Cambellotti Duilio

Professioni: Illustratore
Ambiti di produzione: Arte, letteratura per l'infanzia
Luoghi di attività: Lazio

Nato a Roma il 10 maggio 1876 da «lavoratori», come egli stesso definiva i propri genitori (la madre Vittoria Borghetti era sarta e il padre Antonio artigiano, intagliatore del legno e decoratore), Duilio Cambellotti, sin da piccolo, dimostrò di possedere una straordinaria predisposizione al disegno. Dopo aver frequentato il laboratorio del padre, si iscrisse alle scuole professionali aggregate al Museo artistico industriale di Roma, seguendo in particolare il corso di Decorazione in pittura e in Disegno applicata alle industrie artistiche.

Nel 1897 abbandonò il Museo per svolgere l'attività professionale, distinguendosi in diversi campi artistici per l'originalità, l'eleganza e i contenuti delle sue opere: fu con eguale successo designer, costumista, scenografo, pittore, scultore, decoratore, incisore, architetto, ceramista, illustratore, grafico. Si dedicò felicemente alla xilografia e all'illustrazione di giornali, riviste e libri, soprattutto per ragazzi: le linee semplici e nitide, la forma didascalica e i contenuti simbolici dei suoi disegni li rendevano infatti particolarmente adatti a illustrare libri per l'infanzia, sia di evasione che per la scuola (Alatri, pp. 353-392).

Proprio in campo scolastico il C. ha offerto generosamente e a lungo il suo contributo culturale e professionale «modernista», sia come artista sia come docente: dopo avere insegnato per un breve periodo presso la scuola professionale femminile «Margherita di Savoia» divenne professore di Ornato modellato all'Istituto superiore di belle arti di Roma; nel 1919 fu chiamato a Milano dall'Umanitaria ad insegnare in un corso speciale d'arte decorativa, intitolato «I fiori, le piante, gli animali nella decorazione» (L'Umanitaria e la sua opera, p. 229).

Ma il suo contributo artistico ed educativo più completo riguardò le Scuole per i contadini dell'Agro romano e delle Paludi pontine, nate agli inizi del '900 nell'ambito della campagna antimalarica condotta da Angelo Celli tra le popolazioni agricole; per facilitare l'azione igienico sanitaria ostacolata dall'ignoranza dei «guitti» nel 1904 la Sezione romana dell'Unione femminile, guidata da Anna Fraentzel Celli, avviò dei corsi domenicali di alfabetizzazione, iniziativa proseguita con maggiore intraprendenza negli anni successivi da Giovanni Cena attraverso un comitato scolastico di cui facevano parte, insieme a lui, Angelo e Anna Celli, Sibilla Aleramo, Carlo Segrè, Alessandro Marcucci.

Nel 1911 per avere i finanziamenti necessari alla diffusione delle scuole, il comitato organizzò a Roma una mostra in occasione dell'Esposizione nazionale che celebrava il cinquantenario dell'Unità d'Italia: il Marcucci e il C. furono i principali artefici dell'allestimento.

Gli aiuti ottenuti in seguito alla manifestazione permisero di costruire la prima scuola in muratura dell'Agro romano; il piccolo edificio fu progettato e arredato dal Marcucci e decorato dal C. che, in nome di quei princìpi estetici cui le Scuole per i contadini rimasero sempre fedeli, vi esercitò il suo talento di pittore, scultore, decoratore dando alla casa della scuola un aspetto di «nobiltà estetica»; in seguito adornò altri edifici scolastici dell'Agro romano e pontino: a Casale delle Palme, a Torre Spaccata, a Scauri; inoltre, per gli alunni rurali illustrò i testi didattici e i sillabari, basandosi sulla valorizzazione del senso estetico, certo che l'educazione al bello, all'armonia delle forme e dei colori, insieme all'osservazione della natura e dei suoi fenomeni contribuissero in modo determinante allo sviluppo spirituale dell'individuo.

Convinto che il compito degli artisti fosse principalmente quello di rivolgere gli insegnamenti alle giovani generazioni, li esortava a uscire dal mondo chiuso delle Accademie e di avvicinarsi con umiltà alla scuola in forme semplici e accessibili, per «beneficiare il popolo di civiltà». Il C. seppe fare proprio questo, ponendo la propria creatività e il proprio talento alla portata di tutti: alla sua morte, avvenuta a Roma il 31 gennaio 1960, Marcucci ricordando l'amico di sempre ha scritto: «nessun artista nostro s'è accostato come Duilio Cambellotti, con tanto amore e tanta generosità alla Scuola» (Marcucci, 1960, p. 711).

[Giovanna Alatri]

Fonti e bibliografia: documentazione sul C. è conservata in numerosi archivi: Galleria d'arte moderna e contemporanea, Roma, fondo Trampolini; fondo De Carolis; fondo Manzù; fondo Archivio bioiconografico, fondo Ometti; Museo storico della didattica «M. Laeng», Università di Roma Tre, Roma, fondo Scuole per i contadini; Fondazione istituto «Gramsci», Roma, fondo Aleramo; testimonianze dell'attività artistica del C. si trovano in particolare in Museo «D. Cambellotti», Latina; Archivio dell'opera di Duilio Cambellotti, Roma; Archivio storico Giunti, Firenze, fondo Bemporad.

V. Morpurgo, Gli edifici scolastici e la Minerva, in «Architettura e arti decorative», 1921, n. 4, p. 366; G. Zucca, Un decoratore nostro: Duilio Cambellotti, ivi, f. II; L'Umanitaria e la sua opera, Milano, Coop. grafica degli operai, 1922, p. 229; A. Marcucci, La scuola di Giovanni Cena, Torino, Paravia, 1948, pp. 60, 97, 168-170, 174, 177 e 179; Id., Cambellotti e la scuola, in «I Diritti della scuola», 1959-1960, n. 11, p. 711; P. Pallottino, Cento anni di illustratori, Il Buttero cavalca Ippogrifo: Duilio Cambellotti, Bologna, Cappelli, 1978; M. Quesada (ed.), Teatro Storia Arte. Scritti di Duilio Cambellotti, Palermo, Novecento, 1982; Id., Duilio Cambellotti scultore Ï l'Agro Pontino: ceramiche, bronzi, gessi, opere, progetti, frammenti, Roma, Palombi, 1984; P. Pallottino, Storia dell'illustrazione italiana, Bologna, Zanichelli, 1988; G. Alatri, Duilio Cambellotti. Un contributo artistico al processo educativo, in «I Problemi della pedagogia», 1991, n. 4-5, pp. 353-392; Duilio Cambellotti e le Scuole per i Contadini dell'Agro Romano e delle Paludi Pontine, Roma, Eurasia, 1993; F. Tetro (ed.), Il Museo Duilio Cambellotti a Latina, Roma, Palombi, 2002.