Alfani Augusto

Professioni: Professore, scrittore
Ambiti di produzione: Educazione popolare, letteratura italiana, politica scolastica
Luoghi di attività: Toscana

Augusto Alfani nacque a Firenze il 17 novembre 1844 e qui svolse la sua attività per quasi tutta la vita, come insegnante (fu docente di Filosofia nelle scuole secondarie) e come scrittore e collaboratore del Vocabolario della Crusca, manifestando interesse costante per l'educazione del popolo e delle giovani generazioni.

Fu autore fecondo e versatile, di sentimenti moderati, espressione delle tendenze cattolico-liberali vicine al cenacolo lambruschiniano. Fondò riviste («La Scuola» e «La Gioventù», SPES, nn. 985 e 540 e «Letture di famiglia») e si dedicò, in particolare, a scrivere racconti e saggi divulgativi per il popolo e per i fanciulli, ritenuti in quel periodo un pubblico similare, essendo entrambi considerati dei «minori da sorreggere e da tutelare».

Tra le sue opere, molte e di vario argomento – dalla critica letteraria ai saggi filosofici, dalle letture per il popolo alla divulgazione storica –, si ricordano in particolare: Sull'insegnamento della filosofia elementare conforme ai programmi del 1867 (1871); Il carattere degli italiani (opera fortunatissima apparsa nel 1878 e più volte riedita); In casa e fuor casa (1883); Del vero: racconti ricreativi per i fanciulli (1887); La vita di Colombo raccontata ai fanciulli italiani d'Oriente (1888); Proverbi e modi proverbiali (1890); Lettere di Santa Caterina da Siena scelte ed annotate (1896). Pubblicò inoltre testi a uso scolastico e un'edizione rivista del Giannetto.

Dalle sue pagine emerge, sulla scia del coevo self-helpismo, un'adesione convinta alla cultura e all'ideologia borghese del suo tempo, che circola esplicitamente nelle letture per il popolo e nella politica scolastica. Non a caso, egli raccomanda, attraverso i suoi scritti, rispetto per l'autorità, e in particolare per la monarchia, che rappresenta la Patria, cui tutti debbono «amore e servigio», obbedienza, spirito di sacrificio e accettazione delle regole e della condizione sociale in cui la sorte ha posto, nonché una calda fede religiosa.

Per questi motivi, non solo egli ebbe notevole fama ai suoi tempi, ma l'A. rappresenta anche, tutt'oggi, un interessante punto di riferimento per la comprensione dell'Italia post unitaria. Lo scrittore fiorentino è un testimone significativo del modo di concepire l'educazione, la scuola e la narrativa come mezzi necessari ed ineludibili di adeguamento alle condizioni sociali e culturali, capace di garantire la pace civile ed un progresso senza turbamenti dell'ordine delle cose. L'A. morì a Firenze il 25 novembre 1923.

[Luciana Bellatalla]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., fondo Personale (1860-1880), b. 32.

EP, vol. I, cc. 326-328; MC, vol. I, pp. 32-33; PE, pp. 22-23; SPES, nn. 540 e 985; TESEO, nn. 18, 52, 163, 385, 394 e 567; G. Marchesini, Dizionario delle scienze pedagogiche, Milano, Società editrice libraria, 1929, vol. I, pp. 39-40.

A. Chiappelli, Figure moderne, Firenze, La Voce, 1923; In memoria del comm. Prof. Augusto Alfani accademico della Crusca, Firenze, Barbèra, 1924; P. Pancrazi, Toscani dell'Ottocento, Firenze, Bemporad, 1924, ad indicem; L. Bellatalla, Tre libri toscani per il popolo nell'Italia unitaria, in G. Genovesi (ed.), Formazione nell'Italia unita: strumenti, propaganda, miti, Milano, Angeli, 2002, pp. 59-69.