Calogero Guido

Professioni: Professore, professore universitario, uomo politico
Ambiti di produzione: Filosofia, pedagogia, politica scolastica
Luoghi di attività: Lazio, Toscana, Italia

Guido Calogero nacque a Roma il 4 dicembre 1904, figlio di Giorgio e Ernesta Michelangeli. Allievo di Giovanni Gentile, si laureò in Filosofia all'università di Roma nel 1925. Pur segnato da un atteggiamento sempre più critico nei confronti del fascismo – già dal 1929 fu schedato dalla polizia come antifascista anche se è a partire dalla metà degli anni '30 che si compì il suo esplicito passaggio nelle fila dell'antifascismo – e sempre sensibile alla lezione crociana, mantenne stretti legami con il filosofo di Castelvetrano; un legame che si materializzò, tra l'altro, nell'attiva collaborazione all'Enciclopedia Treccani.

Nel 1927 il C., giovanissimo, conseguì la libera docenza di Storia della filosofia antica e ottenne una borsa di studio per il perfezionamento all'estero, che utilizzò per soggiornare presso l'università di Heidelberg.

Dopo aver insegnato Storia e Filosofia al liceo «Tasso» e Storia della filosofia antica, come incaricato, alla «Sapienza», nel 1931, vincitore di cattedra, divenne ordinario di Filosofia all'Istituto superiore di Magistero di Firenze. Nel 1934 fu chiamato a Pisa, dove restò fino al 1942, anno in cui fu arrestato e privato dell'insegnamento. Nell'anno accademico 1938-1939 tenne un corso di Pedagogia, la cui rielaborazione confluì poi ne La scuola dell'uomo (1939). Negli anni toscani, che lo videro docente anche presso la Scuola normale superiore di Pisa, strinse un particolare rapporto di amicizia con Aldo Capitini. Con questi scrisse, nel 1937, il Manifesto del liberalsocialismo, animando un movimento cui aderirono, tra gli altri, Tristano Codignola, Luigi Russo, Piero Calamandrei, destinato più tardi a confluire nelle fila del Partito d'azione.

A seguito della sua militanza antifascista, nel febbraio del 1942 il C. fu arrestato: dapprima incarcerato a Firenze, venne in seguito inviato al confino a Scanno, in Abruzzo. Liberato, fu nuovamente arrestato agli inizi del 1943 e incarcerato a Bari ove restò fino alla caduta del fascismo. Nell'agosto del 1943 fu reintegrato nei ruoli universitari. Nel dopoguerra, dal 1951, insegnò nella facoltà di Magistero dell'università di Roma per passare, nel 1954, alla facoltà di Lettere ove tenne la cattedra di Storia della filosofia antica (tra i suoi allievi annoverò anche Pilo Albertelli e Carlo Azeglio Ciampi). Tenne inoltre corsi alla Mc Gill University di Montreal e all'università della California (Berkeley). Dal 1950 al 1955 fu direttore dell'Istituto italiano di cultura a Londra.

Sul versante politico, dissoltosi il Partito d'azione, nel 1948 si schierò a favore del Fronte popolare; fu tra i fondatori, nel 1955, del Partito radicale e nel 1966 aderì al Partito socialista unificato.

Il C. associò agli interessi filosofici e alla militanza politica, duratura e significativa attenzione alle tematiche dell'educazione e della scuola. Forte fu su di lui l'influenza di John Dewey, condivisa con il collega e amico Lamberto Borghi. Si schierò a favore di una scuola laica, pubblica, strutturata attorno al primato del dialogo come forma di reciproco apprendimento, premessa per una cultura nuova e condivisa e per una società democratica. In particolare sulla difesa della scuola laica si incentrò, dal 1949, la sua collaborazione con la rivista «Il Mondo» di Pannunzio. Nel febbraio 1956 a fianco di Leopoldo Piccardi, Raffaello Morghen, Umberto Zanotti Bianco, Borghi e altri animò un importante convegno degli «Amici del mondo» i cui atti furono raccolti l'anno successivo nel volume Scuola sotto inchiesta.

L'individuazione, inoltre, di uno stretto legame tra momento educativo ed esigenze sociali lo portò anche, insieme alla moglie Maria Comandini, a fondare a Roma nel 1946 il CEPAS, Centro per l'educazione professionale degli assistenti sociali.

Tra le sue opere: I fondamenti della logica aristotelica (1927), Le conclusioni della filosofia del conoscere (1938), Difesa del liberalsocialismo (1945), Logo e dialogo: saggio sullo spirito critico e sulla libertà di coscienza (1950), Filosofia del dialogo (1962), Le regole della democrazia e le ragioni del socialismo (1968). Oltre che con «Il Mondo», collaborò con «Il Ponte» e con «Italia libera»; fondò nel 1946 la rivista «Liberalsocialismo», che ebbe però vita brevissima; senza essere massone, assunse nel 1963 la direzione della rivista «La Cultura» edita dal Grande Oriente d'Italia. Il C. morì a Roma il 17 aprile 1986.

[Alessandra Avanzini]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Archivi di famiglie e persone, fondo Calogero e Ministero P.I., Direzione Generale Istruzione Superiore, Liberi docenti, I versamento, I e II serie, b . 64; C. Farnetti (ed.), Carteggio Gentile-Calogero, Firenze, Le Lettere, 1998; Ead., Carteggio Croce-Calogero, Bologna, Il Mulino, 2004.

R. Sani, «Il Mondo» e la questione scolastica. 1949-1966, Brescia, La Scuola, 1987, pp. 61-71 e passim; C. Farnetti (ed.), Guido Calogero dal 1920 al 1986, Napoli, Enchiridion-Istituto Universitario Orientale, 1994; G. Sasso, Filosofia e idealismo. III. De Ruggiero, Calogero, Scaravelli, Napoli, Bibliopolis, 1997, pp. 127-450. M. Musté, Guido Calogero, in «Belfagor», 2000, n. 2, pp. 163-185; T. Casadei, Introduzione a Le regole della democrazia e le ragioni del socialismo, Reggio Emilia, Diabasis, 2001; M. Durst, Guido Calogero. Dialogo, educazione, democrazia, Roma, Seam, 2002; B. Henry, D. Menozzi, P. Pezzino (edd.), Le vie della libertà: maestri e discepoli nel laboratorio pisano tra il 1938 e il 1943, Roma, Carocci, 2008, pp. 109-132.