Caracciolo Forino Enrichetta

Professioni: Scrittrice
Ambiti di produzione: Educazione femminile, massoneria
Luoghi di attività: Campania

Nata a Napoli, il 17 febbraio del 1821, quinta di sette figlie, Enrichetta Caracciolo fu costretta, il 4 gennaio 1840, senza ombra di vocazione, a entrare nel monastero delle suore benedettine di S. Gregorio Armeno di Napoli in seguito alle pressioni familiari.

La sua vita travagliata è raccontata nell'autobiografia Misteri del chiostro napoletano (1864), libro molto fortunato e tradotto in diverse lingue. La narrazione della vita monastica è dura e segnata da un accentuato anticlericalismo. Una severa battaglia fu condotta dalla C. contro le autorità ecclesiastiche, in specie l'allora arcivescovo di Napoli, mons. Sisto Riario Sforza, per lasciare la vita claustrale, ciò che fu parzialmente possibile solo dopo molti anni, un tentativo di suicidio e diversi appelli a Roma.

Per sciogliere i voti in via definitiva Enrichetta dovette attendere l'arrivo di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860. Troncato ogni rapporto con la sua condizione di religiosa, si sposò con rito evangelico con il patriota napoletano Giovanni Greuther, chiudendo così la prima parte della sua vita.

Gli anni successivi la videro autrice di drammi e di raccolte di poesie, giornalista (collaborò a svariati giornali tra cui «La Rivista partenopea di Napoli», «La Tribuna di Salerno» e «Il Nomade di Palermo») e membro di diverse associazioni come l'Associazione della gioventù studiosa di Napoli e la Società italiana per l'emancipazione della donna di Larino. Nel 1866, durante la terza guerra d'indipendenza, pubblicò un Proclama alla Donna Italiana in cui esortava le donne a sostenere la causa nazionale.

L'anno seguente con la sorella Giulia Cigala Caracciolo, fece parte del Comitato femminile napoletano per sostenere il disegno di legge per i diritti femminili di Salvatore Morelli. Le due sorelle furono tra le prime sostenitrici del fenomeno massonico femminile, in particolare la C. s'impegnò per sovvertire le basi di una falsa educazione femminile basata sull'ignoranza e sulla superstizione. Enrichetta sperava nell'emancipazione femminile al punto da attribuire alla donna il ruolo di «genitrice dell'avvenire».

Malgrado la sua notorietà e la sua inesauribile attività, Enrichetta non ricevette dal governo italiano alcun riconoscimento ufficiale. Lo stesso Garibaldi che aveva intenzione di nominarla ispettrice agli educandati di Napoli, partendo per l'assedio di Capua, non riuscì a firmare il decreto di nomina. La C., rimasta vedova nel 1885, morì a Napoli, il 17 aprile del 1901, «ignorata dai suoi concittadini, modesta e solitaria», come scrisse Francesco Sciarelli nella sua biografia.

[Rosaria Capobianco]

Fonti e bibliografia: F. Sciarelli, Enrichetta Caracciolo dei principi di Forino: ricordi e documenti, Napoli, Morano, 1894.

DBI, vol. XIX, pp. 348-349; C. Villani, Stelle femminili, Napoli, Albrighi, Segati Ï C., 1913, p. 47. E. Roccella, L. Scaraffia (edd.), Italiane. Dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale, Roma, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 2003, vol. I, pp. 28-31.

G. Barbèra, Memorie di un editore pubblicate dai figli 1818-1880, Firenze, Barbèra, 1883, pp. 279-282; G. Mazzoni, L'Ottocento, Milano, Vallardi, 1934, p. 1237; F. Fabris, La genealogia della famiglia Caracciolo, riveduta e aggiornata da A. Caracciolo, Napoli, s.e., 1966, tav. XIX; S. Soldani (ed.), L'educazione delle donne. Scuole e modelli di vita nell'Italia dell'Ottocento, Milano, Angeli, 1989, p. 374; A. Scirocco, Il dibattito sulle soppressioni delle corporazioni religiose nel 1864 e i Misteri del Chiostro napoletano di Enrichetta Caracciolo, in «Clio», 1992, n. 2, pp. 215-233; M.R. Cutrufelli, Nota critica, prefazione a E. Caracciolo, Misteri del chiostro napoletano, Firenze, Giunti, 1998; A. Cuccia, Dieci Tavole Architettoniche sulla Massoneria, Catanzaro, Rubbettino, 2005, p. 342.