Bovio Giovanni

Professioni: Professore universitario, uomo politico
Ambiti di produzione: Filosofia, massoneria, politica scolastica
Luoghi di attività: Puglia, Campania, Italia

Nato a Trani il 6 febbraio 1837 da una famiglia di modeste origini, Giovanni Bovio non seguì un corso regolare di studi, ma si formò da autodidatta una vasta cultura. Pubblicato nel 1864 Il Verbo novello, ambiziosa opera filosofica di stampo laico e antimetafisico che gli valse la scomunica da parte del vescovo di Trani, visse nella sua città natale fino al 1869, guadagnandosi da vivere con lezioni private. Trasferitosi a Napoli, dopo pochi anni di insegnamento presso la scuola del giureconsulto Zuppetta, ottenne nel 1872 (anno della pubblicazione del Saggio critico del diritto penale) la libera docenza in Filosofia del diritto presso l'università di Napoli, dopo aver sostenuto un apposito esame in quanto sprovvisto di laurea (quella honoris causa in Giurisprudenza gli fu conferita solo nel 1879).

Tra i docenti più amati dell'ateneo napoletano per le sue doti oratorie, il B. si avvicinò presto alla politica ed in special modo alla corrente repubblicana, ritenendo però le dottrine mazziniane ormai superate. Nel 1876 fu eletto nelle file della sinistra democratica e si impose subito all'attenzione con il suo primo discorso alla Camera sui rapporti tra Stato e Chiesa.

Collaboratore di alcuni periodici di spicco dell'epoca (tra cui «Rivista repubblicana»), autorevole esponente della massoneria, il B. si trovò spesso al centro della polemica culturale e politica di orientamento anticlericale e democratico liberale (Scritti filosofici e politici, 1883; Dottrina dei partiti in Europa, 1886), risultando anche tra i promotori della costituzione del partito repubblicano e principale redattore del suo programma nel 1897.

Nel corso della sua attività politica, il B. si batté a lungo per una scuola laica popolare nella quale venisse impartita, direttamente a cura dello Stato, una rinnovata istruzione estesa a tutte le classi sociali, nel tentativo di formare non più «il devoto ma il cittadino». Secondo lo studioso pugliese, però, lo Stato stesso, pur nella rigida applicazione dell'obbligo scolastico (da innalzare possibilmente «dalla fanciullezza alla giovinezza»), non avrebbe dovuto in alcun modo farsi «pedagogo», raccomandando i libri o imponendo il personale insegnante.

Nel 1888, anno in cui si impegnò per la creazione di una commissione per lo studio della situazione scolastica del Mezzogiorno, il B. suggerì altresì la riduzione dei troppo vasti programmi dei licei, auspicando invece un più accurato insegnamento della matematica, la facoltatività dello studio del greco e l'inserimento del tedesco tra le materie scolastiche.

Si interessò anche di istruzione universitaria, difendendo l'esistenza della libera docenza accanto a quella ufficiale, condannando l'aumento delle tasse quale mezzo di sfollamento e le misure repressive adottate dal ministro Michele Coppino contro l'associazionismo studentesco, proponendo invece la partecipazione degli studenti stessi all'elezione del rettore (Discorsi parlamentari, 1915).

Stimato per la sua onestà ed imparzialità, B. fece inoltre parte nel 1893 del comitato dei sette che condusse l'inchiesta parlamentare sulle banche. Il B. morì a Napoli il 15 aprile 1903.

[Luigiaurelio Pomante]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., fondo Personale (1860-1880), b. 356; Direzione generale istruzione superiore, Fascicolo personale insegnante (1900-1940), II versamento, I serie, b. 19; lettere del B. e al B. sono tuttora conservate presso numerosi archivi, tra cui quello della Biblioteca nazionale di Napoli (arch. Imbriani, b. XXXI; carteggio Ricciardi, b. II); altri documenti in Museo del Risorgimento, Roma (bb. 136, 249, 284, 399-400, 595) e alla Domus mazziniana, Pisa (carte Ghisleri).

DBI, vol. XIII, pp. 552-556; EIPS, p. 314; EP, vol. I, pp. 1957-1958; GDE, vol. III, p. 622; IBI, p. 589; C. Villani, Scrittori ed artisti pugliesi antichi, moderni e contemporanei, Trani, Vecchi, 1904, pp. 38-40, 153-157 e 1218-1219; T. Rovito, Letterati e giornalisti italiani contemporanei, Napoli, Rovito, 1922, pp. 61-62.

F. Bernardini, Giovanni Bovio: il deputato, lo scrittore, l'uomo, Napoli, Melfi e Joele, 1903; A. Carlini, La mente di Giovanni Bovio, Bari, Laterza, 1914; N. Petruzzellis, Il pensiero di Giovanni Bovio, in «Rassegna di scienze filosofiche», 1953, n. 1, pp. 261-276; G. Gamberini, Mille volti di massoni italiani, Roma, Ed. Erasmo, 1975, passim; A.A. Mola, Storia della massoneria italiana dall'Unità alla Repubblica, Milano, Bompiani, 1976, pp. 140, 162-167, 172-174, 185 e passim; T. Tomasi, Massoneria e scuola dall'unità ai nostri giorni, Firenze, Vallecchi, 1980, pp. 27, 29, 35, 45, 49-50, 52 e passim; S. Blasucci, Giovanni Bovio: ambiente, personalità, pensiero filosofico, etico, giuridico, politico, Roma-Bari, Laterza, 1990.