Calfus Antonelli Lucilla

Professioni: Scrittrice, traduttrice
Ambiti di produzione: Letteratura per l'infanzia, teatro
Luoghi di attività: Lombardia

Lucilla Andreina Calfus nacque a Milano l'11 ottobre 1886 in una famiglia dell'alta borghesia milanese. Il padre Luigi, avvocato, era inserito nella cultura scaligera, specie in ambito musicale e la madre, Ada Oldini discendeva da una famiglia di tradizioni liberali. I genitori assicurarono alla figlia una formazione culturale di prestigio presso il collegio della Guastalla, pensando di orientarla verso il mondo artistico. Nell'ambito familiare accanto al ruolo paterno positivo, Lucilla patì un rapporto più difficile con la madre, travagliata da una fragilità psicologica in seguito alla perdita di due figli piccoli avvenuta prima della nascita di Lucilla.

Gli studi della C. proseguirono a Bergamo presso la locale scuola normale dove ottenne la licenza nel 1905. Si iscrisse nello stesso anno al Corso di perfezionamento per i maestri (Scuola pedagogica) presso l'università di Pavia, ma non risulta aver sostenuto alcun esame. Risale a questo periodo la composizione di un sonetto che inviò alla rivista «Varietas» dove lavorava come redattore Luigi Antonelli, il quale apprezzò la poesia pubblicandola. Iniziò così sia l'attività di scrittura di Lucilla sia il legame con Antonelli che avrebbe poi sposato nel marzo del 1908.

Nei primi anni di matrimonio visse a Roma dove il marito era bene introdotto negli ambienti letterari. Nel 1912 Lucilla e il piccolo Edoardo di due anni (nel frattempo nato) raggiunsero in Argentina il capofamiglia che nel frattempo là dirigeva la rivista «La Patria degli italiani». In seguito i coniugi rientrarono a Milano e la giovane autrice avviò una continuativa attività di novelliera su riviste come «La Donna», «Scena illustrata», «Illustrazione italiana» nonché sui supplementi del «Corriere della sera» e in particolare sul «Corriere dei piccoli» (dal 1917 al 1922) e più tardi su «La Lettura» (dal 1923 al 1938), su «Amica» e «Mammina».

Mentre nel 1918 la commedia L'uomo che incontrò se stesso consacrò Luigi Antonelli come autore di successo nel teatro del grottesco, il matrimonio iniziò ad incrinarsi e seguì una separazione di fatto: mentre Luigi si trasferì a Pescara e poi a Roma, Lucilla rimase a Milano, provvedendo alla crescita di Edoardo (anch'egli in seguito noto autore di teatro) e dedicandosi ad alcune traduzioni dal francese e soprattutto alla scrittura sia per adulti sia per ragazzi.

Dopo l'esordio come romanziera per adulti con Il metro, le forbici, l'amore (1919) e Il paradiso delle rose (1922) ottenne il plauso del critico letterario Ettore Janni con L'uomo senza nome (1922). Si andò così delineando a poco a poco la sua fisionomia di scrittrice impegnata a scavare nei vissuti femminili interpretati sovente in un lacerante contrasto tra ruolo coniugale e materno. Grazia Deledda sembrerebbe aver incoraggiato la scrittrice a pubblicare un diario denso di spunti lirici sulla maternità (Tuo marito, 1934) che insieme al più maturo La voce di Mirella (1954) è considerato dalla critica tra le opere migliori della C.

La scrittrice si dedicò parallelamente alla scrittura per ragazzi a partire dal 1920 con L'asina di Galilea e con Bebè Bobino e il sillabario, seguito dal più noto Vita e miracoli di una vecchia madia (1921) che appartengono al genere fiabesco, come i successivi I racconti della ranocchia turchina (1933) e Due bimbi nella luna, 1932. Queste opere offrono suggestioni ben riuscite di ascendenza anderseniana e più in generale si tingono di magia e di tenue ironia.

Una parte della produzione degli anni '30 (I bimbi dell'onda, 1930; Cuore e fuoco, 1937) mostra con più evidenza l'influenza dell'ideologia fascista; nel 1932 la C. ricevette un sussidio economico dall'ufficio stampa del capo del governo poiché contribuiva con i propri scritti alla propaganda del regime. In seguito condusse in Rai il programma Cantuccio dei Bambini (1930-1942) con testi poi usciti in volume, come Chiacchiere con le bestie (1956). La sensibilità nel far vivere l'arte letteraria attraverso vari canali comunicativi si manifestò anche attraverso la stesura di commedie teatrali per ragazzi e adulti e radiocommedie.

Rimasta vedova nel 1942, Lucilla trascorse gli anni della guerra a Genova, ma ritornò a Milano alla fine del conflitto. Nella sua produzione per adulti della maturità si ritrovano i temi sentimentali e il dolente ripensamento autobiografico (Inventare la vita, 1963; Ritorno al Viale dei Pioppi, 1968; Passo, passo, 1970). Nella produzione per ragazzi l'autrice non coltivò più la produzione fantastica, ma predilesse i racconti introspettivi con protagoniste femminili (La giovinezza della vecchia nonna, 1950; Le memorie della piccola Alice, 1954 e altri). La C. morì a Milano il 1° febbraio 1975.

[Sabrina Fava]

Fonti e bibliografia: DBDL, p. 245; M. Bandini Buti (ed.), Poetesse e scrittrici, Roma, Tosi, 1941, vol. I, pp. 40-41; R. Carrarini, M. Giordano (edd.), Bibliografia dei periodici femminili lombardi, Milano, Ed. Bibliografica, 1993, pp. 13-15 e 219-221.

V. Battistelli, La moderna letteratura per l'infanzia, Firenze, Vallecchi, 1925, pp. 216-217; C. Ferrari, Lucilla Antonelli nella vita e nell'arte, Milano, Gastaldi, 1962; E. Camerlo, «La Lettura». 1901-1945. Storia e indici, Bologna, CLUEB, 1992, p. 93; M. Giammarco, Luigi Antonelli. La scrittura della dispersione, Roma, Bulzoni, 2000, pp. 65-69; P. Ferrara, Censura teatrale e fascismo (1931-1944), Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, 2004, p. 167; L. Pisano (ed.), Donne del giornalismo italiano, Milano, Angeli, 2004, p. 108; M. De Rosa, La donna in vetrina di Luigi Antonelli, Roma, Aracne, 2009, pp. 21-26; S. Comperti, Lucilla Antonelli Calfus scrittrice per l'infanzia, tesi di laurea, Università Cattolica di Milano, Facoltà di Scienze della formazione, a.a. 2010-2011.