Botta Carlo

Professioni: Uomo politico, scrittore
Ambiti di produzione: Politica scolastica, storia
Luoghi di attività: Piemonte, Francia

Carlo Botta nacque a S. Giorgio Canavese (Torino) da Ignazio e Delfina Boggio il 6 novembre 1766. Laureatosi giovanissimo in Medicina, si dedicò tuttavia all'attività precettorile finché, dopo un breve periodo trascorso in carcere, nel 1795 fu costretto a lasciare il Regno di Sardegna a causa delle sue simpatie per la Rivoluzione francese. Dopo un soggiorno in Svizzera, si arruolò come medico nelle armate francesi nel 1796 e tornò in Piemonte quando esso venne sottratto ai Savoia, una prima volta, temporaneamente, alla fine del 1798, quindi di nuovo nel 1800.

Convinto sostenitore dell'annessione del Piemonte alla Francia, in entrambe le occasioni ottenne importanti incarichi di governo, sedendo nella Commissione governativa e in quella esecutiva, nonché nei vari jury incaricati di occuparsi del progetto riformatore scolastico ispirato ai princìpi repubblicani.

Particolarmente rilevante in questo senso fu la sua attività, tra il 1800 e il 1803, all'interno del Jury d'instruction publique, insieme con Francesco Brayda e Sebastiano Giraud, con i quali mise in atto una vasta e coraggiosa azione di riforma, specialmente a livello elementare, destinata, però, a incidere scarsamente nella storia dell'istruzione sabauda a causa della successiva politica napoleonica, disinteressata nei confronti dell'estensione dell'alfabetizzazione ai ceti popolari.

Trasferitosi a Parigi per sedere nel Corpo Legislativo, nella capitale francese pubblicò le sue opere più note e fortunate, come la Storia della guerra d'indipendenza degli Stati Uniti d'America (1809), la Storia d'Italia continuata da quella del Guicciardini sino al 1789 (1832) e la Storia d'Italia dal 1789 al 1814 (1824), destinata a essere utilizzata per decenni nelle scuole italiane, in versione integrale e compendiata, sia per la sua completezza e la facilità di comprensione sia soprattutto in virtù della sua lettura critica degli eventi rivoluzionari italiani.

Nominato rettore dell'Accademia di Nancy durante i Cento giorni, Botta non smise di ottenere incarichi e gratificazioni anche sotto i successivi governi, che premiarono le sue competenze di uomo di cultura e di educatore con la nomina a rettore dell'Accademia di Rouen (1817) e a membro dell'Accademia delle Scienze e della Legion d'Onore. Nell'ultimo periodo della sua vita si dedicò tuttavia soprattutto agli studi storici. Il B. morì a Parigi il 10 agosto 1837.

[Paolo Bianchini]

Fonti e bibliografia: Archives nationales de Paris, Instruction publique, série F/17; AS, Torino, Corte, Carte di epoca francese; F. Brayda, C. Botta, S. Giraud, Vicissitudes de l'instruction publique en Piémont depuis l'an VII jusqu'au mois de ventose an XI, Turin, de l'imprimerie de Felix Buzan, an XI (1802).

DBI, vol. XIII, pp. 364-371.

M. Roggero, Il sapere e la virtù. Stato, Università e professioni nel Piemonte tra Settecento e Ottocento, Torino, Deputazione subalpina di storia patria, 1987, pp. 180 e ss; G. Vaccarino, I giacobini piemontesi (1794-1814), Roma, Pubblicazioni degli Archivi di Stato, 1989, 2 voll., ad indicem; L. Badini Confalonieri (ed.), Carlo Botta e il periodo giacobino in Piemonte. Mostra di iconografia, documenti, manoscritti e libri a stampa, Roma-Torino, Ministero per i beni culturali e ambientali-Regione Piemonte, Assessorato alla cultura, 1990; S. Casini, Un'utopia nella storia: Carlo Botta e la Storia d‘Italia dal 1789 al 1814, Bulzoni, Roma, 1999; P. Bianchini, Educare all'obbedienza. Pedagogia e politica in Piemonte tra Antico regime e Restaurazione, Torino, SEI, 2008, pp. XIII, 22, 52, 85, 125, 134-136, 138-139 e passim; L. Canfora, U. Cardinale, Il giacobino pentito. Carlo Botta tra Napoleone e Washington, Roma-Bari, Laterza, 2010.