Aleramo Sibilla

Professioni: Scrittrice
Ambiti di produzione: Educazione femminile, educazione popolare
Luoghi di attività: Piemonte, Lazio

Sibilla Aleramo, il cui vero nome era Marta Felicina (detta Rina) Faccio, nacque ad Alessandria il 14 agosto del 1876; ancora bambina si trasferì a Civitanova Marche dove il padre dirigeva una fabbrica; giovanissima, abbandonò gli studi per lavorare nell'azienda paterna, senza tuttavia trascurare di formarsi culturalmente per proprio conto. Nel 1892 fu costretta a un infelice matrimonio riparatore e, nonostante la nascita di un figlio e gli impegni domestici, cominciò a scrivere articoli di costume e recensioni letterarie per diversi giornali, sia a Civitanova sia a Milano, dove aveva soggiornato per un breve periodo entrando in contatto con un gruppo di signore impegnate in battaglie politiche e sociali, che aveva subito condiviso.

Rientrata nelle Marche, insofferente tanto alla gretta vita provinciale quanto a quella coniugale, abbandonò il marito e, falliti i tentativi di ottenerne l'affidamento, anche il figlio, trasferendosi a Roma per tentare la carriera giornalistica e letteraria. Nella capitale, stabilita una forte intesa sentimentale e intellettuale con Giovanni Cena, capo redattore della rivista «Nuova antologia» affiancò all'attività giornalistica la partecipazione a diverse iniziative sociali e assistenziali a favore delle donne e dell'infanzia e scrisse, firmandosi con lo pseudonimo di Sibilla Aleramo, attribuitole dal Cena, il suo primo romanzo Una donna, racconto autobiografico che le diede immediata notorietà.

Nel visitare in quegli stessi anni la Campagna romana dove il malariologo Angelo Celli con l'aiuto della Croce rossa stava svolgendo una complessa azione igienico sanitaria tra le popolazioni agricole per tutelarne la salute, ebbe modo di conoscerne da vicino le misere condizioni di vita e di lavoro. Colpita dall'arretratezza materiale e morale delle famiglie dei «guitti», partecipò alla iniziativa presa da Anna Fraentzel Celli, presidente della sezione romana dell'Unione femminile nazionale, per creare dei rudimentali corsi di alfabetizzazione che facilitassero l'attività assistenziale di medici e infermieri. Nel 1907, per rendere più efficace l'azione educativa e sociale dell'Unione, sotto l'impulso del Cena, all'iniziale gruppo scolastico, subentrò il Comitato delle scuole per i contadini dell'Agro romano, composto oltre che dai coniugi Celli, Cena e l'A., anche dall'educatore Alessandro Marcucci e dall'artista Duilio Cambellotti.

Le scuole in breve tempo si affermarono e l'A. si adoperò in vario modo per propagandarle, per raccogliere fondi e consensi, per sensibilizzare la classe magistrale ad offrire il proprio contributo all'iniziativa educativa e rendere possibile il riscatto civile e sociale di tanti lavoratori. Nel 1910 il rapporto tra l'A. e il Cena si interruppe: la fine del sodalizio con il poeta determinò per la scrittrice non solo un ulteriore cambiamento di vita, ma anche la fine di tante amicizie. Sibilla ricominciò ancora una volta la sua battaglia esistenziale e professionale: ebbe tumultuose relazioni sentimentali, scrisse romanzi, poesie, articoli, incontrando sul suo cammino numerose difficoltà che affrontò sempre con coraggio senza perdere di vista i problemi umani e sociali del suo tempo. Morì in solitudine a Roma il 13 gennaio 1960.

[Giovanna Alatri]

Fonti e bibliografia: Fondazione istituto «A. Gramsci», Roma, fondo Aleramo; altre carte in Fondazione «U. Spirito», Roma; Fondazione «G. Gentile», Roma; Istituto «L. Sturzo», Roma; Centro studi «P. Gobetti», Torino; per la partecipazione alle esperienze delle scuola dell'Agro romano ved. Museo storico della Didattica «M. Laeng», Università degli studi Roma Tre, Roma, fondo Le scuole per i contadini.

B. Conti, A. Morino (edd.), Sibilla Aleramo e il suo tempo. Vita raccontata e illustrata, Milano, Feltrinelli, 1981; M. Angelone, L'apprendistato letterario di Sibilla Aleramo, Napoli, Liguori, 1987; M. Oliviero, Tra libertà e solitudine. Saggi su letteratura e giornalismo femminile: Matilde Serao, Sibilla Aleramo, Clotilde Marghieri, Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1990; G. Alatri, Dal Chinino all'Alfabeto. Igiene, istruzione e bonifiche nella Campagna romana, Roma, Palombi, 2000; P. Forni, Sibilla e Rina: l'Aleramo tra giornalismo e letteratura, Firenze, Centro editoriale toscano, 2005.