Botta Vincenzo

Professioni: Professore universitario
Ambiti di produzione: Educazione comparata, pedagogia
Luoghi di attività: Piemonte, Stati Uniti

Vincenzo Botta nacque a Cavallermaggiore (Cuneo) l'11 febbraio 1818. Conseguita la laurea in Filosofia nell'università di Torino, fu nominato nell'ottobre 1848 professore nel collegio di Cuneo e, pochi mesi dopo, fu eletto deputato al Parlamento subalpino, incarico ricoperto tuttavia per poco tempo per l'improvvisa interruzione della seconda legislatura nel marzo 1849.

Nel novembre di quello stesso anno, su invito di Cavour, si recò con il prof. Luigi Parola in Germania e Austria per studiarvi i sistemi scolastici e le pratiche pedagogiche. L'esito di quel lungo soggiorno fu raccolto nel volume Del pubblico insegnamento in Germania (1851) nel quale viene presentata l'educazione scolastica di Prussia, Sassonia e Austria con uno sguardo particolarmente attento e partecipe per l'obbligatorietà dell'istruzione primaria e per la cura della formazione dei maestri.

Nel 1853 il B. si spostò negli Stati Uniti per un'inchiesta analoga sulla scuola di quel paese. Ma da questo viaggio non tornò mai indietro: si stabilì infatti a New York, ove divenne professore di Letteratura italiana nell'università di quella città, si naturalizzò americano e nel 1855 sposò Anne Charlotte Lynch, poetessa e scrittrice.

Conservò tuttavia sempre stretti legami con la madre patria. Lo dimostrano sia il suo costante sforzo di far conoscere l'Italia in terra statunitense (notevole un suo saggio su Dante destinato al pubblico americano, 1865), sia i contatti che mantenne con la vita culturale italiana: collaborò infatti a lungo con il giornale «L'Opinione» di Torino (trattando spesso anche argomenti educativi e scolastici) ed ebbe frequenti contatti con l'editore Barbèra di Firenze.

Con una serie di articoli apparsi nel 1857 sull'«American journal of education» (e poi in un'edizione a parte, An account of the education and of the Institutions of Scienze and Art in the Kingdom of Sardinia, 1858) presentò le riforme scolastiche in atto nel Regno di Sardegna, smentendo l'opinione di un'Italia arretrata e incapace di liberarsi da antichi pregiudizi facendosi, in tal modo, sostenitore della causa di indipendenza nazionale. Nel 1874 il B. pubblicò un panorama della filosofia moderna italiana in appendice alla traduzione in inglese del secondo volume della storia della filosofia di Friedrich Ueberweg.

Il salotto di casa Botta fu spesso luogo di ospitalità della fitta emigrazione risorgimentale e, grazie anche agli interessi letterari della moglie, luogo aperto di discussioni e incontri tra intellettuali e artisti di varia provenienza. Il B. morì in New York il 5 ottobre 1894.

[Giorgio Chiosso]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., fondo Personale (1860-1880), b. 350.

DBI, vol. XIII, pp. 379-380; EP, vol. I, cc. 1942-1943; PE, p. 89.

F. Zampini Salazar, Vincenzo Botta, in «Nuova antologia», 1895, n. 57, pp. 540-546; L. Negri, Un dantista piemontese in America. Vincenzo Botta, in Miscellanea di studi danteschi, Torino, Accademia delle Scienze, 1922, pp. 401-416; G. Vidari, L'educazione in Italia dall'Umanesimo al Risorgimento, Roma, Optima, 1930, pp. 355-359.