Alfieri Vittorio Enzo

Professioni: Professore, professore universitario
Ambiti di produzione: Associazionismo, filosofia, pedagogia, politica scolastica
Luoghi di attività: Emilia Romagna, Lombardia

Vittorio Enzo Alfieri nacque a Parma il 3 maggio 1906. Figlio di un fabbro, dopo la frequenza delle scuole tecniche, grazie agli aiuti di amici di famiglia, poté iscriversi al liceo «Romagnosi» di Parma, dove ebbe come docente Vladimiro Arangio Ruiz che lo indirizzò verso gli studi filosofici. Dopo la licenza liceale, vinta una borsa di studio, si iscrisse nel 1925 alla Scuola Normale di Pisa. Nello stesso anno entrò in corrispondenza con Benedetto Croce che conobbe personalmente a Bologna l'anno successivo. A causa della sua fede liberale, nell'aprile 1928 fu arrestato per antifascismo: dopo tre mesi di carcere fu liberato grazie all'intervento dello stesso Croce.

Dopo la laurea l'A. pubblicò un importante saggio su Lucrezio (1929) e nel 1931 vinse per concorso la cattedra di Filosofia al liceo «Maurolico» di Messina. Contemporaneamente iniziò la collaborazione alle riviste «La Critica» di Croce e all'«Educazione nazionale» (SPES, n. 445) di Giuseppe Lombardo Radice e si trasferì quindi (1933) presso l'istituto magistrale «Regina Elena» di Modena. Nel 1936, a causa di alcune lettere compromettenti intercettate dalla censura, fu nuovamente arrestato e dopo 15 giorni di carcere rilasciato in seguito all'aiuto di Giovanni Gentile, ma venne destituito dall'insegnamento. Trasferitosi a Milano, dove rimase per il resto della sua vita, si mantenne attraverso lezioni private. Durante la resistenza collaborò al gruppo di ispirazione liberale «Franchi» di Edgardo Sogno.

Nel dopoguerra l'A. insegnò come incaricato di Storia della filosofia e di Pedagogia presso la facoltà di Lingue straniere all'università «Bocconi» (Lezioni di Pedagogia, 1957). Vinto il concorso universitario, dall'anno accademico 1956-1957 fu ordinario di Storia della filosofia all'università di Pavia e dall'anno successivo tenne anche l'incarico di Pedagogia (L'ideale umanistico dell'educazione, 1959).

I suoi principali studi furono rivolti alla filosofia antica e in particolare all'atomismo greco (Atomos Idea, 1953) e alla filosofia moderna (Il problema Pascal, 1953). Numerosi furono anche gli scritti sulla filosofia e sulla pedagogia di Benedetto Croce (Pedagogia crociana, 1967), di cui fu uno dei più strenui seguaci.

Convinto che l'intellettuale liberale aveva un compito educativo volto alla formazione dei concittadini, dopo il 1968 si schierò contro le degenerazioni del movimento studentesco e il degrado culturale della scuola e dell'università italiane. Fondò nel marzo 1968 con altri docenti italiani il Movimento per la libertà e la riforma dell'università italiana (MOLRUI) di cui fu il primo presidente e nel 1971 assunse la presidenza del Comitato nazionale associazione difesa della scuola italiana (CNADSI). Collaborò alla «Gazzetta di Parma» e soprattutto dal 1976 al «Giornale» di Indro Montanelli, con articoli critici nei confronti della politica scolastica del tempo. L'A. morì a Pejo (Trento) il 26 luglio 1997.

[Redi Sante Di Pol]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., Direzione Generale Istruzione Superiore, Fascicolo personale insegnante (1900-1940), II versamento, I serie, b. 2.

M.L. Cicalese, Vittorio Enzo Alfieri, maestro di studi e di vita, in «Nuova antologia», ottobre-dicembre 1997, pp. 333-341; Vittorio Enzo Alfieri: maestro e testimone di libertà, Cremona, Circolo culturale «B. Croce», 1998; M. Isnardi Parente, Vittorio Enzo Alfieri e il nobile castello, in «Belfagor», 31 marzo 1998, pp. 206-207.