Calamandrei Piero

Professioni: Professore universitario, uomo politico
Ambiti di produzione: Letteratura per l'infanzia, politica scolastica
Luoghi di attività: Toscana, Italia

Piero Calamandrei nacque a Firenze il 21 aprile 1889 da Rodolfo e Laudomia Pimpinelli, in una famiglia dalle salde tradizioni democratiche testimoniate dal padre, professore universitario di sentimenti mazziniani e deputato repubblicano per un breve periodo agli inizi del '900. Laureato in Giurisprudenza all'università di Pisa (1912), appena ventiquattrenne fu nominato professore di Procedura civile all'università di Messina (1915). Dopo la Grande guerra (cui partecipò come ufficiale volontario) insegnò nell'ateneo di Modena (1918) e in quello di Siena (1920-1924). Si trasferì infine presso l'università di Firenze dove ricoprì la cattedra di Diritto processuale civile e fu anche rettore.

Non è questa la sede per ricordare gli apporti e i meriti del C. come studioso del diritto (si rinvia per una esauriente sintesi alla voce sul DBI), attività che egli animò con l'impegno civile e politico tra cui spicca la costante attenzione alle tematiche educative viste come il presupposto primo e indispensabile per la costruzione di una democrazia reale e non solo formale.

Sul piano della militanza politica dopo il prevalere del fascismo aderì al gruppo dell'Unione nazionale di Giovanni Amendola, partecipò al sodalizio antifascista «Italia libera» e nel 1925 sottoscrisse il Manifesto degli intellettuali antifascisti. In seguito condivise il progetto politico di «Giustizia e libertà» di Carlo e Nello Rosselli e nel 1942 fu tra i fondatori del Partito d'azione insieme a Ferruccio Parri, Ugo La Malfa e altri.

A questo gruppo politico restò fedele anche nella transizione verso la Repubblica e in esso fu eletto all'Assemblea costituente (1946, in questa sede svolse interventi di ampio respiro sulla natura stessa della Costituzione, sul potere giudiziario, sulla indissolubilità del matrimonio, sui Patti lateranensi), poi riconfermato nella prima legislatura come esponente del Partito socialdemocratico.

Fu soprattutto in questa fase che il C. si occupò puntualmente di politica scolastica, anche se l'interesse educativo risaliva a molti anni innanzi. Fin dal 1908 aveva collaborato al periodico per ragazzi «Il Giornalino della domenica» diretto da Luigi Bertelli (Vamba) con fiabe e poesie impregnati di valori etici, per quanto moderati dall'ironia e dalla malinconcia (poi raccolte nel volume La burla di Primavera e altre fiabe, 1920). L'esperienza della vita al fronte e l'incontro don Giuseppe Lombardo Radice (che in seguito lo chiamerà a far parte della commissione per la revisione dei libri di testo, 1924) lo sensibilizzarono circa le precaria consapevolezza civile e patriottica dei ceti popolari e lo indussero, nell'immediato primo dopoguerra, a numerose prese di posizioni in favore dell'istruzione di base.

Il vigoroso ritorno del C. sulla scena politico scolastica si verificò dopo il 1945 in varie modalità: con interventi in sede di Costituente, con la direzione della rivista «Il Ponte» (fondata nel 1945) e con scritti e discorsi critici verso l'azione dei governi democristiani in materia di istruzione. Il giurista fiorentino condivise con altri intellettuali raccolti nel movimento della cosiddetta «protesta laica» firmatari del Manifesto per la difesa e lo sviluppo della scuola nazionale (1946, tra gli altri Ernesto Codignola, Concetto Marchesi, Luigi Russo, Gabriele Pepe) il progetto di una scuola laica e democratica avverso ai temuti tentativi, durante il ministero di Guido Gonella, di uno smantellamento della scuola statale (i più significativi interventi di quegli anni del C. sono stati ripubblicati in Per la scuola, 2008).

A pochi mesi dalla scomparsa difese in tribunale l'educatore pacifista Danilo Dolci accusato di aver fomentato, in forme peraltro del tutto pacifiche, una protesta popolare. Il C. morì a Firenze il 27 settembre 1956.

[red.]

Fonti e bibliografia: le carte del C. sono conservate presso l'Archivio di famiglia, Montepulciano (Siena, ved. M. Nicastro, Archivio Piero Calamandrei, Firenze, Polistampa, 2012).

DBI, vol., XVI, pp. 406-411.

Limitatamente alle tematiche educativo scolastiche: L. Ambrosoli, La scuola alla Costituente, Brescia, Paideia, 1987, pp. 111-112, 114, 116-117, 217 e passim; R. Sani, Il Mondo e la questione scolastica. 1949-1966, Brescia, La Scuola, 1987, pp. 19, 36-37, 116 e 122; A. Semeraro, Il mito della riforma. La parabola laica nella storia educativa della Repubblica, Firenze, La Nuova Italia, 1993, pp. 5, 17, 36-37, 51, 61 e passim; S. Calamandrei, Nota storico-bibliografica, in P. Calamandrei, Per la scuola, Palermo, Sellerio, 2008, pp. 31-36.