Capuana Luigi

Professioni: Scrittore, amministratore pubblico, professore universitario
Ambiti di produzione: Folclore, letteratura italiana, letteratura per l'infanzia
Luoghi di attività: Sicilia, Italia

Nato il 29 maggio 1839 a Mineo (Catania) in una famiglia di agiati possidenti terrieri della provincia di Catania, Luigi Capuana frequentò le scuole comunali di Mineo e poi il Real Collegio di Bronte, ove rimase fino al 1855. Iscrittosi nel 1857 alla facoltà di Giurisprudenza dell'università di Catania, l'abbandonò tre anni più tardi per partecipare all'impresa garibaldina (1860). La vocazione letteraria maturata nel periodo universitario lo spinse non solamente ad accantonare gli studi giuridici, ma anche ad abbandonare la Sicilia e a recarsi a Firenze per allargare i propri orizzonti culturali e compiere nuove esperienze.

Giunto nel capoluogo toscano nella primavera del 1864, il C. entrò in contatto con numerosi artisti e letterati ivi residenti (tra cui Gino Capponi, Aleardo Aleardi, Telemaco Signorini, Giovanni Bildini, Giovanni Prati), nonché con il conterraneo Giovanni Verga. Ben presto intraprese la carriera di critico teatrale sulle colonne del quotidiano «La Nazione» (Il teatro italiano contemporaneo. Saggi, 1872), ponendosi in luce per la vis polemica e l'approccio rigoroso dei suoi interventi critici.

Tornato a Mineo al principio del 1868 per ragioni di salute, si dedicò per quasi un decennio alle vicende politiche e amministrative locali (fu consigliere comunale e anche sindaco del comune siciliano) nonché scolastiche, assumendo per un certo periodo anche l'incarico, esercitato con notevole passione e capacità organizzativa, di ispettore scolastico municipale (Il bucato in famiglia, 1870). Nel 1877 il C. diede alle stampe la sua prima raccolta di novelle Profili di donne e di lì a poco, su sollecitazione del Verga, si trasferì a Milano ove assunse l'incarico di critico letterario e teatrale del quotidiano «Il Corriere della sera». Si collocano in questo periodo non solamente le due importanti raccolte di Studi sulla letteratura contemporanea (1880 e 1882), ma anche il romanzo Giacinta (1879).

Dopo un nuovo rientro in Sicilia (1880), il C. iniziò a scrivere il suo romanzo più celebre, Il marchese di Roccaverdina, la cui stesura lo avrebbe impegnato per oltre un ventennio. Contemporaneamente, nel tentativo di sperimentare nuove forme espressive, si cimentò per la prima volta con la letteratura per l'infanzia e la gioventù. Nel 1882, infatti, pubblicò la raccolta di fiabe C'era una volta alla quale ne seguirono altre, accolte nelle nuove collane di libri per l'infanzia e per la gioventù intraprese a fine secolo dall'editore palermitano Sandron («Per il mondo piccino» e «Giovinezza! Collezione per l'infanzia e per l'adolescenza»): Le prodezze d'Orlando (1899), Puppattolina (1899), L'ultima scappata (1899) e Vento e tempesta (1899).

L'attenzione del C. alla narrativa destinata a fanciulli e ragazzi e, più in generale, al mondo della scuola si esplicò, in questo stesso periodo, in molteplici forme. Nel 1898, ad esempio, fu tra i collaboratori del periodico educativo palermitano «Confessioni e battaglie. Rivista pedagogica, letteraria, artistica» (1898-1899, SPES, n. 306); l'anno successivo accolse l'invito a dirigere la rubrica «Corriere letterario» del neonato periodico «I Diritti della scuola» (ivi, n. 367); fu infine anche autore di testi manualistici.

Legato da sentimenti di stima e amicizia nei confronti di Luigi Bertelli (Vamba), agli inizi del '900 il C. ne condivise e sostenne il progetto editoriale che portò alla nascita de «Il Giornalino della domenica» (1906-1911) e, tra il 1906 e il 1910, pubblicò su tale rivista per l'infanzia numerose novelle e fiabe narrate in più episodi, tanto da divenire uno degli autori più amati e ricercati dai piccoli lettori della testata fiorentina. Non a caso, nel 1910 il periodico dedicò al C. un intero fascicolo in occasione del suo settantesimo compleanno.

Sotto il profilo dei temi scelti e dell'approccio narrativo, la sua produzione per l'infanzia e la gioventù si sviluppò, nei decenni seguenti, secondo due direttrici: la prima, più propriamente fiabesca e direttamente influenzata dal ricco folclore siciliano, riprese temi e motivi caratteristici della fiaba popolare e, almeno in origine, rifiutò ogni intento edificante e moralistico (Raccontafiabe, 1893); atteggiamento, questo, destinato a cadere nelle raccolte di fiabe più tarde, dove la trattazione appare più sensibile alle finalità educative, o almeno animata da intenti edificanti (Re Bracalone, 1905 e la raccolta Chi vuol fiabe, chi vuole?, 1908).

La seconda direttrice, caratteristica delle novelle e dei racconti, si svolse sulla trama della vita rurale siciliana, nella cui descrizione si alternano accenti realistici sul modo di vivere nei piccoli centri contadini e magiche rievocazioni del mondo incantato dell'infanzia (Gambalesta, 1903 e Cardello, 1907). Fu questo anche il caso di Scurpiddu (1898), la storia di un bambino abbandonato dalla madre in un periodo di carestia. Racconti popolari di Sicilia che dipingono e rivelano i costumi dell'isola e la vita dei suoi ragazzi sono contenuti anche nella raccolta Nel paese della zagara (1910); mentre l'alternarsi di narrazioni realistiche e immagini oniriche è riscontrabile un po' in tutta la vasta produzione per l'infanzia e la gioventù dello scrittore.

Nominato nel 1890 professore di Letteratura italiana all'Istituto superiore femminile di Magistero di Roma, un decennio più tardi, nel 1902, fu chiamato a insegnare Lessicografia e Stilistica all'università di Catania. Furono questi anni particolarmente prolifici e creativi per il C., il quale pubblicò a puntate sulla fiorentina «Nuova antologia» una serie di racconti e romanzi, poi raccolti in volume (Profumo, 1892; Le appassionate, 1893; Le paesane, 1894; La sfinge, 1897); nonché talune raccolte di saggi critici (Libri e teatro, 1892; Gli «ismi» contemporanei, 1898; e Cronache letterarie, 1899). Nel 1901 vedeva finalmente la luce il romanzo Il marchese di Roccaverdina (1901), unanimemente considerato dalla critica il suo capolavoro.

Nell'ultima parte della sua vita, stabilitosi definitivamente a Catania, oltre alle già ricordate raccolte di fiabe e novelle per l'infanzia, il C. diede alle stampe una serie di commedie e di opere teatrali in dialetto: Teatro dialettale siciliano (1911-1921, 3 voll.). Il C. morì a Catania il 29 novembre 1915.

[Anna Ascenzi]

Fonti e bibliografia: Casa Museo e Biblioteca comunale «L. Capuana», Mineo, fondo Capuana; Biblioteca nazionale, Palermo, fondo Manoscritti, carteggi; ACS, Roma, Ministero P.I., Direzione Generale Istruzione Superiore, Fascicolo personale insegnante (1900-1940), II versamento, I serie, b. 25; G. Raya, Bibliografia di Luigi Capuana, 1839-1968, Roma, Ciranna, 1969.

DBI, vol. XIX, pp. 247-253; EIPS, vol. I, p. 366; EP, vol. II, cc. 2226-2228; PE, p. 116; SPES, nn. 306 e 367.

B. Croce, Luigi Capuana, in «La Critica», 1905, pp. 347-372; G.E. Nuccio, Luigi Capuana nella letteratura infantile, Palermo, Reber, 1910; P. Vetro, Luigi Capuana, Catania, Studio editoriale moderno, 1922; S.E. Scalia, Luigi Capuana and his time, New York, Vanni, 1952; C. Di Blasi, Luigi Capuana. Vita, amicizie, relazioni letterarie, Mineo, Edizioni Biblioteca capuana, 1954; M. Zangara, Luigi Capuana, Catania-Roma-Milano, 1964; E. Petrini, Luigi Capuana, Firenze, Le Monnier, 1966; G. Robuschi, Luigi Capuana scrittore per l'infanzia, Milano, Le Stelle, 1968; C.A. Madrignani, Capuana e il naturalismo, Bari, Laterza, 1970; A. Storti Abate, Introduzione a Capuana, Roma-Bari, Laterza, 1989; A. Palermo, Ottocento italiano. L'idea civile di letteratura. Cattaneo, Tenca, De Sanctis, Carducci, Imbriani, Capuana, Napoli, Liguori, 2000; A. Carli, Prima del «Corriere dei Piccoli». Ferdinando Martini, Carlo Collodi, Emma Perodi e Luigi Capuana fra giornalismo per l'infanzia, racconto realistico e fiaba moderna, Macerata, EUM, 2007; A. Ascenzi, M. Di Felice, R. Tumino (edd.), «Santa Giovinezza!». Lettere di Luigi Bertelli e dei suoi corrispondenti (1883-1920), Macerata, Ed. Alfabetica, 2008, pp. 23, 32, 62, 330-331 e passim; A. Carli, L'ispettore di Mineo. Luigi Capuana fra letteratura per l'infanzia, scuola e università, Villasanta, Limina mentis, 2011.