Brioschi Francesco

Professioni: Ingegnere, professore universitario, uomo politico
Ambiti di produzione: Economia, istruzione tecnica, matematica, politica scolastica, scienze, tecnologia
Luoghi di attività: Lombardia

Francesco Brioschi nacque a Milano il 22 dicembre 1824. Frequentò l'università di Pavia, dove conseguì la laurea in Ingegneria nel 1845. Proseguì negli studi, affermandosi in breve tempo come uno dei più promettenti scienziati italiani. Nel contempo condivise le idealità del movimento patriottico lombardo, prima simpatizzando con il pensiero mazziniano e in seguito militando tra le fila dei moderati (dopo l'Unità si schierò con la Destra storica). Partecipò alle Cinque giornate, fu imprigionato dagli austriaci e liberato dagli insorti; durante il governo provvisorio di Lombardia fu docente di Matematica elementare in un liceo milanese.

Nel 1850 fu chiamato a insegnare nell'ateneo pavese (dal 1853 come professore ordinario di Matematica applicata e dal 1859 di Analisi superiore) e si aprì il decennio più intenso della sua produzione scientifica e della sua attività didattica. Nel 1858 compì con Enrico Betti e Felice Casorati un viaggio di studio nelle principali università straniere, ghiotta occasione per entrare in relazione con i più noti scienziati del tempo.

Questi contatti gli permisero di conoscere i moderni metodi di ricerca e di acquisire una vasta esperienza nell'organizzazione degli studi scientifici e matematici in particolare. Il B. contribuì, in specie, a far conoscere in Italia alcune teorie algebriche, dianzi note solo all'estero e infuse nuova vita ai vecchi «Annali di Tortolini» che, con il nuovo titolo di «Annali di Matematica pura e applicata» (diretti dai soli B. e Luigi Cremona), divennero in breve una delle più prestigiose riviste matematiche nonché strumento di diffusione di cultura scientifica in Italia. I contributi personali del B. concernono principalmente la risoluzione mediante funzioni ellittiche delle equazioni di 5° e 6° grado che, nel caso del 6° grado, è essenzialmente dovuta a lui.

Oltre che studioso, il B. fu uomo di azione con compiti assai diversi. Tra il 1860 e il 1861 fu per breve periodo rettore dell'università di Pavia, poi per circa due anni (1861-1862) segretario generale del ministero della P.I. Nel 1863 diede avvio e organizzò l'Istituto tecnico superiore (oggi Politecnico) di Milano che diresse fino alla morte. Per circa un trentennio fece parte del Consiglio superiore della P.I., impegnandosi per migliorare l'insegnamento scientifico secondario, per fondare istituti speciali di fisica sperimentale e per potenziare gli istituti scientifici esistenti, dotandoli di gabinetti, laboratori e strumenti.

Nominato senatore nel 1865, non rallentò la sua attività scientifica e didattica, in specie quella legata alla direzione dell'Istituto tecnico superiore milanese. Il nuovo istituto si situò come baricentro di un ampio progetto ideato e condiviso, tra gli altri, dal geologo (e statista) Quintino Sella e dallo zoologo Emilio Cornalia volto a riunificare i vari rami del sapere tecnico-scientifico. Perché ciò fosse possibile occorreva che intorno alla nuova istituzione si raccogliessero tutte le forze materiali degli istituti già presenti a Milano.

Il B. lo rese una scuola d'alto livello sia nel campo della ricerca scientifica pura sia in quello delle applicazioni pratiche ed egli stesso vi insegnò a lungo Meccanica razionale, Idraulica fluviale e Analisi matematica, convinto sostenitore di una rigorosa cultura formativa nella quale fondere armonicamente teoria e pratica. Nel 1866 assunse la direzione de «Il Politecnico», la rivista fondata da Carlo Cattaneo, alla quale conferì il carattere di una pubblicazione esclusivamente tecnica, di giornale d'ingegneria civile e industriale.

Presiedette o diresse numerosi istituti scientifici e culturali di Milano, come l'Accademia scientifico letteraria (la futura facoltà di Lettere e Filosofia) e la Scuola superiore d'agricoltura. Fu altresì promotore del Consorzio degli istituti d'istruzione superiore di Milano, avviato nel 1875, che coinvolgeva non solo il Politecnico, ma anche l'Osservatorio astronomico, le Scuole di agricoltura e veterinaria, il Museo di storia naturale, l'Orto botanico, l'Accademia scientifico letteraria e il Gabinetto di numismatica. Grazie al Consorzio e al finanziamento che ottenne dagli enti locali, il B. riuscì a rafforzare il Politecnico, mettendogli a disposizione le risorse e le strutture degli altri istituti. Si sviluppò così un modello di coordinamento che fino al 1924 condizionò non solo i rapporti tra i vari enti scientifici della città, ma anche il loro sviluppo interno, conferendo una particolare fisionomia alla comunità scientifica milanese.

Presidente dell'Accademia dei Lincei dal 1884 fino alla scomparsa, il B. fu esponente autorevole anche del mondo economico italiano, pur non disponendo di una preparazione teorica specifica, oscillando fra le posizioni liberiste e il protezionismo, cui sembrò inclinare sempre più decisamente negli ultimi anni. Favorevole all'alleanza fra il gruppo di Minghetti e il Depretis, si adoperò per orientare a destra la maggioranza trasformista; favorì tuttavia il riformismo e l'emanazione di leggi sociali in funzione strumentale contro l'avanzata del socialismo.

Il nome del B. è infine legato ad alcuni momenti della vita scolastica post unitaria. Fu senza dubbio, insieme al Betti, uno dei principali esponenti della rinascita delle scienze matematiche in Italia e soprattutto uno dei maggiori maestri: prima all'università di Pavia e poi al Politecnico di Milano. Largamente nota è la sua influenza nella stesura dei programmi ministeriali per l'insegnamento della Matematica nei ginnasi e nei licei del 1867 su cui incise anche con apposita manualistica ad uso delle scuole liceali (Gli Elementi di Euclide con note ed aggiunte ed esercizi, 1868). Il B. morì a Milano il 18 dicembre 1897.

[Elisa Mazzella]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., Direzione Generale Istruzione Superiore, I versamento, I serie, b. 20; Biblioteca del Politecnico di Milano, archivio Brioschi; Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, Bologna, carte Minghetti (corrispondenza relativa all'attività politica); N. Palladino, A.M. Mercurio, F. Palladino (edd.), Per la costruzione dell'unità d'Italia: le corrispondenze epistolari Brioschi-Cremona e Betti-Genocchi, Firenze, Olschki, 2009.

DBI, vol. XIV, pp. 321-324; DSB, vol. II, pp. 469-470.

G.B. Stracca, Il Politecnico di Milano (1863-1914). Una scuola nella formazione della società industriale, Milano, Electa, 1981, ad indicem; S. Polenghi, La politica universitaria italiana nell'età della Destra storica 1848-1876, Brescia, La Scuola, 1993, pp. 90, 119, 135, 176, 199, 235, 2521 e passim; U. Bottazzini, Francesco Brioschi e la cultura scientifica nell'Italia post-unitaria, in «Bollettino della Unione matematica italiana», 1998, pp. 59-78; Francesco Brioschi (1824-1897), Milano, Istituto lombardo di scienze e lettere, 1999; C.G. Lacaita, Francesco Brioschi nella storia d'Italia, Milano, Istituto lombardo di scienze e lettere, 1999; E. Decleva, Le strutture per l'istruzione superiore e l'alta cultura, in R. Pavoni, C. Mozzarelli (edd.), Milano 1848-1898. Ascesa e trasformazione della capitale morale, Venezia, Marsilio, 2000, pp. 159-171; A. Ferraresi, Tra matematica e ingegneria: il caso di Francesco Brioschi, Pavia, SE.A.G., 2000; G. Lacaita, A. Silvestri (edd.), Francesco Brioschi e il suo tempo (1824-1897), 3 voll., Milano, Angeli, 2000-2003; T. Twardzik, Il Consorzio del 1875 tra gli istituti d'istruzione superiore attivi a Milano, in «Storia in Lombardia», 2005, n. 1, pp. 55-85; E. Canadelli, (ed.), Milano scientifica 1875-1924. La rete del grande Politecnico, Milano, Sironi, vol. I, 2008.