Carducci Giosuè

Professioni: Scrittore, professore, professore universitario, ispettore, uomo politico
Ambiti di produzione: Associazionismo, editoria scolastica, letteratura italiana, massoneria
Luoghi di attività: Toscana, Emilia Romagna, Italia

Giosuè Carducci nacque a Valdicastello (Lucca) nel 1835, da una famiglia il cui padre, medico e carbonaro, influì moltissimo sulla sua formazione umana e culturale. Compì gli studi presso gli Scolopi e poi nella Scuola normale superiore di Pisa, dove si laureò in Filosofia e Filologia conseguendo altresì il diploma di magistero.

Alle prime prove di docente di ginnasio e di poeta di gusto classico e ostile al romanticismo e spiritualismo imperanti, unì le prime esperienze con l'editore Barbèra (con cui stabilì un rapporto di consulenza e collaborazione) per il quale curò la sezione «Diamante» dei classici della letteratura italiana. Seguì la nomina a docente di Eloquenza (poi reintitolata Letteratura italiana) nell'università di Bologna, decisa dal ministro della P.I. Terenzio Mamiani nel 1860 per i meriti scientifici acquisiti nel campo poetico e dell'erudizione filologica.

Il C. si trasferì così a Bologna con la famiglia d'origine e la moglie Elvira, dalla quale ebbe cinque figli, tra cui il prediletto Dante, precocemente scomparso nel 1870 come l'omonimo fratello di Giosuè, morto in circostanze oscure nel 1857, forse suicida. Proprio a Bologna compì il suo cammino letterario e culturale, costruendo in maniera solida e duratura l'immagine del poeta-professore e del poeta-vate della Terza Italia.

Si trattò di un percorso variegato, condotto su molteplici piani tra loro intrecciati. Da un lato approfondì gli studi filologici sulla poesia e prosa dell'Italia dell'Umanesimo e del Rinascimento (di cui si ha testimonianza nel lavoro Dello svolgimento della letteratura nazionale, 1868-1871). Dall'altro proseguì l'intensa produzione poetica (che in questa sede non consideriamo, rinviando alla letteratura in argomento), che contribuì a procurargli ampia celebrità, anche per la forza polemica delle sue idee politiche democratiche, radicali, fortemente laiche e sostenute da una complessa appartenenza massonica, talvolta provocatorio al punto da venir temporaneamente sospeso dall'insegnamento nel 1868.

Nel primo ventennio bolognese il C. partecipò attivamente alle battaglie politico-culturali e educative locali come consigliere comunale di parte progressista e democratica (1869-1872) e come animatore dell'associazionismo di mutuo soccorso legato alla Società Operaia, dal cui seno nacquero la Lega bolognese per l'istruzione del popolo (1871, da lui stesso presieduta, con una biblioteca circolante per i soci ed un Giardino d'infanzia fröbeliano, 1873).

Il poeta toscano divenne via via il centro nevralgico intorno a cui ruotarono le principali iniziative d'impronta laica della città felsinea di quegli anni, punto di riferimento di una cerchia di collaboratori, amici e colleghi universitari raccolti intorno al cosiddetto «cenacolo carducciano» ed al più ampio «cenacolo zanichelliano», cioè quella casa editrice Zanichelli con cui egli avviò un rapporto privilegiato che contribuì, anche, a far uscire la città di Bologna dalla prospettiva locale a quella nazionale. A tal fine contribuirono le celebrazioni dell'VIII centenario dell'università di Bologna nel 1888, di cui il C. fu certamente uno dei principali registi.

Nel frattempo, con l'avvento nel 1876 della Sinistra storica, a lui più congeniale, operò come ispettore del ministero della P.I. per le scuole secondarie dell'epoca, redigendo pregevoli relazioni ufficiali, ed accumulando un'esperienza scolastica importante ai fini della compilazione di letture italiane destinate alle scuole secondarie postunitarie, a cui aveva pensato fin dal 1860, con la cura della collezione «Arpa del popolo» per l'editore Barbèra.

All'impresa delle antologie scolastiche si dedicò insieme a Ugo Brilli, già suo allievo, realizzando quelle Letture italiane scelte e ordinate (dal 1883) e quelle Letture del Risorgimento italiano (1896), che hanno contribuito a definire il canone delle antologie scolastiche secondarie dell'Italia unita, non senza contestazioni da parte dei manzoniani dell'epoca, per la scelta di testi del XIV e XV secolo italiano e l'esclusione sostanziale dello scrittore lombardo.

Alla militanza nel campo dell'editoria scolastica (convinto che soltanto migliorando i libri di testo si sarebbe potuta migliorare la qualità dell'istruzione) associò la partecipazione all'attività del Consiglio superiore della P.I. dal 1885 – secondo i maligni dell'epoca ciò incise anche sulla fortuna delle Letture italiane stesse in termine di adozioni – e il progressivo allineamento al corso politico conservatore di fine secolo, durante il quale fu consigliere provinciale (1892-1902) e nominato senatore del Regno (1890), consolidando la sua linea poetica e culturale attraverso la guida di una scuola ricca di poeti, prosatori, critici a lui devoti, come Severino Ferrari, Enrico Panzacchi, Alberto Dallolio, Adolfo Albertazzi e Giovanni Pascoli.

Molti tra questi furono aiutati dal C. nella sistemazione scolastica, a testimonianza di un magistero che non si sottrasse ai problemi anche pratici e prolungando in tal modo nella scuola il suo insegnamento letterario. Vinto il Nobel nel 1906, il C. morì poco dopo a Bologna il 16 febbraio 1907.

[Mirella D'Ascenzo]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., fondo Personale (1860-1880), b. 495; Direzione Generale Istruzione Superiore, Fascicolo personale insegnante (1900-1940), II versamento, I serie, b. 156.

DBI, vol. XX, pp. 16-41; EP, vol. II, cc. 2255-2258; PE, pp. 118-119; M. Rosi, Dizionario del Risorgimento nazionale, Milano, F. Vallardi, 1930, vol. II, pp. 552-554; G. Bernabei, Dizionario dei bolognesi, Bologna, Santarini, 1989-1990, vol. I, p. 157.

Limitatamente alle tematiche educative e scolastiche: C. Ossola (ed.), Brano a brano. L'antologia d'italiano nella scuola media inferiore, Bologna, Il Mulino, 1978, pp. 86-92; Comune di Bologna, Il 150° anniversario della nascita di Giosué Carducci, Bologna, Tip. Moderna, 1985; G. Fasoli, M. Saccenti (edd.), Carducci e Bologna, Bologna, Cassa di risparmio in Bologna, 1985; L. Avellini, Cultura e società in Emilia-Romagna, in R. Finzi (ed.), L'Emilia-Romagna, Torino, Einaudi, 1997, pp. 651-783: M. D'Ascenzo, La scuola elementare in età liberale. Il caso Bologna 1859-1911, Bologna, CLUEB, 1997, pp. 105 e ss; A. Nicotra, Educazione e scuola in Giosuè Carducci. Con appendice di inediti carducciani, Catania, CUECM, 1997; B. Londero, Giosuè Carducci e i problemi della scuola secondaria classica, Udine, La Nuova base, 1998; L. Cantatore, «Scelta, ordinata e annotata». L'antologia scolastica nel secondo Ottocento e il laboratorio Carducci-Brilli, Modena, Mucchi, 1999; Id., La proposta educativa nelle letture italiane di Carducci e Brilli, in R. Cremante, S. Santucci (edd.), Il canone letterario nella scuola dell'Ottocento: antologie e manuali di letteratura italiana, Bologna, CLUEB, 2009, pp. 217-238; E. Paccagnini, Carducci antologista, in M. Colombo (ed.), Carducci filologo e la filologia su Carducci, Modena, Mucchi, 2009, pp. 83-115; E. Pasquini, V. Roda (edd.), Carducci nel suo e nel nostro tempo, Bologna, Bonomia University Press, 2009.