Cantoni Carlo

Professioni: Professore, professore universitario
Ambiti di produzione: Filosofia, politica scolastica
Luoghi di attività: Lombardia, Italia

Carlo Cantoni nacque a Gropello Cairoli (Pavia) il 20 novembre1840. Compì gli studi liceali a Casale Monferrato dove incontrò Luigi Ferri che lo aiutò a far emergere la sua vocazione per gli studi filosofici e letterari. Si iscrisse quindi alla facoltà di Lettere dell'università di Torino, dove fu discepolo di Giovanni Maria Bertini, con cui si laureò nel 1862 con una tesi sulla filosofia di Teodoro Jouffroy. Proseguì gli studi in Germania, frequentando, prima a Berlino nel 1865 e poi a Gottinga, le lezioni di Hermann Lotze. Il giovane C. tracciò un consuntivo della sua esperienza tedesca nel saggio Terenzio Mamiani ed Ermanno Lotze, o il mondo secondo la scienza e secondo il sentimento (in «Nuova antologia», 1869, pp. 237-281 e 563-587).

In precedenza aveva pubblicato uno studio su G.B. Vico, Studi critici e comparativi (1867) con cui si presentò al concorso di aggregazione alla facoltà di Lettere e Filosofia di Torino, con esito tuttavia negativo. Fu in seguito a questa vicenda che nel 1867 si trasferì a Firenze presso il Ferri, passato nel frattempo all'insegnamento universitario presso l'Istituto di studi superiori. Il soggiorno fiorentino durò tuttavia poco tempo perché già nel 1868 tornò a Torino per insegnare Filosofia nel liceo «Cavour» e dal 1869 nel liceo «Parini» di Milano, istituto nel quale rimase un decennio, fino a quando non vinse il concorso per la cattedra di Filosofia teoretica dell'università di Pavia (1878), poi ricoperta fino alla morte.

All'insegnamento secondario il C. dedicò molte delle sue energie, sia compilando il Corso elementare di filosofia per i licei, dapprima in due volumi (1870-1871) a cui si aggiunse un terzo nel 1887, manuale assai fortunato con più edizioni; sia quale membro, a più riprese, del Consiglio superiore della P.I.; sia infine per i ricorrenti interventi sulle tematiche dell'istruzione secondaria (L'importanza degli studi educativi in Italia, 1868; La relazione Villari sugli esami di licenza liceale e l'istruzione secondaria, 1880) e dell'insegnamento universitario (La questione universitaria, 1874; La libertà nell'istruzione superiore, 1876; Professori e studenti nelle Università italiane e nelle tedesche, 1889; La libertà d'insegnamento e di studio nelle Università, 1892). Fu inoltre rettore per due volte dell'ateneo pavese e preside della facoltà di Lettere e Filosofia, incarichi che gli meritarono nel 1898 la nomina a senatore.

Di idee liberali e democratiche, politicamente vicino agli orientamenti della Sinistra storica, ma avverso al trasformismo del Depretis, nel pensiero politico del C. si ritrovano numerosi motivi propri della migliore cultura liberale del tempo. Condivise l'impegno a rafforzare le strutture dello Stato e a sostenere la diffusione dell'istruzione quale condizione indispensabile per il progresso civile della nazione affiancato dalla ricerca di un principio identitario, ma non dogmatico, in grado di rappresentare il punto di riferimento nello svolgimento dei rapporti tra Stato e società civile.

Nelle sue riflessioni pedagogiche il C. richiamò, da un lato, la necessità di valorizzare la cultura filosofica per liberare la scuola da ogni forma di dogmatismo settario, dall'altro insistette sulla libertà dell'alto insegnamento, che egli voleva riformato sul modello tedesco, lasciando trasparire in questa duplice esigenza il suo kantismo, primario punto di riferimento della sua analisi filosofica. Il C. legò infatti il suo nome in ambito filosofico soprattutto ai tre volumi su Immanuel Kant (pubblicati a Milano tra il 1879 e il 1884), rappresentando insieme a Felice Tocco il principale animatore in Italia di quel movimento di ritorno a Kant che si era sviluppato in Germania nella seconda metà del secolo. L'opera valse al C. la laurea honoris causa dell'università di Königsberg nel 1904 e il premio dell'Accademia dei Lincei.

Nel 1899 fondò e diresse fino alla morte la «Rivista filosofica», la più autorevole voce del neokantismo italiano intorno a cui si coagulò un gruppo di allievi destinati a svolgere un ruolo importante nella storia scolastica italiana come, in primo luogo, Luigi Credaro o ad occupare un significativo spazio nella cultura pedagogica e filosofica del primo '900 ( Alfredo Piazzi, Giovanni Vidari ed Erminio Juvalta). Non fu un caso se il Credaro, ormai scomparso il C., volle intitolare nel 1908 la sua rivista «Rivista pedagogica».

Anche sulla «Rivista filosofica», pur segnata da un netto e prevalente interesse filosofico, non mancarono alcuni contributi dello stesso C. in linea di continuità con un impegno costante nei decenni precedenti: L'insegnamento filosofico e l'educazione delle classe dirigenti (1899) e L'insegnamento della filosofia nelle Università e nelle scuole secondarie (1900). La rivista ospitò inoltre numerosi scritti di carattere pedagogico dovuti, oltre ai già citati Credaro e Piazzi, anche a Giuseppe Allievo, Nicola Fornelli, Rodolfo Mondolfo e al giovane Giovanni Gentile. Il C. morì a Gropello Cairoli l'11 settembre 1906.

[Luisa Lombardi]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., Direzione generale istruzione superiore, Fascicolo personale insegnante (1900-1940), II versamento, I serie, b. 23; Istituto italiano per gli studi storici, Napoli, fondo Cantoni; C. Genna (ed.), L'archivio di Carlo Cantoni. Inventario analitico, Bologna, il Mulino, 2002.

DBI, vol. XIII, pp. 309-310; EP, vol. II, cc. 2193-2196; PE, pp. 110-111; necrologio in «Rendiconti del Regio Istituto lombardo di scienze e lettere», 1909, pp. 65-78.

G.B. Gerini, Gli scrittori pedagogici italiani del secolo decimonono, Torino, Paravia, 1910, pp. 477-480; G. Gentile, Le origini della filosofia contemporanea in Italia. I Platonici, Messina, Principato, 1917, vol. I, pp. 289-331; P. Guarnieri, La «Rivista filosofica» (1899-1908). Conoscenza e valori nel neokantismo italiano, Firenze, La Nuova Italia, 1981, in particolare pp. 9-53; M. Ferrari, I dati dell'esperienza, Firenze, Olschki, 1990, pp. 10, 29, 60, 105-107, 109, 111, 113 e passim; G. Ciampi, C. Santangeli (edd.), Il Consiglio superiore della P.I., Roma, Ministero per i Beni culturali e ambientali 1994, p. 268; C. Genna, Carlo Cantoni tra spiritualismo e criticismo, Milano, Angeli, 2005.