Bronzini Majno Ersilia

Professioni: Educatrice
Ambiti di produzione: Assistenza, educazione femminile, scuola professionale, socialismo
Luoghi di attività: Lombardia

Ersilia Bronzini nacque a Milano il 22 giugno 1859. Figlia di un artigiano benestante, in seguito al fallimento del padre, le assottigliate risorse familiari furono destinate agli studi dei figli maschi (Arturo ed Edgardo), mentre le due sorelle (Ersilia e Virginia) dovettero interrompere la scuola. Da autodidatta, Ersilia si dedicò soprattutto all'apprendimento dell'inglese e del francese, integrato da conoscenze letterarie, storiche e filosofiche, Più tardi, accanto al marito, maturò inoltre una buona competenza in campo giuridico. Nel 1883 sposò infatti Luigi Majno, giovane avvocato collega del fratello Edgardo; dall'unione nacquero Carlotta (1884, precocemente scomparsa nel 1905), Edoardo (1886) e Maria (detta Mariuccia, 1888 che morirà nel 1901).

La B. svolse un ruolo di primo piano nell'ambito dell'attività assistenziale e sociale milanese tra i due secoli con Linda Malnati, Carlotta Clerici e Alessandrina Ravizza in favore dei ceti popolari femminili, impegno maturato, in specie a contatto con l'esperienza dell'opera pia Guardia ostetrica istituita da alcuni medici (tra cui Anna Kuliscioff) allo scopo di assistere gratuitamente le donne più povere, per superare la discriminazione sociale tra i due sessi e operare a favore delle donne lavoratrici. Numerosi i sodalizi nei quali la B. fu attiva militante: l'Associazione generale di mutuo soccorso e d'istruzione delle operaie fondata da Laura Solera Mantegazza, la Camera del lavoro, la Lega per la tutela degli interessi femminili.

In seguito ai tragici eventi milanesi del 1898, mentre il marito era impegnato nella difesa di Filippo Turati, insieme ad altre donne socialiste fondò il Comitato pro reclusi. Nel 1900 Ersilia fu la prima donna a entrare, in base alla legge Crispi, nel consiglio d'amministrazione di un'opera pia, quello dell'Ospedale maggiore e del Santa corona. Nel periodo dell'incarico elaborò un progetto per le scuole per infermiere, ripreso in seguito e attuato nel 1917.

Nel 1899 assunse la presidenza del comitato promotore dell'Unione femminile nazionale. A sostegno dell'attività di tutela dei minori l'Unione femminile, sotto la guida della B., creò rispettivamente nel 1901 il Comitato pro-infanzia, il Comitato contro la tratta delle bianche e nel 1902 la Società di mutuo soccorso tra le «piscinine». Quest'ultima, attraverso il ricreatorio «La Fraterna», aveva lo scopo di educare le giovani lavoratrici piccole apprendiste, sarte, modiste, le «piscinine» appunto, attraverso appositi corsi di disegno tenuti dal pittore Giuseppe Mentessi.

A fianco di queste iniziative, la B. promosse campagne di stampa per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle condizioni dei bambini poveri illegittimi e abbandonati e per sollecitare l'attenzione del Parlamento e del governo sui problemi dell'infanzia e dell'adolescenza. Tra il 1906 e il 1907 organizzò alcune petizioni per modificare un disegno di legge sull'assistenza agli esposti e all'infanzia abbandonata.

Nel 1902 aveva fondato nel frattempo l'istituzione a lei più cara: l'Asilo «Mariuccia», un'istituzione laica destinata all'assistenza ed educazione delle giovani «pericolanti e pericolate» cui fece seguito nel 1908 l'apertura del Patronato dei minorenni condannati condizionalmente di cui la B. fu anima ispiratrice. Nel 1910 fu chiamata a far parte della Commissione reale per lo studio della delinquenza minorile, per la quale elaborò un'ampia ricerca sui caratteri della delinquenza delle minorenni e sui mezzi per prevenirla. Sul fronte dell'emancipazione femminile sostenne nel 1914 le proposte Meda sulla ricerca della paternità e appoggiò il progetto Sacchi per l'ammissione della donna alla professione di avvocato.

Durante la Grande guerra si dedicò alle istituzioni assistenziali del comune di Milano. Nel dopoguerra, non condividendo le posizioni della dirigenza dell'Unione, la B. uscì dal sodalizio, ma continuò a operare nell'ambito della protezione della condizione femminile di maggior disagio e sfruttamento, quella della prostituzione, in particolare minorile. Continuò a occuparsi della tratta delle bianche e presiedette fino alla morte l'Asilo «Mariuccia». La B. morì a Milano il 17 febbraio 1933.

[Luisa Lombardi]

Fonti e bibliografia: Archivi Riuniti delle donne, Unione femminile nazionale, Milano, fondo Famiglia Maino; La fondazione della Clinica del lavoro di Milano attraverso il carteggio Luigi Devoto-Ersilia Majno Bronzini, Milano, Istituto lombardo di scienze e lettere, 1985.

DBDL, 1995, pp. 223-226; MOI, vol. III, pp. 229-230.

Alla memoria di Ersilia Majno fondatrice dell'UFN a cura dell'Unione femminile nazionale, Milano, s.d. [1933]; L. Orioli, L'ambiente della famiglia Majno e l'Asilo Mariuccia, in «La Coltura popolare», 1933, n. 3, p. 107; M. Gay, Una donna da ricordare. Ersilia Majno, in «Ali», 1954, nn. 1-2, pp. 3-8; P. Gaiotti De Biase, Le origini del movimento cattolico femminile, Brescia, Morcelliana, 1963, pp. 27, 134 e 141-142; P. Pieroni Bortolotti, Socialismo e questione femminile 1892-1922, Milano, Mazzotta, 1974, pp. 25-26, 40, 82, 97, 108, 114, 116 e 120; L. Dodi, Una figura diversa di intellettuale impegnata, in R. Farina (ed.), Esistere come donna, Milano, Mazzotta, 1983, pp. 135-142; A. Buttafuoco, Le Mariuccine, Milano, Angeli, 1985; Ead., Cronache femminili. Temi e momenti della stampa emancipazionista in Italia dall'Unità al fascismo, Arezzo, Dipartimento di studi storico-sociali e filosofici dell'università di Siena, 1988, ad indicem; G. Angelini, Ersilia Majno tra l'ideale e il possibile, in «Il Risorgimento», giugno 1989; B. Mapelli, G. Seveso, Una storia imprevista. Femminismi del Novecento ed educazione, Milano, Guerini e Associati, 2003, pp. 106-107, 109-112 e 140-143; A. Cagnolati, T. Pironi, Cambiare gli occhi al mondo intero. Donne nuove ed educazione nelle pagine de L'Alleanza (1906-1911), Milano, Unicopli, 2006, pp. 21, 29, 165 e 221.