Alfieri di Sostegno Cesare

Professioni: Ministro P.I.
Ambiti di produzione: Educazione femminile, educazione infantile, politica scolastica, scuola normale
Luoghi di attività: Piemonte

Cesare Alfieri di Sostegno nacque a Torino il 13 agosto 1799 dal marchese Carlo Emanuele e Carlotta Melania Duchi. Rimasto orfano di madre in tenera età, venne collocato nel collegio francese di Belly. Completò la formazione classica nel capoluogo piemontese sotto la guida del latinista Carlo Boucheron. Iscrittosi all'università, conseguì la laurea in Filosofia per poi intraprendere, sulle orme del padre, la carriera diplomatica.

L'ingresso alla segreteria di Stato per gli Esteri, nel 1816, segnò l'inizio di un'intensa attività con incarichi in alcune delle più prestigiose sedi del Regno di Sardegna all'estero: da Parigi all'Aia; da Berlino a Pietroburgo, dove fu titolare della legazione dal 1824 al 1826. Rientrato a Torino, visse, per alcuni anni, ai margini della vita politica, dedito allo studio delle scienze sociali.

Nel 1833 fece parte, insieme a Cesare Balbo, di una commissione, incaricata da Carlo Alberto, di studiare un progetto di riforma carceraria. Nel 1839 affiancò Carlo Boncompagni e Camillo Benso di Cavour nella stesura delle norme relative all'ordinamento della statistica e nell'avvio della Società degli asili infantili. Fu anche il primo presidente dell'Associazione agraria, sodalizio che, sorto nel 1840, contribuì, in maniera decisiva, all'ammodernamento delle strutture non solo agrarie del Piemonte, con un vivo interesse riservato all'educazione e alla scolarizzazione delle popolazioni rurali.

Chiamato, nel 1844, alla guida del Magistrato della riforma, l'A. introdusse significativi cambiamenti nel settore dell'istruzione: diede un nuovo e definitivo assetto al Collegio delle province, rinominato collegio «Carlo Alberto»; aprì nel capoluogo piemontese scuole di metodo per la preparazione dei maestri e delle maestre (egli stesso promosse a tal fine nel 1846 una prima scuola di metodo femminile affidata all'esperienza di Giovanni Antonio Rayneri); realizzò una riforma degli studi universitari; istituì nella facoltà di Lettere la cattedra di Storia moderna, affidata a Ercole Ricotti e a Giurisprudenza ripristinò quella di Economia politica con la nomina a docente dell'esule napoletano Antonio Scialoja. Nel 1847 venne posto a capo del ministero della P.I., organo destinato a sostituire il Magistrato della riforma. Si dimise dall'incarico all'entrata in vigore dello Statuto.

Di orientamento liberale moderato, fu chiamato a guidare il governo all'indomani dell'armistizio di Salasco (1848): l'esecutivo durò in carica solo due mesi, a causa del precario stato di salute del marchese e delle dure accuse politiche mosse da Vincenzo Gioberti. L'A. proseguì l'attività politica all'interno del Senato, ramo del parlamento di cui fu presidente dal novembre 1855 al dicembre 1860.

In qualità di privato cittadino, aderì a numerose associazioni promosse a livello locale, con il dichiarato intento di favorire la conoscenza dell'alfabeto tra le classi popolari: dalla Società d'istruzione e di educazione, attiva anche sul versante del dibattito pedagogico e scolastico, alla Società paterna per l'istituzione di una scuola libera in Torino, alla Società d'istruzione per la diffusione di buoni libri in Sardegna.

Nel 1865 il trasferimento della capitale lo indusse a fissare la propria dimora a Firenze, città ove morì il 16 aprile 1869.

[Maria Cristina Morandini]

Fonti e bibliografia: le carte dell'A. sono conservate nell'Archivio privato Alfieri di Sostegno a S. Martino Alfieri (Asti), in AS, Torino, fondo Alfieri di Sostegno e in Fondazione «C. Cavour», Santena (Torino).

DBI, vol. II, pp. 321-322; EP, vol. I, cc. 328-330; PE, p. 23; A. Moscati, I ministri del '48, Napoli, Istituto per la storia del risorgimento italiano, 1948, pp. 174-181.

D. Berti, Cesare Alfieri, Roma, Voghera, 1877; E. Masi, Asti e gli Alfieri nei ricordi della villa di S. Martino, Firenze, Tip. Barbèra, 1903, pp. 548-573 e 579-580; G. Chiosso, Le scuole per i maestri in Piemonte (1840-1850), in Scuole, professori e studenti a Torino, Torino, Quaderni del Centro studi «C. Trabucco», 1984, n. 5, pp. 43-46; G. Monsagrati, Cesare Balbo, Gabrio Casati, Cesare Alfieri di Sostegno, Ettore Perrone di San Martino, Roma, La Navicella, 1992, pp. 111-146; S. Polenghi, La politica universitaria italiana nell'età della Destra storica (1848-1876), Brescia, La Scuola, 1993, pp. 17, 19, 31, 68 e 70-72; M.C. Morandini, Scuola e nazione. Maestri e istruzione popolare nella costruzione dello Stato unitario (1848-1861), Milano, Vita e pensiero, 2003, pp. 21, 47, 65, 121, 147 e 211; S. Cerato, Vita privata della nobiltà piemontese: gli Alfieri e gli Azeglio, Roma, Comitato di Torino dell'Istituto per la storia del risorgimento italiano, 2006, pp. 40-43, 61, 92, 103, 107-109, 125-128 e 193-194.