secolare dei Missionari della carità. In quegli anni il C. non nascose i sentimenti di avversione verso il fascismo e si impegnò per un'attiva partecipazione dei giovani ad attività educative predisposte al di fuori della Gioventù italiana del Littorio.

Vinto il concorso direttivo, il 10 marzo 1940 fu nominato direttore didattico a Bono (Sassari) dove restò per circa due anni, molto travagliati per i contrasti con gli esponenti del fascismo locale, ma anche ricchi di iniziative come l'apertura di un oratorio e di un orfanatrofio (a Bono fu poi dedicata al C. una piazza). Nello stesso anno fu nominato presidente della sezione maestri di Azione cattolica, sodalizio che, dopo lo scioglimento dell'Associazione magistrale «N. Tommaseo» nel 1930, rappresentò il principale punto di riferimento dei maestri cattolici italiani. Nel 1942 si trasferì presso la direzione didattica di Condove (Torino). Non avendo aderito alla Repubblica sociale di Salò venne radiato dall'albo dei direttori didattici e tenuto sotto sorveglianza.

Da questo momento iniziò per il C. un periodo di particolare intensità nell'animazione del mondo cattolico italiano. Dapprima fu incaricato dai vertici romani di reggere le fila dell'Azione cattolica del Nord Italia, incarico che svolse tra mille traversie dovute alla guerra con l'aiuto di mons. Luigi Figna e di don Rinaldo Ceccato. Alla fine del conflitto, nel maggio 1945, si trasferì a Roma dove, insieme a Maria Badaloni, diede vita in quanto responsabile della sezione maestri di A.C. alla costituzione dell'Associazione italiana maestri cattolici (AIMC) di cui fu poi il primo presidente nazionale (settembre 1946). Anche per suo impulso il sodalizio raggiunse in breve oltre 20 mila associati, molti dei quali anche non iscritti all'Azione cattolica.

Di lì a poco (nel novembre dello stesso 1946) il C. fu chiamato alla guida della GIAC (al posto del maestro ed amico Luigi Gedda), incarico che lo costrinse a rinunziare alla presidenza dell'AIMC e che conservò fino al 1952 quando si ritirò da ogni impegno pubblico. All'intensa attività organizzativa e militante il C. affiancò in quegli anni un'ampia produzione di articoli (apparsi su svariati periodici, in particolare «Il Maestro», organo dell'AIMC e «Gioventù», periodico della GIAC) e di testi per lo più di spiritualità usciti per i tipi della casa editrice AVE (Disse Gesù, 1943; Il divino sacrificio, 1945; La grande chiamata, 1947; Famiglia piccola Chiesa, 1949 e altri).

Avverso a un'eccessiva contiguità tra Azione cattolica e partito della Democrazia cristiana e chiamato a una vita spirituale profonda, nel 1954 il C. decise di entrare a far parte dei Piccoli fratelli di Gesù di padre Charles de Foucauld e partì per il Sahara dove, per dieci anni condusse, una vita eremitica. Si stabilì quindi a Spello (Perugia) presso una comunità dei Fratelli nel frattempo costituita e di cui fu l'animatore fino alla morte qui avvenuta il 4 ottobre 1988. Testimonianze di questa fase della vita del C. sono numerosi libri di spiritualità, molti dei quali più volte riediti come Lettere dal deserto (1964), Ciò che conta è amare (1967), Io, Francesco (1980), Beata te che hai creduto (1988), Lettere a Dolcidia (1954-1983) (1989).

[Giorgio Chiosso]

Fonti e bibliografia: Abbazia di Sassovivo, Foligno, carte Carretto; documentazione sull'attività svolta nel mondo magistrale in archivio dell'Azione cattolica, Roma sia presso la sede dell'Associazione italiana maestri cattolici, Roma; C. Carretto, Innamorato di Dio. Autobiografia, a cura di G.C. Sibilia, Assisi, Cittadella, 1991.

DSMCI, app., pp. 265-272.

Comune di Spello, Convegno su fratel Carretto, Spello, Dimensione Grafica, 1990 e successivi convegni nel 1992 e nel 1994; R. Sani, Le associazioni degli insegnanti cattolici nel secondo dopoguerra. 1944-1958, Brescia, La Scuola, 1990, pp. 30, 32, 35, 177-179, 181 e 183; M. Casella, 18 aprile 1948. La mobilitazione delle organizzazioni cattoliche, Galatina, Congedo, 1992, ad indicem; L. Pazzaglia, L'Aimc nella storia del movimento cattolico, in Cinquant'anni al servizio della scuola e del Paese, Roma, Edizioni Aimc, 1997, pp. 100-118; V. De Cesaris (ed.), Carlo Carretto nella Chiesa del Novecento, Assisi, Cittadella, 2009; A. Chiara, Carlo Carretto: l'impegno, il silenzio, la speranza, Milano, Edizioni Paoline, 2010.